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Langhe | 21 dicembre 2022, 19:03

Nominato il comitato scientifico del Centro Nazionale Studi Tartufo

In base allo Statuto ha il compito di proporre le attività culturali dell’Associazione e di valutare la qualità dei relativi progetti e programmi, fornendo al Consiglio di amministrazione il proprio parere

Nominato il comitato scientifico del Centro Nazionale Studi Tartufo

Il Centro Nazionale Studi Tartufo ha nominato il Comitato scientifico che in base allo Statuto ha il compito di proporre le attività culturali dell’Associazione e di valutare la qualità dei relativi progetti e programmi, fornendo al Consiglio di amministrazione il proprio parere.

Ne fanno parte professori universitari, ricercatori o tecnici di comprovata esperienza che in vario modo hanno già collaborato con il Centro Studi: Andrea Ebone, tecnico dell’Istituto Piante da Legno e Ambiente, Area Foreste e Biodiversità; Piercarlo Grimaldi, già Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Bra, antropologo; Antonietta Mello, ricercatore nell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP) del CNR presso l’Università di Torino; Stefano Mosca, direttore generale dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba, Destination Manager;

Luigi Odello, professore a.c. di analisi sensoriale in università italiane e straniere, Presidente del Centro Studi Assaggiatori e Amministratore delegato dei Narratori del gusto; Fulvio Romano, già Dirigente Licei Classici e Istituti Alberghieri, Giornalista collaboratore scientifico, esperto di climatologia territoriale; Alessandra Zambonelli, professore ordinario Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, Botanica, presidente Unione Micologica Italiana.

Il Presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo Antonio Degiacomi commenta: ”Avere un Comitato Scientifico allarga i nostri orizzonti. Ci proponiamo di continuare e ampliare le attività di ricerca e divulgazione che ci hanno caratterizzato, come l’analisi sensoriale, le buone pratiche forestali, la cerca e cavatura quale patrimonio culturale immateriale, ma anche di dedicare attenzione allo sviluppo degli studi biologici sul tartufo, il terreno, i microrganismi e sulle relazioni con la meteorologia e i cambiamenti climatici. Particolare impegno vogliamo mettere nella formazione e nella comunicazione rivolta a tutta la filiera, dai cercatori ai ristoratori.”

cs

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