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Eventi | 19 luglio 2022, 17:47

Lo scrittore Davide Longo sarà ospite a Magliano Alfieri per "Parole e Musica"

Appuntamento giovedì 21 luglio: per l'occasione presenterà il suo romanzo, intitolato “La vita paga il sabato” (Einaudi editore)

Lo scrittore Davide Longo

Lo scrittore Davide Longo

Lo scrittore Davide Longo sarà ospite alla 9ª edizione di “Luglio nel Parco Alfieri - Parole e Musica” giovedì 21 luglio alle 21 a Magliano Alfieri.

Lo scrittore cinquantenne, vive fra Torino, dove insegna alla scuola Holden, e la sua casa in una borgata di Sampeyre in valle Varaita. È ormai un giallista affermato, rivelatosi al grande pubblico con “Il mangiatore di pietre” (Marcos y Marcos 2004 - Feltrinelli 2016), diventato un film con la regia di Nicola Bellucci e l’interpretazione di Luigi Lo Cascio e ha pubblicato recentemente il suo ultimo romanzo, intitolato “La vita paga il sabato” per Einaudi.

Il titolo richiama un racconto fenogliano. È voluto?

«Il titolo è un omaggio voluto e molto sentito, ovviamente a Fenoglio, che considero il mio maestro e il mio modello, ma anche a un altro autore italiano, meno riconosciuto dal punto di vista letterario perché considerato a suo tempo un autore di mero genere. Si tratta di Giorgio Scerbanenco, che con il suo “I milanesi ammazzano il sabato”, e con molti altri libri, ha indicato, da abile artigiano della scrittura, quella via che cerco di percorre e che fonde genere noir/giallo e qualità letteraria».

La trama si sviluppa in vari luoghi, ma parte da una vallata cuneese. Quanto sei legato alle nostre montagne?

«Sono legatissimo alle montagne del cuneese, in particolare alla Valle Varaita, dove ho casa fin da quando ero bambino e da qualche anno ho creato il progetto di ospitalità e scrittura AlfaBaita. AlfaBaita è stato il modo in cui ho cercato di dare concretezza e fondere le tre grandi passioni della mia vita che sono la mia famiglia, la scrittura e la montagna».

Nel romanzo compare un personaggio che chiami Johannes Van Drift, un pittore. Si tratta di un aggancio immaginario con il maestro d’Elva Hans Clemer?

«Ne “La vita paga il sabato” ci sono alcuni agganci a storie e personaggi delle valli occitane che i frequentatori o gli abitanti dei luoghi potranno scorgere sottotraccia. Si tratta di materiali e storie da cui ho preso ispirazione e che ho liberamente romanzato, episodi che mi hanno colpito e che mi sono rimasti impressi, tanto da rivelarsi poi degli spunti interessanti per alimentare l’intreccio del romanzo, che è stratificato e di pura fantasia».

Che cosa è cambiato nel rapporto con i tuoi personaggi Vincenzo Arcadipane e Corso Bramard dal primo “Il caso Bramard” del 2014?

«Quando si diventa spettatori o lettori di una storia seriale, se la vicenda e i personaggi ci avvincono, si sviluppa una sorta di dipendenza. Questo era quello che pensavo quando ho cominciato a scrivere questa saga. Con il tempo, in particolare dopo il terzo libro e durante la scrittura del quarto mi sono accorto che anche per l’autore c’è questo pericolo-desiderio. Arcadipane e Bramard, ma anche Ariel e Isa, sono per me ormai persone, e non personaggi. Io stesso sono curioso e in attesa dell’evoluzione delle loro vicende personali, prima ancora che delle indagini poliziesche in cui sono coinvolti. Sono forse la fetta di umanità con cui ho un legame più stretto, se usciamo dalla stretta cerchia delle persone che amo e con cui coltivo un’amicizia profonda. Questo è il motivo, al di là dell’amore dei lettori, per cui certamente ci sarà un quinto episodio della saga».

La scrittura per bambini è ancora nei tuoi progetti futuri?

«Certo, perché scrivere per bambini per me non è un progetto, ma un impulso. Si è presentato, molto istintivamente, in passato, e non ho motivo di pensare che scompaia. Proprio questa estate sto lavorando all’ampiamento di una storia per ragazzi che ho scritto anni fa e che diventerà un libro illustrato. Scrivere per i bambini è liberatorio e nello stesso tempo un lavoro che richiede estremo rigore. Assomiglia molto a certi esercizi per la schiena che ti costringono a stare in una posizione che non sceglieresti, ma che ti produrrà un benificio duraturo».

Non è la prima volta che partecipi a “Parole e Musica”, ci vieni di nuovo a distanza di 8 anni. Che cosa ne pensi?

«Mi piacciono le manifestazioni negli spazi aperti, specie se hanno un’anima storica, organizzate in maniera sincera, ma con competenza. Le occasioni senza troppi lustrini e cerimonie, dove al centro ci sono davvero i libri e l’incontro con i lettori. E la manifestazione di Magliano Alfieri mi pare avere tutte queste caratteristiche».

Silvano Bertaina

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