Egregio direttore,
domenica 22 ottobre ho percorso la strada provinciale 7 in direzione di Cuneo. Arrivavo da Pollenzo, dopo essere uscita dall'autostrada Asti-Cuneo in zona Verduno.
Mi sono ricordata - e poi ho visto i cartelli - del velox attivato di recente in via Pollenzo a Cherasco, dove il limite è di 70 km/h. In generale, non contesto i limiti di velocità né i velox, soprattutto se piazzati con una evidente finalità di sicurezza. Cosa che, in questo specifico caso, fatico a riconoscere.
Quella strada, la provinciale 7, mi risulta essere particolarmente pericolosa e ad alto tasso di incidentalità, tanto è vero che è stata interessata da una ordinanza che limita la circolazione dei mezzi pesanti ad una sola direzione di percorrenza. Pericolosa, quindi, ma non in quello specifico tratto, dove la carreggiata è finalmente ampia, oltre a garantire un'ottima visibilità.
Perché mettere il velox nell'unico tratto dove è possibile accelerare un minimo, se non per fare cassa?
Tutta la tratta precedente, stretta, tortuosa e molto trafficata, non consente di andare, spesso, oltre i 40 km/h. Ma non c'è alcun velox, perché andare più veloci è quasi impossibile. Dove invece la strada diventa finalmente sicura e dove sarebbe normale accelerare un minimo (non parlo dei 120 km/h, di giorno comunque impossibili), ecco che viene piazzato il velox a sanzionarti se superi i 70 km/h.
Quello non è un punto pericoloso, né di vicinanza a centri abitati. Sono ben altri i punti pericolosi su quella strada. Eppure è stato scelto di piazzare il velox lì dove è più facile fare cassa, perché uno dei pochissimi punti degni di una strada al servizio, o così dovrebbe essere, di un territorio importante e produttivo come quello che attraversa.
Sarei lieta se l'ente Provincia provasse a convincermi del contrario.
Una cittadina che rispetta i limiti di velocità, anche quando non li condivide