Un anno fa moriva il cavaliere Amilcare Merlo, tra i più importanti imprenditori della Granda, fondatore dell'azienda di San Defendente di Cervasca che conta oggi più di 1.500 dipendenti, leader mondiale nei sollevatori telescopici e multifarme.
In questo anno senza di lui la famiglia Merlo ha continuato a segnare il territorio con l'impegno e l'attenzione ereditati dal padre, sempre "capace di coniugare il successo con l'etica", come aveva sottolineato il presidente della Regione Alberto Cirio nel celebrare la sua figura il giorno della morte, il 9 novembre del 2022.
I funerali nella cattedrale di Cuneo il giorno 11, alla presenza di migliaia di persone, a partire dai suoi dipendenti.
Silvia Merlo, amministratore delegato della Merlo S.p.A, è infatti anche presidente della Fondazione ospedale di Cuneo onlus; il figlio Paolo (presidente e amministratore delegato del gruppo Merlo), a dicembre dello scorso anno è stato nominato presidente della Geac, società che gestisce l'aeroporto di Cuneo Levaldigi, per continuare a mantenere vivo l'impegno della famiglia nel sostenere questa infrastruttura, che molti vorrebbero titolare proprio al Cavaliere Merlo.
Nel frattempo, gli è stato intitolato, nel corso di una commovente cerimonia, il bellissimo parco della sede di Confindustria Cuneo. Merlo ne era vicepresidente ed era sempre stato molto attivo all'interno dell'organizzazione. "Mi sento di dire ai giovani: osate tutto il possibile, perché chi non osa non costruirà mai nulla", la frase che si legge sulla targa nello spazio aperto di Casa Betania.
Una frase che dice molto del suo coraggio e del suo entusiasmo, pronunciata nel 2020, quando venne insignito della laurea magistrale ad honorem in Ingegneria meccanica dal Politecnico di Torino.
Un uomo semplice e umile, un "ingegnere del terreno", come si definiva. Di un terreno dove ha seminato tanto e sul cui solco stanno proseguendo l'attività i figli. Paolo Merlo, raggiunto al telefono, ha infatti sottolineato come questo anno senza il padre "è stato sulla scia del suo insegnamento. Abbiamo seminato molto anche per il futuro, avendo sempre la sua figura come guida, seguendo le sue tracce e restando fedeli alle radici che ha piantato. Non possiamo che ricordarlo ed essergli riconoscenti. Non c'è più, ma quello che siamo oggi lo dobbiamo a lui".