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Eventi | 28 giugno 2022, 17:20

Alba, "La Cura dell'Essere" sul palco del Teatro sociale con Daniel Lumera

Mercoledì 22 giugno l’esperto di scienze del benessere ha accompagnato il pubblico in un viaggio verso la consapevolezza

Daniel Lumera sul palco del Teatro sociale Busca di Alba

Daniel Lumera sul palco del Teatro sociale Busca di Alba

Mercoledì 22 giugno il sipario del Teatro Sociale “G. Busca” di Alba si è aperto su Daniel Lumera: l’esperto di scienze del benessere e della qualità della vita ha accolto i partecipanti in un evento unico e irripetibile, come soltanto le cose estemporanee e senza copione possono essere. Lumera, biologo naturalista, è docente e riferimento nella pratica della meditazione a livello mondiale e ha studiato con Anthony Elenjimittam, discepolo diretto di Gandhi.
La serata è iniziata alle 20.30 con un piccolo “imprevisto”: in sala un navigatore dimenticato acceso ha dato indicazioni ad alto volume per raggiungere una destinazione. Questo ha dato il "La" all’evento, che ha sottolineato il bisogno umano di ricevere indicazioni costanti, per paura di smarrirsi e doversi affidare al momento, azionando un ascolto profondo con se stessi.

La “Cura dell’Essere” nasce nel marzo 2020, durante il primo lockdown, come mezzo di supporto per le persone che nutrono il desiderio di riconnettersi con se stessi e con gli altri. Un percorso fatto di dialoghi con il pubblico, di riflessioni, di meditazione collettiva e di pratiche di consapevolezza. Durante la serata, Daniel Lumera ha accompagnato tutti i partecipanti in un ascolto consapevole del momento, senza cercare di comprenderlo, semplicemente vivendolo, senza giudizio.
“Ti stai ascoltando o mi stai ascoltando?”, “Vuoi capire le mie parole o sentirle?”, insieme a molte altre, sono le domande che si sono fatte strada nelle coscienze degli spettatori che hanno dovuto fare i conti con un’intimità inattesa, alla quale non tutti erano abituati.
Ascoltare se stessi attraverso l’altro toccandosi, armonizzando il respiro, guardandosi negli occhi, è stato l’esperimento di fratellanza che ha seminato gentilezza ed emozioni nel teatro.

Il tema della morte è stato centrale, trattato non come tragedia inevitabile, ma come parte integrante della vita, che smette di essere dolorosa nel momento in cui riusciamo ad accettarla. L’accompagnamento al morente è la pratica che probabilmente normalizza un tema così delicato: “Quando giunge l’ultimo respiro spesso arriva anche l’ultima lacrima - spiega Lumera - e in quella goccia c’è tutto l’amore verso la vita, ma anche la completa accettazione di ciò che sta accadendo, ed è proprio in quell’istante che si raggiunge la pace”.
Non sono le cose che accadono il vero problema, bensì le nostre resistenze nel non volerle accettare, il processo che porta la nostra mente a volerle interpretare a ogni costo. Quando la mente smette di lottare, solo allora arriva la completa comprensione, la totale accettazione e finalmente la tanto agognata serenità di chi non rincorre più nulla, non tenta di cambiare gli eventi, ma semplicemente vive e accoglie ogni cosa.

Il 30% del ricavato della serata, al netto delle spese organizzative, sarà devoluto per sostenere i progetti dell’Associazione My Life Design Onlus, nell’ambito dell’educazione, della giustizia, dell’integrazione sociale, della sostenibilità economica e dell’ambiente. L’organizzazione dell’evento è stata curata da Lorena Cigliuti, life designer in Forgiveness, ricercatrice del Filo d’Oro e volontaria dell'Associazione My Life Design Onlus.

Gabriella Fazio

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