Che si fa a Carnevale? No, perché martedì grasso è dietro l’angolo. Se non sapete da dove cominciare, partite da un grande classico, le Chiacchiere (e non parliamo di gossip).
Tutti i modi di dire… Chiacchiere
Ogni Regione ha una propria versione del dolce tipico delle feste in maschera, con tanto di ricetta e variazione di nome: se a Napoli si chiamano Chiacchiere, in Piemonte ed in Liguria le conosciamo come Bugie, in molte zone vengono chiamate anche Gasse (nella zona di Alessandria), Risòle (a Cuneo) oppure Gale o Gali (a Vercelli e Novara). A Roma e nel Lazio diventano Frappe, in Toscana si chiamano Cenci, in Abruzzo Cioffe, nelle Marche Sfrappe, mentre a Bologna Sfrappole. Ma non solo. Oltre a questi termini ne esistono altri: Fiocchetti in Romagna, Intrigoni in Emilia, Testi di Turchi in Sicilia, Guanti in Calabria, Cunchielli in Molise, Galani in Veneto, Cròstoli o Grostoli in Trentino e Friuli, Lattughe a Mantova e Brescia, Merveilles in Valle d’Aosta e in Sardegna Maraviglias (nome più che azzeccato).
Ma qual è la loro storia?
Le radici di questa specialità ci riportano alle frictilia dell’Impero Romano. L’impasto, fatto di farina, uova, tagliato a strisce e fritto con strutto, era un dolce tipicamente invernale (visto l’apporto calorico) e veniva preparato in occasione di feste pagane come i Baccanali o Saturnali, antesignani del Carnevale.
Perché le Chiacchiere si chiamano così?
Ogni ricetta che si rispetti ha ovviamente le sue leggende. La più nota riguarda la Regina Margherita di Savoia, colei che ci ha regalato la pizza. Si narra che un giorno, spinta dal languorino, nel bel mezzo di una lunga conversazione chiamò il suo cuoco Raffaele Esposito, per farsi fare un dolce che potesse allietare lei e i suoi ospiti, egli prese spunto da quella chiacchierata di corte e diede il nome di “chiacchiera” al dolce appena fatto.
Va bene adesso basta! Troppe “Chiacchiere”, passiamo alla ricetta.
Quando il Carnevale si avvicina e il profumo di dolci riempie le strade, fermarsi a comprare delle Chiacchiere diventa una tentazione irresistibile. Piacciono a tutti e prepararle è facilissimo. Formate una fontana con 250 g di farina, unite al centro 1 uovo, 25 g di burro, 20 g di zucchero, un pizzico di sale, scorza di limone grattugiata e 2 g di lievito. Impastate con 50 ml di latte, formate una palla, rivestitela con della pellicola trasparente e mettetela in frigo per 30 minuti. Quindi, riprendete il composto e tiratelo con un mattarello in una sfoglia sottile. Con un tagliapasta ricavate dalla sfoglia dei piccoli rettangoli sagomati. Friggete le bugie in abbondante olio caldo, scolatele su carta assorbente e spolverate con zucchero semolato. Avvertenza. È necessario prepararne in gran quantità: una tira l’altra!














