Avrà venti giorni di tempo per assumere le proprie difese, produrre memorie o chiedere di essere interrogato dal magistrato il quarantenne residente nel Braidese destinatario nei giorni scorsi di un avviso di conclusione delle indagini preliminari effettuate nei suoi confronti dalla Procura della Repubblica di Asti, col sostituto Donatella Masia, in seguito alla denuncia presentata a suo carico da una cinquantenne con la quale l’uomo aveva intrattenuto una relazione sentimentale iniziata nel 2020 e chiusasi burrascosamente due anni dopo.
All’uomo, che di professione è impiegato in un'azienda della zona e che è assistito dall’avvocato albese Roberto Ponzio, viene contestata una serie di reati che vanno dai maltrattamenti agli atti persecutori aggravati, passando per il danneggiamento, la violazione di domicilio e le lesioni volontarie.
Nella denuncia presentata dalla donna e nel successivo fascicolo d’indagine vengono ricostruiti gli episodi nei quali, a detta della donna, l’uomo si sarebbe reso responsabile di maltrattamenti iniziati ancora durante la relazione, per poi arrivare alle molestie e minacce seguite alla decisione di lei di interrompere quel rapporto malsano, al punto da ingenerare nella donna un perdurante stato di ansia.
Insulti e denigrazioni, proferite anche di fronte ad amici della coppia, sarebbero però iniziate prima di quel momento. Tra queste, circostanze nelle quali l’uomo avrebbe asserito che, in quanto benestante, la compagna avrebbe dovuto provvedere al suo mantenimento e che stava con lui "solamente perché non avrebbe trovato altri".
Un quadro di per sé poco edificante, rispetto al quale la donna si era infine decisa a troncare la relazione, non mettendo però in conto la violenta reazione dell’ormai ex compagno. Questi, evidentemente non rassegnato alla fine della storia, si sarebbe infatti presentato presso l’abitazione della donna, suonandole ripetutamente il campanello di casa e urlando a squarciagola epiteti e minacce all’indirizzo non soltanto dell’ex fidanzata, ma anche del figlio di lei.
A suon di calci avrebbe si sarebbe quindi aperto il cancelletto di accesso al cortile dell’abitazione, continuando a gridarle minacce. "Non finisce qui, te la farò pagare cara, tornerò stanotte", tra le frasi pronunciate dall’uomo, cui vengono contestate anche lesioni volontarie, in quanto nella concitata discussione seguita alla violazione di domicilio la donna avrebbe rimediato ferite a un orecchio e contusioni al ginocchio, come refertato dai medici dell’ospedale "Santa Croce" di Cuneo.
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