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Attualità | 06 settembre 2023, 19:15

"Così il Tartufo Bianco d’Alba conquistò il mondo": volume celebra i cento anni dalla nascita del commendator Roberto Ponzio

Sabato la presentazione del volume che ricorda la figura del "re dei tartufi", tra i primi a credere nella valorizzazione del diamante grigio, antesignano delle battaglie per preservarne l'habitat

Roberto Ponzio, in un'immagine parte dell'archivio di famiglia

Roberto Ponzio, in un'immagine parte dell'archivio di famiglia

"Se il Tartufo bianco d’Alba è oggi uno dei simboli più rinomati dell’eccellenza italiana nel mondo, il merito è della terra dove sceglie di nascere e crescere, le nostre amate colline di Langhe, Roero e Monferrato, oggi Patrimonio dell’Umanità. Ma è anche merito di chi in questo umile prodotto della terra ha saputo cogliere la straordinarietà, rendendolo un sogno ambito e affascinante. È merito di persone come Roberto Ponzio".

Queste la parole con le quali il governatore piemontese Alberto Cirio rende omaggio alla memoria del commendatore Roberto Ponzio nell’apertura della prefazione al volume realizzato in occasione del centenario dalla nascita dell’imprenditore di origine neivese (9/9/1923-10/2/2008), figura che tanta parte ebbe nella valorizzazione del diamante grigio e nella fama che la capitale delle Langhe seppe guadagnarsi tra i gourmet di mezzo mondo in un'epoca nella quale quella del riconoscimento Unesco non era nemmeno un’idea.

"Roberto Ponzio. Come il Tartufo Bianco d’Alba conquistò il mondo" è il titolo del libro a firma di Franco Manzone e che sarà presentato nella mattinata di questo sabato 9 settembre con un incontro in programma dalle ore 10.30 nella sala incontri dell’Associazione Commercianti Albesi, in piazza San Paolo 3 ad Alba.

Oltre allo stesso autore e alla famiglia del commerciante, con in prima fila il figlio, l’avvocato Roberto, alla presentazione saranno presenti lo stesso governatore, il presidente dell’Associazione Commercianti Giuliano Viglione, che firma peraltro l’introduzione al volume, e il noto artista Ugo Nespolo, cui si deve invece la copertina, mentre la sua opera "Ponzio the king", omaggiata al commendatore, fa parte dei cimeli raccolti dal figlio nel museo di via Vittorio Emanuele II.

Il volume si apre con una biografia per immagini del "re dei tartufi" per annoverare poi una carrellata di informazioni, articoli di giornale dell’epoca e cimeli che testimoniano l’unicità e la vivacità del personaggio, destinatario di numerosi riconoscimenti in vita e ricordato successivamente alla scomparsa mediante l’intitolazione delle tartufaie realizzate in diversi centri di Langhe (Barbaresco), Roero (Santo Stefano Roero) e Monferrato (Mombercelli) e recentemente anche della galleria della Maddalena ad Alba, storica sede del mercato del tartufo.

Nel mezzo il racconto di una figura della quale non si ricorda solamente il fiuto del negoziante o l'insospettabile abilità del navigato comunicatore, capace coi suoi profumati omaggi di intercettare le simpatie di alcuni tra i massimi protagonisti del jet set internazionale del tempo (tra i destinatari dei suoi doni il presidente francese Charles De Gaulle, quello statunitense Richard Nixon e Baldovino del Belgio, per citarne solo alcuni), ma anche la cifra del precursore nelle sue posizioni di ambientalista ante litteram.

"Fu lui a coniare l’espressione 'No alberi, no tartufo', che campeggia oggi all’ingresso del museo dedicato alla sua vita e al suo impegno – ricorda infatti Cirio nel suo scritto –. Se pensiamo a un uomo vissuto negli Anni ’50, essersi posto per primo il tema del rispetto dell’ambiente ne fa un antesignano di tutte le battaglie odierne per difendere il territorio, le piante, i boschi. Il commendator Ponzio lo diceva già 70 anni fa, perché aveva capito che il tartufo è talmente unico nel mondo da non essere solo preziosissimo, ma anche delicatissimo e che la sua esistenza dipendeva dal rispetto dell’ambiente in cui nasceva. 'No alberi, no Tartufo' è di una attualità incredibile ed è la prima dimostrazione di quanto Roberto Ponzio fosse in grado di vedere lontano".

Ezio Massucco

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