Voce al diritto | 13 maggio 2023, 07:45

Cosa succede se utilizzo immagini create con intelligenza artificiale?

Cosa succede se utilizzo immagini create con intelligenza artificiale?

“Egregio Avvocato,

ho un piccolo blog su internet, che uso ormai da più di dieci anni per pubblicare le mie opinioni su ciò che succede nel mondo. Ultimamente, sto utilizzando delle immagini prodotte tramite intelligenza artificiale.

Mi è però sorto un dubbio: sto forse in qualche modo violando la normativa sul copyright?”

 

Gentile lettore,

la questione del copyright per le opere prodotte dall'intelligenza artificiale è sorta nei mesi scorsi, a seguito dell'ampia diffusione di questi straordinari strumenti informatici, ed è tuttora molto controversa.

In estrema sintesi, l'intelligenza artificiale è un programma estremamente avanzato, in grado di replicare l'intelligenza umana. In questo senso l'intelligenza artificiale comprende e usa le lingue, apprende, ragiona, riconosce e crea immagini, propone soluzioni a problemi.

Esistono software di intelligenza artificiale specifici per la creazione di immagini. Essi sono stati addestrati tramite la raccolta ed elaborazione di un numero enorme di immagini: il software di intelligenza artificiale è programmato per rielaborare questa mole di dati e, su richiesta di un utente, produrre un'immagine nuova, secondo i desideri e le istruzioni impartite del richiedente.

L'intelligenza artificiale pone fondamentalmente due questioni dal punto di vista giuridico: la prima è se la fase di addestramento violi il copyright, la seconda è se l'immagine prodotta dall'intelligenza artificiale sia essa stessa protetta dal copyright.

Per il diritto italiano, la tutela del copyright è garantita dalla Legge n. 633 del 22 aprile 1941, cosiddetta legge sul diritto d'autore. Gli altri Stati possono avere regolazioni della materia diverse rispetto a quella italiana: in ogni caso, il nucleo centrale del copyright è sempre lo stesso, cioè evitare che altri utilizzino abusivamente la creazione di un autore.

Per quanto riguarda la questione dell'addestramento, di recente è stata pubblicata su diversi mezzi di informazione la notizia che la società Getty Images, ossia una delle principali agenzie fotografiche a livello mondiale, ha promosso causa a una nota società che opera nel campo dell'intelligenza artificiale per la produzione di immagini. Il giudizio è stato introdotto davanti a una Corte londinese.

Secondo quanto si apprende dal comunicato diramato da Getty Images, l'accusa rivolta all'altra parte è di avere utilizzato milioni di fotografie di Getty per addestrare l'intelligenza artificiale, senza nessun permesso e senza pagare alcun corrispettivo. Getty Images afferma anche di avere concesso la licenza delle sue immagini ad altre società che programmano intelligenze artificiali.

La questione che si pone, dunque, non è tanto se sia possibile utilizzare materiale coperto da copyright per addestrare l'intelligenza artificiale, quanto piuttosto se l’addestramento possa avvenire senza ottenere la licenza sulla fotografia dal titolare. In ogni caso, si tratta di questione che interessa più che altro le aziende che programmano l'intelligenza artificiale, più che gli utenti.

Più rilevante invece è la seconda questione, cioè se il prodotto dell'intelligenza artificiale sia coperto da copyright.

Una recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, n. 1107/2023, ha affrontato per la prima volta la questione, anche se solo incidentalmente e in maniera non dirimente.

In particolare, la Corte di Cassazione ha affrontato il caso di un autore di un'immagine digitale, prodotta tramite un software di intelligenza artificiale, che aveva citato in giudizio una società, affermando che quest'ultima aveva abusivamente utilizzato la predetta immagine da lui creata.

Leggendo il provvedimento della Suprema Corte, si apprende come l'attività dell'autore dell'immagine era stata quella di selezionare l'algoritmo da applicare e approvare a posteriori il risultato generato dal programma.

La Corte di Cassazione, nella propria motivazione, richiama un costante orientamento secondo cui l'opera “riceve protezione a condizione che sia riscontrabile in essa un atto creativo, seppur minimo, suscettibile di manifestazione nel mondo esteriore, con la conseguenza che la creatività non può essere esclusa soltanto perché l’opera consiste in idee e nozioni semplici, ricomprese nel patrimonio intellettuale di persone aventi esperienza nella materia” (Cass. 25173/2011). Quindi il copyright, almeno per il diritto italiano, è garantito purché esista un contributo creativo, anche minimo e molto semplice.

Continua la Suprema Corte affermando che l'utilizzo di un'intelligenza artificiale comporta un minimo di attività creativa da parte dell'utente, che sceglie l'algoritmo, gli dà le istruzioni e valuta il risultato finale. Quindi, in sintesi, la Corte sembra ammettere che il prodotto dell'intelligenza artificiale sia protetto dal diritto d'autore e che tale diritto spetti all'utente, perché è lui a valutare che il prodotto finale dell'intelligenza artificiale sia conforme ai propri desideri.

Si tratta comunque di questioni del tutto nuove, che troveranno una definitiva soluzione solo in futuro, a seguito dell'elaborazione giurisprudenziale e delle leggi che saranno verosimilmente promulgate per regolare il fenomeno.

Avv. Filippo Testa


Voce al diritto a cura dell'Avv. Filippo Testa
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