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Curiosità | 27 agosto 2022, 08:49

Un ‘Caffè Letterario’ a Firenze per lo scrittore albese Mauro Rivetti

Diario di un weekend nella culla del Rinascimento

Un ‘Caffè Letterario’ a Firenze per lo scrittore albese Mauro Rivetti

Partenza: Alba. Cambio: Torino Porta Nuova. Arrivo: Firenze Santa Maria Novella. Circa quattro ore da centro città a centro città.
Keep calm. Non è una pubblicità di Trenitalia. Vogliamo solo raccontarvi la cronaca di un weekend nella culla del Rinascimento. Lo facciamo grazie al contributo dello scrittore albese Mauro Rivetti, che di arte se ne intende e scoprirete molto presto il perché.

Mentre il treno sfreccia lungo la pianura Padana, leggiamo la cartolina che ci ha spedito via mail: “Cara Silvia, Ti scrivo di ritorno da un viaggio a Firenze, tre giorni intensi e carichi di emozione. Quando venni ospite del Caffè Letterario e dell’associazione Albedo, mai e poi mai avrei immaginato quanto appena accaduto in questi giorni. In prima istanza non volevo far parola alcuna, la storia forse si sarebbe narrata per proprio conto, ma questa sera mentre mi sono rimesso a scrivere, per ordinare le idee e proseguire il mio percorso di scrittore, ho sentito la necessità di scriverti per ringraziarti.
Senza il tuo supporto non avrei mai avuto il coraggio di affrontare il pubblico. Pensa, ho raccontato la storia ‘romanzata’ del celebre drappo con il motto ‘Cerca Trova’, inserito da Giorgio Vasari nella battaglia di Scannagallo, meglio nota e trascritta ai posteri come la Battaglia di Marciano. Della presunta sovrapposizione alla Battaglia di Anghiari, dipinta dal grande Leonardo da Vinci, non ho fatto cenno, troppo delicato e difficile questo passo. Mi è stato chiesto di raccontare il salone dei Cinquecento in chiave inedita, visto da uno scrittore di libri gialli contemporaneo, distante per mezzi e notorietà dai grandi circuiti degli scrittori più blasonati e noti al pubblico.
La platea, oltre al mio racconto, ha potuto visitare Palazzo Vecchio in un contesto inedito, nel chiaroscuro della notte, ed è stata affascinata, come il sottoscritto, da questo splendido contesto. La storia della scritta menzionata nella bandiera, da me romanzata, prende ispirazioni da un frammento di storia, che racconta come il pittore Giorgio Vasari, abbia voluto narrare la vicenda di un gruppo di fiorentini, stufi dei soprusi della famiglia dei Medici, che offrirono il loro appoggio ai Senesi. L’esito della battaglia, nota alla storia, condannò questi sventurati a terribili torture, facendone dimenticare al popolo i loro visi ed i loro nomi, a monito di chi avesse solo pensato di ribellarsi al potere.
Ho terminato il racconto con una frase sul senso degli eventi della storia di cui siamo ignoti attori, che il pubblico ha gradito e su cui ha meditato: ‘Se la storia fosse stata diversa, non saremmo qui ad ammirare questa città, ma, forse, saremmo a Siena ad omaggiare i vincitori’. Con questo è tutto, ritorno alla mia vita di scrittore ignoto, che ama sempre più questa arte e le persone che la vivono. Un caro saluto e grazie”.

Grazie Mauro per aver condiviso questo irrefrenabile sentimento di amore per la cultura in uno slancio che ti unisce ancora di più al Caffè Letterario del quale sei stato ambasciatore addirittura a Firenze. E ripenso alle precedenti visite nel capoluogo toscano. Gite della scuola, viaggio di nozze, cartoline dagli amici. Già sogno la Galleria degli Uffizi, il Giardino di Boboli, Palazzo Pitti e finalmente ci siamo!
Mentre ammiro la Venere del Botticelli penso che è sempre più bella. Già, perché ci sono luoghi magici dove non puoi dire: “Ci sono già stato un sacco di volte”. Bisogna andarci e ritornarci nel corso della vita. In modo che i nostri occhi possano assorbire pian piano la bellezza con lo scorrere dell’età.

In questo periodo di fine estate sembra di percepire che Firenze assuma una dimensione più naturale. Un’autenticità che raramente si ritrova in altri periodi dell’anno. Quello che mi rimane non è soltanto il tramonto da Piazzale Michelangelo, una delle più belle terrazze panoramiche al mondo. Ok, quello va bene per l’ennesima foto su Instagram. Nessun social potrà però mai raccontare lo spuntino con un panino a base di lampredotto. Il trippaio che di ogni suo prodotto dice l’è bono, l’è gustoso non lo puoi mica raccontare in una story di Facebook. Certe cose le devi vivere e assaporare!
Così come devi catturare il suono del pianoforte situato nell’androne di Palazzo Vecchio. Lì, in un luogo che trasuda la storia della Signoria gigliata e lo sa bene Mauro Rivetti. Firenze non è solo la passeggiata sul Ponte Vecchio, ma è anche quell’oste che ti serve una Fiorentina, perché mai avresti fatto tutta questa strada per meno di 1,4 kg di bistecca. Firenze è un bicchiere di Chianti nel cui calice guardare riflessa la Cupola del Brunelleschi. Provando solamente ad immaginare la grandezza di tanti illustri personaggi. Artisti, scienziati e poeti che da qui sono partiti per lasciare un’impronta indelebile nella storia. Molti di loro sono sepolti o ricordati in Santa Croce, ma non basta una bellissima chiesa per dare l’idea di cotanta grandezza.

E capisci che per scoprire Firenze e i suoi immensi tesori non basta di certo questo viaggetto. Ci vorrebbe una vita intera. Ma per ora va bene così. Lunedì e una nuova settimana di lavoro sono dietro l’angolo, bisogna svegliarsi dal sogno e risalire sul treno. Ok il Rinascimento, l’arte e la cultura, però mica le bollette le possiamo mandare a Lorenzo il Magnifico!

Fiorenza dentro da la cerchia antica,
ond’ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace, sobria e pudica.
Non avea catenella, non corona,
non gonne contigiate, non cintura
che fosse a veder più che la persona.
Dante Alighieri, Paradiso XV, 97-102

Silvia Gullino

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