A cento anni dalla nascita, nella vicina Castellinaldo, di Fratel Luigi Bordino, l’Associazione Pro Beatificazione a lui intitolata ne celebrerà la memoria anche attraverso un annullo postale. L’evento filatelico sarà inserito all’interno di un nutrito programma in memoria del Beato, che avrà inizio con un concerto presso la chiesa parrocchiale di Castellinaldo e proseguirà, tra manifestazioni culturali e momenti religiosi, fino al 4 settembre.
La figura di Fra Luigi
Nato da famiglia di agricoltori, Andrea crebbe tra scuola e aiuto ai genitori, in particolare nelle vigne, un ambiente rurale da cui era particolarmente attratto. A 16 anni la partecipazione agli esercizi spirituali organizzati dall’Azione Cattolica lo iniziarono al cammino di fede. Nel gennaio 1942 fu arruolato nell’Artiglieria Alpina e partì insieme al fratello per il fronte russo, dove, nel gennaio 1943 furono entrambi fatti prigionieri. Al termine della guerra, dopo indicibili sofferenze ma sempre con lo spirito attento verso i bisognosi, Andrea torna a casa. È profondamente cambiato e la sua fede è sempre più forte. Un giorno incontra un sacerdote della Piccola Casa della Provvidenza di Torino e durante un colloquio con il predicatore comprende la sua vera vocazione. Nel 1946 entra come postulante della Piccola Casa, dedicandosi ai malati. Nel 1947 indossa l’abito dei Fratelli Cottolenghini col nome di Fratel Luigi della Consolata. Particolarmente a suo agio con gli ultimi, curava i loro problemi materiali e morali. Era diventato una figura indispensabile all’interno dell’Ospedale della Piccola Casa e nel 1966, a seguito dell’approvazione pontificia della Congregazione dei Fratelli, emise i voti perpetui venendo nominato anche vicario generale della medesima. Nel 1975 gli fu diagnosticata la leucemia che combatté senza tralasciare il suo servizio missionario. A un confratello confessò: «Mi rincresce perché non potrò più fare molto per i malati, neanche per la famiglia dei Fratelli; non potrò più aiutarti; per tutto il resto, sia fatta la volontà di Dio fino alla fine, e voglio farla allegramente. Sono questi i momenti della fede».
Il 25 agosto 1977 lasciava questa Terra dopo essersi speso totalmente per il prossimo. Il 2 maggio 2015 verrà poi proclamato Beato durante una cerimonia tenutasi a Torino.
Il messaggio di Fratel Luigi
Padre Carmine Arice, Generale della Piccola Casa, prima che ci addentrassimo nell’evento filatelico, ci ha gentilmente concesso una breve intervista a margine delle celebrazioni del Centenario per ricordare la figura di Fratel Luigi.
Padre, cento anni fa, il Signore donava a questa Terra il piccolo Andrea. Un dono silenzioso, come tutta l’opera instancabile del futuro Fratel Luigi. Come possiamo leggere ai giorni nostri l’esempio del Beato?
P. Quando ho letto questa domanda mi è venuto nel cuore il pensiero che noi viviamo un tempo pieno di parole, pieno di gente che in qualche modo vuole dire la sua opinione, che si vuole presentare come maestro. Niente di più lontano da quello che era Fratel Luigi. Per lui parla la sua testimonianza. Io ho detto ai miei religiosi che avrei voluto fosse nominato “Patrono della formazione” perché ancora dopo tanti anni, le persone che lo hanno conosciuto, che hanno lavorato con lui in oratorio o nelle corsie d’ospedale, parlano della sua relazione con il malato, nel modo e nelle parole che utilizzava per stare vicino ai malati ed in maniera speciale ha formato chi gli stava di fianco, con i gesti più che con le parole. Che cosa diceva con i gesti? A mio parere diceva da un lato il primato di Dio e dall’altro la dignità dell’uomo. La prima illustrava la sua fede, già acquisita in famiglia, con la volontà ferrea di fare quanto suggeriva il Signore. Circa la dignità della persona, l’acquisì molto bene in Russia durante la guerra e nella Piccola Casa, dove ebbe modo di esercitare quotidianamente la vicinanza, l’assistenza per la persona in quanto tale. Riuscì nell’intento, se non di far vivere i malati con dignità, almeno a morire con dignità e questa mi sembra l’immagine più bella che possiamo dare di Fra Luigi. La sua opera la si riconosceva prima nei gesti che nelle parole e questo appare anche ai giorni d’oggi profetico nella ricerca della dignità umana, al di là di come mi si presenta sia nell’aspetto fisico, sia nella gravità della malattia, sia nel suo pensiero fino ad arrivare alla visione evangelica riconoscendo la presenza in mezzo a noi di Gesù Cristo. Ma c’è anche un lato antropologico che Fra Luigi sottolinea; egli non chiedeva l’atto di battesimo al malato che serviva ma si poneva nei suoi confronti con quell’aspetto di riconoscimento della sua dignità umana. Se ha imparato la professione infermieristica così bene è proprio perché ha saputo “vivere” le persone che assisteva in maniera totale.
