Si sono riuniti a centinaia, tra soldati e civili, lo scorso 10 marzo, in piazza Indipendenza a Kiev, per dare l'ultimo saluto al comandante Dmytro Kotsyubaylo, conosciuto con il soprannome di “Da Vinci”, Да Вінчі in ucraino.
Kotsyubaylo, nato il 1° novembre 1995 nel villaggio di Zadnistrianske, è stato il più giovane comandate di battaglione nella storia dell'esercito ucraino, insignito nel 2021 con l’Ordine della Stella d'Oro e la decorazione di Eroe dell’Ucraina dal presidente Volodymyr Oleksandrovych Zelenskyj. Nel 2022 era entrato nella classifica di Forbes dei 30 under 30 Faces of the Future, come uno tra i giovani che avrebbero saputo meglio ricostruire l’Ucraina.
Dmytro Kotsyubaylo aveva scelto il soprannome Da Vinci in onore di Leonardo, che aveva imparato ad ammirare durante gli studi alla scuola d’arte. Attraverso un’intervista, a chi lo aveva accusato di essere a capo di un battaglione di estrema destra, riferendosi proprio all’artista e genio italiano, aveva risposto: "Mi è piaciuta la sua immaginazione e invenzione, abbracciando nuove idee. Non si possono ammirare cose del genere ed essere un razzista intollerante”.
Ancora studente Kotsyubaylo aveva partecipato alle proteste del movimento Euromaidan, quelle che furono anche conosciute come "Rivoluzione della dignità", esplose nel 2013 all'indomani della decisione del governo ucraino di sospendere le trattative per la conclusione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. A seguito di questo, il giovane Dmytro appena diciottenne, nel 2014 decide si arruolarsi come volontario nell’esercito, partecipando così alla guerra del Donbass.
Kotsyubailo non ha mai prestato servizio nelle forze armate ucraine, ma è sempre stato come membro del “Corpo dei volontari ucraini del settore destro”, nei teatri più caldi dei combattimenti contro l’occupazione russa dell’Ucraina, lui stesso ha sottolineato, dopo aver ricevuto la decorazione di Eroe dell’Ucraina, che si trattava di un riconoscimento per tutti coloro che avevano imbracciato le armi nel 2014 e avevano prestato servizio come volontari per lungo tempo.
Nel 2016 venne nominato comandante di una compagnia d'assalto, unità che ha operato nella maggior parte dei “punti caldi” dell'Ucraina orientale.
Dall’inizio del conflitto russo-ucraino, Kotsyubaylo è stato al comando del battaglione di fanteria meccanizzata “Da Vinci Wolves”, i lupi di Da Vinci, nome dato al battaglione proprio in suo onore e considerato una forza “d'élite” tra le più addestrate e preparate e del Corpo dei militari volontari ucraini.
I “Da Vinci Wolves” hanno avuto un ruolo di primo piano nella difesa di Mariupol, prima della sua occupazione, ma anche nelle battaglie di Gulyaipol e Orichovo, nella difesa di Kyiv, poi Mykolaiv, Kryvyi Rih e nella liberazione di Kherson.
Oggi il battaglione, il cui motto è "Ferro e fuoco", è impegnato nella feroce battaglia di Bakhmut, contro i mercenari russi della compagnia militare privata "Wagner”, accusati tra l’altro di aver avuto ruolo significativo nel massacro di civili a Buča.
Bakhmut è al momento l'epicentro dei combattimenti nella guerra d’invasione dell’Ucraina, la sua occupazione oggi per i russi non ha solo ragioni strategiche, ma anche ragioni simboliche. Per questo la guerra per la conquista della città si è trasformata in una intensa battaglia strada per strada.
In questa battaglia i “lupi" di Da Vinci hanno un ruolo chiave, essendo a difesa dell’unica strada, quella che va da Bakhmut a Chasiv Yar, che permette il trasporto non solo di rifornimenti, ma anche l’evacuazione dei feriti dalla città, per questo soprannominata “strada della vita”.
Lo scorso 7 marzo, alle cinque del mattino, proprio nei pressi di Bakhmut, Dmytro Kotsyubaylo come sua abitudine stava ispezionando le trincee e le postazioni da combattimento del battaglione Da Vinci Wolves. Il comandante si assicurava sempre che tutti i suoi soldati fossero al sicuro, prima di entrare lui stesso in postazione o nei rifugi.
Quella mattina però i bombardamenti ebbero inizio prima del solito, “Da Vinci” stesso venne sorpreso e mentre stava per mettersi al riparo, venne colpito da una scheggia di mortaio alla gola.
Kotsyubaylo viene immediatamente soccorso dall’unità medica Ulf, il servizio medico del battaglione composto da paramedici al cui comando c’è Alina Mykhailova, fidanzata di Da Vinci. La Mykhailova e la sua squadra cercano di stabilizzare “Da Vinci”, durante il trasporto in ospedale, dove anche i medici tentano invano di rianimarlo.
Penso che questa sia la cosa peggiore che ti possa accadere in una situazione del genere, il mettere tutti i propri sforzi, la propria conoscenza, quelle competenze che hanno salvato tanti soldati, per salvare il proprio comandante e la persona che ami, ma non riuscire a farlo.
Lo scorso 10 marzo si sono celebrati i funerali solenni. Oltre ai suoi compagni d’arma e a centinaia di civili, prima nella Cattedrale di San Michele a Kiev e poi alla successiva processione fino in piazza Maidan, quella da cui tutto era partito quasi dieci anni prima, a onorare la memoria di “Da Vinci” c’erano il capo del servizio di intelligence del Ministero della Difesa, Kyrylo Budanov, il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov, il comandante in capo delle Forze Armate Valeriy Zaluzhnyi e il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyj accompagnato dal primo ministro finlandese Sanna Marin, in visita diplomatica.
"Oggi, “Da Vinci”, un eroe dell'Ucraina, un volontario, un uomo simbolo, un uomo di coraggio, Dmytro Kotsiubailo, è stato ucciso in combattimento. Un combattente della 67ª brigata separata meccanizzata, un comandante, è morto in battaglia vicino a Bakhmut, nella battaglia per l'Ucraina", ha poi scritto Zelenskyj sul suo canale Telegram, “fa male perdere i nostri eroi. Coraggiosi, forti, fedeli a sé stessi e allo stato. Ho consegnato a Oksana Kotsiubailo, la madre di Da Vinci, la croce al merito militare, di cui suo figlio è stato insignito postumo. Non lo dimenticheremo mai e gli saremo sempre grati".