Gioco d’azzardo: la legge per contrastare il gioco patologico c’è, ma in Piemonte sembra che non abbia portato miglioramenti dopo le modifiche. L’aumento del 10% delle slot machine negli ultimi quattro anni sembra testimoniarlo.
Ora la Regione Piemonte sembra voler correre ai ripari con azioni di rieducazione e prevenzione, ma la tematica è una piaga sociale che, in base all’interrogazione di Anna Chiara Cavallotto e William Revello, consiglieri di opposizione del Comune di Alba, ha il sapore della sconfitta, anche per la cittadina albese.
Un po’ di storia sul contrasto al gioco d’azzardo in Piemonte: il Consiglio Regionale del Piemonte, nell’aprile del 2016, ha approvato all’unanimità la Legge Regionale “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”, accettata anche dal Comune di Alba che, nello stesso mese, ha adottato all’unanimità misure restrittive volte a regolamentare e limitare l’uso delle slot machine per quanto consentito dalle competenze comunali, con limitazione di orari di accensione degli apparecchi di gioco nei locali.
La Regione Piemonte ha approvato nel luglio 2021 una nuova legge per il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico che abroga la precedente del 2016.
Una nuova Legge che sembra non aver funzionato come doveva, in quanto negli ultimi quattro anni sono stati spesi quasi 32 miliardi e le macchinette sono aumentate del 10% in un anno.
Così il 19 maggio è stato organizzato, con il supporto economico della Regione Piemonte, un incontro sostenuto dal comune di Alba, informativo e di prevenzione sul gioco d'azzardo per aiutare i giocatori problematici ad uscire da questa piaga.
Da qui parte la riflessione dell’opposizione: «Il gioco d’azzardo patologico (GAP) - ha dichiarato Anna Chiara Cavallotto - rappresenta un vero e proprio dramma socio-sanitario, che colpisce principalmente le fasce più deboli della popolazione. La crescita della domanda è fortemente collegata al potenziamento dell’offerta, che negli ultimi decenni è diventata pervasiva, raggiungendo i luoghi della vita quotidiana in maniera crescente. Ad oggi non solo la Legge è a tutti gli effetti in vigore, ma non si vede alcun miglioramento, anzi, possiamo parlare di un peggioramento. Cosa intende fare l'amministrazione a riguardo, dal momento che è necessario ad oggi constatare che questa nuova Legge è stata un’enorme sconfitta?».
«Siamo tutti d’accordo che le dipendenze patologiche in generale siano una piaga sociale da rimarginare e far guarire - ha risposto Elisa Boschiazzo, assessora al sociale - e per questo il Comune di Alba sta lavorando su più fronti. Con l’Asl per il progetto “Perdere tutto non è un bel gioco”, in cui ci saranno momenti di confronto, anche “one to one” con le persone che soffrono di questa patologia ludica per il gioco d’azzardo.
Con la Regione Piemonte stiamo mettendo in campo, per l’uso responsabile del denaro, il progetto “Caso improbabile” che si svolgerà presso le scuole, i luoghi del gioco d’azzardo e il territorio, per lavorare su tutte le età. Sarà composto da tre azioni. La prima per le scuole dal titolo “Fate il nostro gioco”: un laboratorio esperienziale, organizzato dall’associazione Taxi1729, sulla tematica del gioco d’azzardo, che, ahimè, colpisce molto anche i giovani.
La seconda azione si intitola “Moltiplichiamoci” ed è dedicata al territorio dove individuare i giocatori seriali ed aiutarli a essere più consapevoli della loro patologia ludica, per poterli aiutare a gestirla al meglio. Nei luoghi d’azzardo invece si interverrà incontrando i gestori per insegnare la prevenzione e proporre azioni di miglioramento. Come si vede è un progetto importante e crediamo che partire dalle scuole sia fondamentale».
«Ma di cosa stiamo parlando - si chiede la consigliera di opposizione - se nella Regione Piemonte sono aumentate del 10% le macchinette per il gioco? Ben vengano le azioni come quelle elencate ma credo che ormai il danno sia stato fatto con una Legge che ha peggiorato quella precedente e che ha dimostrato come la Regione sembri lavarsene le mani, per poi correre ai ripari con iniziative come queste. Da anni si discute su come agire, ed ora lo si fa in fretta e furia? Secondo me nel gioco d’azzardo la città di Alba ha purtroppo perso un battaglia che doveva essere combattuta meglio. Ci volevano prevenzione e norme più chiare, fin da subito!».