Fratel Luigi ebbe modo di sperimentare le brutture della guerra e le sue conseguenze nefaste sui corpi e sui cuori di chi è costretto a combattere. Oggi viviamo una “terza guerra a pezzi“(come afferma Papa Francesco). Come possiamo reagire di fronte allo sbandamento di un’umanità sempre più smarrita e povera di valori, soprattutto considerando la mansuetudine che caratterizzò la missione del nostro Beato?
P. Le dico solo una parola in particolare sulla guerra. Gli ultimi Pontefici, ma in particolare sia Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e anche Papa Francesco nella “Evangelii gaudium” dicono che in questo momento noi stiamo vivendo una crisi antropologica che nega il primato dell’uomo. Allora quando io nego il primato dell’uomo faccio venire fuori come criterio interpretativo della realtà che mi guida altri primati, quello economico, quello del potere, quello degli interessi particolari e da questo discendono conflitti, crisi economica, guerre. Noi non risolveremo nessuna “terza guerra mondiale a pezzi” se noi non risolveremo la questione antropologica ovvero se non torneremo a riconsiderare il primato dell’uomo senza indugi. Se l’economia viene prima, le guerre saranno frequenti. Non dimentichiamo poi che l’uomo quando si allontana dal bene e da Dio è capace di fare scelte così negative a tal punto da perpetuare guerre a cui poi siamo indifferenti. La guerra che c’è in Ucraina è una delle cinquanta guerre che ci sono sul Pianeta. Questa ci interessa perché potrebbe colpirci direttamente, perché potrebbe diventare una guerra mondiale, perché manda a pezzi l’economia, ma per esempio noi abbiamo due sorelle nel Tigrai (n.d.r. Etiopia), un territorio dove ci raccontano quotidianamente che si uccide senza pietà, oppure quello che succede in Afghanistan o in alcuni Paesi dell’America meridionale che non interessano a nessuno perché non toccano l’economia mondiale. Io penso che Luigi ci insegni la dignità della persona e Papa Francesco dice che questa dignità deve diventare la centralità, dunque, ecco perché affermo che la crisi antropologica significa aver dimenticato la centralità del primato della persona.
Il tempo passa ma potremmo dire che lo spirito e l’esempio di Fratel Luigi continuano ad aleggiare nella Piccola Casa e tra le corsie degli ospedali. Guardando il suo viso sereno, possiamo ritenerlo un Angelo venuto in Terra che è tornato al Padre con tanta dedizione che lascia senza parole. Riassuma il Beato Fratel Luigi, se possibile, con un solo aggettivo.
P. Io direi “Presenza”, non so se è un aggettivo. Fratel Luigi era il “ci sono di Dio” accanto al malato. Quando Dio si è rivelato a Mosè gli ha detto di andare in mezzo alla sua gente e di dire “io sono” che molti studiosi interpretano proprio come “io ci sono”. Gesù stesso prima di salire al Cielo disse “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Luigi è stato il Sacramento di questa presenza, con quel “ci sono” non solo come Fratel Luigi ma come parte di Cristo vicino alle persone. Gli stessi malati lo hanno testimoniato in maniera convinta, soprattutto quando appariva nei momenti più importanti, quando c’era davvero bisogno della sua presenza, senza essere chiamato da nessuno. In una parola, inviato dal Signore!
