Diverse centinaia di persone - quasi un migliaio - hanno partecipato oggi (venerdì 24 novembre) alla manifestazione organizzata da CGIL e UIL per esternare il proprio no alla legge di bilancio 2023.
Lo sciopero generale è stato proclamato nei riguardi delle categorie produttive legate ad agricoltura, industria, commercio, servizi e logistica. Un'iniziativa che arriva a una settimana di distanza dal blocco delle attività di gran parte, invece, del settore pubblico (con la medesima ragione).
A Cuneo corteo da piazza Galimberti a piazzetta Audifreddi
Cuneo – e le sezioni territoriali dei due sindacati – hanno risposto con una mobilitazione specifica in piazza Galimberti a partire dalle 9.30, e con corteo lungo via Roma sino a piazzetta Audifreddi.
Nello spazio lasciato agli interventi l'introduzione è stata affidata ad Armando Dagna (segretario UIL), poi interventi di lavoratrici e lavoratori e quindi conclusione del segretario nazionale Flai Cgil Giovanni Mininni.
Giunti in piazzetta Audifredda i manifestanti hanno anche realizzato un minuto intero di rumore in ricordo delle vittime della violenza di genere, e come sostegno alla lotta per la cancellazione della violenza sulle donne.
Gli interventi dal palco
“Questa è la Piazza che vuole unire il paese e cambiarlo, la piazza che paga le tasse e che difende la costituzione” ha commentato, dal palco, Loredana Sasia (segretaria generale Flai CGIL).
“Siamo qui per dire basta! Noi non ci fermeremo e andremo avanti per i diritti dei lavoratori e una società più equa – ha continuato - . Siamo qui per la pace. Per dire basta alla strage delle donne e alla cultura patriarcale. Serve una cultura del rispetto e della parità fin dalla scuola dell’infanzia. Serve una parità salariale tra uomini e donne. Continueremo a scendere in piazza”.
Secondo Armando Dagna – segretario provinciale UIL – quella di oggi “è la più grande manifestazione degli ultimi anni”.
“Siamo qui per i giovani e per le donne soprattutto. 'Adesso Basta' è il nostro slogan: qui e in altre quaranta piazze del nord Italia urliamo che il lavoro è il motore del Paese, del quale siamo i principali azionisti. Vogliamo rispetto, non convocazioni alla vigilia dello sciopero”. “Questa finanziaria è fatta contro l'interesse delle lavoratrici e dei lavoratori. Quello di oggi è uno sciopero politico perché i lavoratori ogni giorno fanno politica andando al lavoro e pagando le tasse. Siamo stanchi, vogliamo impegni concreti: rinnovate i contratti e aumentare i salari, bisogna ridistribuire la ricchezza che chi lavora produce”.
Una dichiarazione che ha ripreso anche Giovanni Mininni, segretario nazionale Flai CGIL: “Questa legge di bilancio è l’atto concreto con il quale questo governo produce un nuovo attacco a lavoratrici e lavoratori e alle classi più fragili del paese”.
Sul palco anche l'intervento del portavoce del collettino Unione degli Studenti (UDS): “Vogliamo edifici che non ci cadano addosso, più mezzi di trasporto per raggiungere la scuola, sportelli psicologici per gli studenti, prof che non umilino gli studenti e strumenti di valutazione che non ci riducano a numeri”.














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