“Riportiamo le Rsa tra le priorità della politica”. È questa la richiesta arrivata a più voci dal convegno di Confindustria Cuneo “Residenze sanitarie assistenziali: un futuro da ricostruire” svoltosi questa mattina, mercoledì 6 aprile, in sala Michele Ferrero.
Le residenze sanitarie assostenziali sono state tra le realtà più colpite dalla pandemia e ora si trovano ad affrontare nuove criticità: il caro materie prime, le difficoltà di reperimento del personale e l'insufficiente occupazione dei posti letto.
Le istanze alla politica sono state presentate da Paolo Spolaore, vice presidente Commissione Regionale Sanità Confindustria Piemonte: “C'è un dato incontrovertibile. La popolazione invecchia. Bisogna avere il coraggio di riformare il comparto e alcune modifiche si possono fare a costo zero. Come bisognerebbe rivedere le regole regionali che riguardano le valutazioni dei minutaggi di Oss, infermieri, terapisti, psicologi, per citare un punto oggi dolente. Poi con l’assessore Icardi l’abbiamo detto più volte: la cosa più semplice sarebbe assegnare a questa voce 50 milioni di euro, andare dagli attuali 264 a oltre 300, e risolvere il problema. Ma i soldi non ci sono, lo sappiamo. Anche per questo quelli che ci sono vanno usati, come deve essere per i fondi Asl relativi agli inserimenti".
Sulla difficoltà per le famiglie di pagare le rette: “In base ai numeri regionali abbiamo 40 mila posti letti autorizzati di cui 30 mila accreditati, e convenzionati soltanto 12mila. Questo significa che ci sono 30 mila famiglie che pagano integralmente la retta di tasca propria. Non sarebbe meglio dar loro una parte in voucher/assegni di cura? Sarebbe un aiuto concreto”.
Il Covid ha destabilizzato un sistema già in crisi, ma non dal punto di vista della sicurezza, almeno oggi: “Le Rsa oggi sono il luogo più sicuro in assoluto, luoghi dove abbiamo la certezza matematica che tutti gli anziani e gli operatori sono vaccinati. Non è così altrove, domenica sera a vedere Juventus-Inter c’erano 40 mila persone. Le strutture nelle quali il Covid è entrato avevano operatori preparatissimi. Io personalmente ne seguo 20. In due di queste è entrato il Covid ed è stato devastante, ma le regole erano le medesime in tutte".
Spolaore ha quindi messo l’accento sull’importanza di rivedere rapidamente le regole per l’accesso dei familiari: "Se riusciamo a cambiarle l’attuale 88% di occupazione può diventare agevolmente un 92-93. Se i familiari possono tornare a entrare senza avere l’obbligo di prenotarsi e tutte le attuali formalità questo sarà un grosso aiuto per le Rsa"
A tirare le conclusioni gli assessori Luigi Genesio Icardi e Maurizio Marrone.
“Le famiglie faticano a pagare le rette, le strutture sono in crisi con un tasso di occupazione più basso di quello che consente la sopravvivenza stessa della struttura – ha dichiarato Icardi -. A tutto questo si aggiungono le difficoltà del sistema sanitario. Oggi abbiamo chiuso i bilanci 2021 con finanziamenti straordinari irripetibili. Abbiamo 4,8 miliardi di spese per Covid, con 4 miliardi di mancati ristori da parte del Governo.I tanti anni di tagli alla Sanità hanno prodotto perdite. Il fondo sanitario nazionale ha previsto un incremento di 2 miliardi per i prossimi 2 anni. Tutto vanificato dal problema del caro energia che per il Piemonte significa un aumento di 100 milioni di euro. Come far quadrare tutto? Dobbiamo riaprire il tavolo per ragionare su provvedimenti che si occupino dello scenario futuro e nazionale. Oggi le Rsa sono residenziali e assistenziali, più orientate sulla parte sociale, ma serve maggiore pregnanza sul piano sanitario”.
“Le fasi di crisi danno anche la possibilità di unire le energie e ricostruire il futuro – ha aggiunto Marrone -. Sul problema risorse il Governo non può pensare di scaricare sulle Regione gli oneri Covid. Come Regione siamo alla ricerca di risorse extra perchè prima di riformare un sistema si deve garantire la sua sopravvivenza. Questo ci porta a seguire il denaro guardando da un lato al FSE (Fondo Sociale Europeo) e dall'altra a rimodulare la proposta alla Commissione Europea per dare risposte concrete alla questione domiciliarità. Dobbiamo poi coprire l'area di utenti accreditati ma non coperti da convenzioni con misure di sostegno indirizzate all'utenza, per dare una boccata d'ossigeno alle famiglie. Un'altra misura è infine rappresentata dal bonus energetico per rispondere ai rincari e ai problemi dei bilanci delle residenze. Queste ultime risorse sarebbero attinte da legge regionale delle concessioni relative alle grandi derivazioni di acqua a scopo idroelettrico”.