Concludendo, l’Associazione Pro Beatificazione ha, con molta lungimiranza, deciso di sottolineare questo centenario riconoscendo il forte impatto del messaggio filatelico, in grado di portare la figura di Fratel Luigi oltre i confini del territorio albese. Ci piace pensare a tante cartoline che prenderanno la via della Provvidenza, a cui il Beato si è sempre affidato, per entrare nelle case di tanti fedeli. Quale frase le piace pensare avrebbe scritto su quelle missive?
P. ”Deus caritas est”, Dio è amore. Perché in fondo è quanto viene citato nel nostro motto “La carità di Cristo ci spinge”. Luigi ha testimoniato in tutta la sua vita questa scelta. “Dio è provvidenza, Dio è amore”, questo scriverebbe sulle cartoline. Poi penso che sia bello ci lasci una traccia e quando si parla di annullo filatelico vuol dire che rimarrà nella storia questo momento, il passaggio di questa Creatura anche come testimonianza tra di noi per aiutarci a 100 anni dalla sua nascita a incontrare questo amore di Dio. Certamente non scriverebbe il suo nome, questo è sicuro.
L’evento filatelico.
Le parole di Padre Carmine, profonde e toccanti, ci introducono al tema accennato all’inizio. Alba, tra l’altro, non è nuova ad appuntamenti filatelici e marcofili (n.d.r.: la marcofilia è un particolare settore della filatelica che si occupa degli annulli postali). Ricordiamo infatti la recente emissione del francobollo dedicato a Beppe Fenoglio (1° marzo 2022) o i vari annulli in città e provincia.
L’Associazione Pro Beatificazione, si diceva, ha fortemente voluto sottolineare questo centenario con l’emissione di uno speciale annullo filatelico grazie alla preziosa collaborazione di Poste Italiane – Ufficio di Alba. Lo scorso 11 agosto è stata comunicata, tramite il Bollettino Ufficiale, l’impronta di forma rotonda (che illustra il viso del Beato e la dicitura “Centenario della nascita del Beato Fratel Luigi Bordino 1922-2022) e i dettagli del servizio, che sarà allestito attraverso uno spazio filatelico temporaneo, il 4 settembre presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo di Via Vernazza 10 ad Alba, a cura dello sportello filatelico albese di Poste Italiane dalle ore 14 alle ore 19.
Per l’occasione è stata predisposta da Poste Italiane e dalla Cottolengo Congregatio Fratrum S.I.B. anche una speciale cartolina filatelica che potrà essere obliterata con il citato timbro figurato.
Quest’ultimo sarà poi disponibile, presso lo sportello filatelico di Alba (Via XX Settembre 5), negli orari di apertura al pubblico, a partire da lunedi 5 settembre e per i successivi 60 giorni, per essere poi depositato al termine dei quali verrà depositato nel Museo Storico della Comunicazione di Roma, per entrare a far parte della collezione storico postale. Presso lo spazio filatelico si potranno acquistare anche le più recenti emissioni di carte valori, francobolli a tema, insieme ai tradizionali prodotti di Poste Italiane (folder, cartoline, tessere)
Particolarmente interessante anche la scelta dei francobolli che verranno annullati. Si tratta di tre valori emessi tra il 1993 ed il 2019 che illustrano San Giuseppe Benedetto Cottolengo e la Casa della Divina Provvidenza (1993 – tiratura 3.000.000 di esemplari), 500° del dipinto “Madonna con bambino” di Macrino d’Alba (2001- tiratura 3.500.000 esemplari) attualmente conservato presso il Municipio di Alba, e i 100 anni dell’Associazione Nazionale Alpini (2019 – tiratura 2.500.000 esemplari), Corpo nel quale militò Fra Luigi.
Una memoria che rimarrà dunque scolpita nel tempo, anche grazie al messaggio filatelico. La filatelia infatti è cultura, oltre che mezzo di divulgazione, in questo caso del messaggio di Fratel Luigi, figlio di questa terra ricca di memorie e di valori morali che Alba e i suoi cittadini sapranno continuare a coltivare, anche attraverso una cartolina che porti il viso sereno del Beato dovunque c’è bisogno di una carezza o di un gesto di speranza.