Domani, venerdì 24 marzo sarà la “Giornata dei Missionari martiri” e alle ore 20.45 nella chiesa di Santa Maria a Cuneo si terrà una veglia di preghiera, promossa dall’Ufficio Missionario.
La data ricorda il giorno del sacrificio di Monsignor Oscar Romero, arcivescovo in San Salvador, assassinato mentre celebrava l’Eucarestia da un sicario degli squadroni della morte nel 1980.
Sono centinaia i religiosi e le religiose cuneesi che hanno dedicato la loro vita alle missioni e hanno perduto la vita in modo tragico. Ne ricordiamo brevemente tre, di tre epoche diverse, cominciando da Santo Stefano da Cuneo, canonizzato da papa Paolo VI nel 1970 di cui in realtà si sa molto poco.
Nato in una città fondata da pochi anni, intorno al 1340, diventò francescano e finì a predicare in Terra Santa. Venne ucciso a Gerusalemme dagli arabi nel 1391, senza abiurare e dopo essere stato torturato.
Un quadro di Stefano da Cuneo si trova nel Santuario della Madonna degli Angeli.
Per Catterina Tassone da Peveragno, c’è una targa che la ricorda posizionata sulla sua casa natale, nella via a lei dedicata.
Questa giovane terziaria cappuccina perse la vita a soli 27 anni, nel nord-est del Brasile in un luogo chiamato Alto Alegre, nella regione del Maranhão.
Era nata a Peveragno il 4 aprile 1874, vestì l’abito il 12 gennaio 1897, assumendo il nuovo nome di Maria Eleonora di Sant’Antonio. Nello stesso anno, a giugno venne destinata in Uruguay, a Montevideo, dove due anni dopo professò i voti religiosi. Nel maggio 1899 fu scelta insieme ad altre consorelle per raggiungere la missione di San Giuseppe della Provvidenza, in piena Amazzonia, dove si trovava una comunità di frati cappuccini e si pensava di aprire un istituto femminile per l’educazione delle bambine del luogo.
Ci arrivarono dopo un mese di viaggio, per mare e fiume in battello, nella foresta a cavallo e a piedi.
La mattina del 13 marzo 1901 un gruppo di indios attaccò la missione: fu una strage. Vennero uccisi tre sacerdoti, un laico, due terziari francescani e sei suore, fra cui Catterina.
Sembra che in tutto ci furono oltre 200 vittime, ricordate come “i martiri di Alto Alegre”.
Le spoglie delle suore e dei religiosi sono state traslate nel 1951 nella chiesa di Barra do Corda, costruita a 50 anni dal massacro. Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Peveragno, su una parete laterale, è appesa una sua grande fotografia.
Padre Giuseppe Bertaina fu invece un missionario della Consolata, ucciso il 16 gennaio 2009, durante una rapina nel seminario di Nairobi che lui contribuì a migliorare facendo costruire una magnifica e moderna biblioteca.
Nato nel 1927 a Madonna dell’Olmo, in una famiglia contadina numerosa, con tre sorelle suore domenicane, studiò filosofia ma anche fisica e ingegneria, a Londra e in Sud Africa. Negli anni ’60 fondò a Sagana, una piccola località rurale vicino al monte Kenia, una scuola professionale a cui dedicò gran parte della sua vita.
In quella struttura molti giovani impararono un mestiere: falegnameria, meccanica, idraulica, elettricità, la didattica spaziava in ogni settore potesse servire ai giovani per trovare un lavoro stabile.
Padre Giuseppe Bertaina era una figura di prete-tecnico di grande intelligenza, sensibilità e cultura.
Dedicò la sua esistenza all’Africa, che amava particolarmente, e dall’Africa fu tradito una mattina in cui tre suoi ex alunni si presentarono nel suo ufficio, credendo avesse con sé del denaro. Gli rubarono il PC portatile, tutto ciò che possedeva, ma purtroppo prima di fuggire lo legarono e lo imbavagliarono e lui morì soffocato.
Due di questi ragazzi sono stati condannati all’ergastolo e stanno scontando la pena nello stesso carcere in cui padre Giuseppe Bertaina andava a celebrare la messa la domenica mattina.
Sono molti altri i martiri missionari cuneesi. Ricordando queste tre figure, simbolicamente, ricordiamo tutti.
Nella celebrazione in Santa Maria interverrà padre Aurelio Gazzera e ci sarà l’animazione del coro “Pacem in Terris”.
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