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Attualità | 24 luglio 2023, 12:24

In fuga da Rodi: la disavventura di due albesi sull’isola greca in fiamme

Il racconto di Marcello Pasquero, direttore di Radio Alba e firma del nostro giornale: "Due giorni da incubo prima del sospirato ritorno a casa"

Sarebbero 8mila gli italiani evacuati da Rodi nelle ultime 48 ore

Sarebbero 8mila gli italiani evacuati da Rodi nelle ultime 48 ore

Le attese vacanze che si trasformano in un incubo, prima della fuga precipitosa e del sospirato ritorno in Italia. E’ la disavventura capitata a migliaia di nostri connazionali (8mila, secondo le stime riportate dai principali quotidiani, su un totale di sfollati vicino ai 19mila) che a partire da sabato sono stati evacuati da alberghi, resort e case vacanze nelle zone più colpite dai disastrosi incendi che da una settimana hanno portato l’inferno nell’isola greca di Rodi.   

Tra loro anche il giornalista Marcello Pasquero, direttore di Radio Alba e firma del nostro giornale, che proprio sabato era partito insieme alla moglie Alessia Alloesio, anche lei giornalista e apprezzata voce della stessa emittente. Passata la paura, Alessia e Marcello sono riusciti finalmente a lasciare Lindos, la città sulla costa orientale dell’isola dove avrebbero dovuto trascorrere una settimana di vacanza, lambita dagli incendi le cui immagini in queste ore stanno facendo il giro del mondo.

"Sì, ieri sera finalmente, dopo tre notti insonni, ci è stata offerta la possibilità di salire su un volo diretto a Bergamo. Abbiamo preso il primo taxi e ci siamo precipitati in aeroporto, non vedevamo l’ora di tornare. Ora cercheremo di recuperare l’automobile lasciata a Malpensa, il peggio però è passato".

Due giorni da incubo.
"Esattamente. Eravamo partiti nelle prime ore di sabato e siamo giunti a destinazione in quel primo pomeriggio. Il tempo di fare un primo bagno in mare e le cose sono presto precipitate. Dal nostro resort, il Lindos Mare, si poteva vedere a distanza la coltre di fumo e il bagliore rossastro dell’incendio che stava avanzando nella nostra direzione, insieme a un odore che si faceva mano a mano più intenso e a una pioggia di cenere presto iniziata a cadere ovunque, sempre più copiosa. L’apprensione crescente per quella situazione si è fatta qualcosa di vicino al panico quando alle 23.42 di sabato, sui cellulari di tutti i presenti nel resort, è arrivato il messaggio di allerta col quale la Protezione Civile greca invitava chiunque si trovasse nei comuni di Lindos, Pefki e Kalathos a lasciare immediatamente quei luoghi per spostarsi a nord verso zone più tranquille. Abbiamo fatto le valigie in fretta e furia. Prima siamo stati spostati in un’altra struttura vicina, il Lindos Royal. Da qui, insieme ad altri 150 italiani, è iniziata un’attesa durata sino alle 4.30 del mattino, quando insieme a famiglie intere, con anziani e bambini, siamo stati fatti salire su una serie di vecchi bus e portati verso nord".

Paura rientrata, a quel punto.
"Non esattamente. Eravamo già nelle vicinanze di Rodi quando, intorno alle 6, è arrivato il contrordine. L’autista è stato avvisato dalla polizia greca che l’allarme era rientrato. Così siamo stati riportati indietro. Il nostro resort però era stato chiuso dalle autorità. Così ci hanno parcheggiato nella hall del vicino Lindos Royal, senza possibilità di accedere alle camere, senza aria condizionata perché l’elettricità andava e veniva. Poi siamo potuti tornare nella prima struttura, con la cenere che ricopriva tutto e il fumo che si faceva sempre più presente rendendo l’aria davvero irrespirabile. In queste condizioni abbiamo trascorso buona parte della giornata di ieri, senza peraltro ricevere aggiornamenti di sorta dal tour operator né dalla Farnesina. Solo a tarda sera siamo stati avvisati della possibilità di partire, abbiamo preso un taxi e ci siamo precipitati in aeroporto. Una volta arrivati avremmo dovuto attendere altre tre o quattro ore, accampati insieme ad altre centinaia di persone, quando finalmente siamo ripartiti verso l’Italia".    

Davvero una brutta avventura.
"Decisamente. Torniamo stanchi e stressati, ma siamo anche contenti di stare bene. Per quello che abbiamo visto e passato poteva andare anche molto peggio".

Ezio Massucco

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