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Attualità | 16 marzo 2022, 08:02

Svelate due antiche iscrizioni sulla storia della Confraternita della Santissima Trinità di Bra

Grazie all’opera di traduzione della professoressa Gabriella Del Treste, su impulso del cerimoniere dei Battuti Bianchi, Gianni Carnevale

Svelate due antiche iscrizioni sulla storia della Confraternita della Santissima Trinità di Bra

Quante volte siamo stati nella chiesa della Santissima Trinità, sulla Rocca di Bra?

Magari di fretta per una preghiera, altre volte con più calma per ammirare gli stucchi barocchi, oppure la domenica per la Messa delle ore 12.

In realtà, forse, non conosciamo così bene la sua storia. Quando è stata realizzata? Da chi? È sempre stata lì oppure è stata spostata e perché? È giunto il momento di scoprirlo. Grazie a Gianni Carnevale, cerimoniere della Confraternita dei Battuti Bianchi, che qui è di casa, entriamo in modalità Superquark e diamo il via alle emozioni.

“Nella chiesa della Santissima Trinità, più nota come dei Battuti Bianchi, sulla parete di fondo vi sono due iscrizioni, che celebrano la costituzione della Confraternita nel XIII secolo e la costruzione della chiesa. Le scritte sono nel latino del 1600, praticamente intraducibile da chi ha solo conoscenze del latino scolastico del tempo di Cicerone”.

Sì, ma il cerimoniere non si è scoraggiato. Anzi, si è subito attivato per trovare un esperto in materia, che potesse fare luce sulla questione. Tipo, la professoressa Gabriella Del Treste, già docente di lettere al Liceo Giolitti-Gandino che, da buon Alberto Angela in versione braidese, non racconta solo la storia. Dispensa curiosità utili a comprendere il presente.

E così, grazie al suo paziente e certosino lavoro di concetto, le iscrizioni sono state tradotte e poste a conoscenza dei frequentatori e dei visitatori della chiesa, attraverso un quadretto dedicato. Se non state più nella pelle di conoscere il contenuto delle due iscrizioni, continuate a leggere.

Traduzione della prima iscrizione. Nel secolo XIII, per rimediare alle colpe dell’umanità, fu canonicamente istituita e riconosciuta da Papa Callisto III, la Confraternita della Santissima Trinità. Essendo cresciuta anche in poteri spirituali, essa decise di edificare sulla collina un tempio, rivolto ad oriente, vicinissimo alla città, insieme ad un monumento posto proprio lì dove per 300 e più anni, furono celebrate le funzioni religiose.

Siccome di giorno in giorno aumentava il numero dei confratelli, la Confraternita fece spianare il suolo con della terra e la fece pareggiare con pietre per poter costruire la nuova chiesa più ampia, più larga, più elegante ed adornata con opere scultoree e pittoriche, al fine di celebrare le cerimonie religiose con la gioia e la devozione di tutti. Fu aperta al culto il 9 giugno del MDCXXIV (1624).

Traduzione della seconda iscrizione. Il tempio, costruito due secoli prima con i proventi della Confraternita della Santissima Trinità, col passare degli anni divenne fatiscente.

Allora, con il consenso unanime dei confratelli più anziani, che imitavano generosamente l’esempio di coloro che li avevano preceduti, grazie alle donazioni che ciascuno offriva in rapporto alle proprie possibilità, ed al potere che intendeva mostrare, non solo fu restaurato, ma addirittura arricchito di un altare maggiore e pure di un epistilio con plinto di colonne da una parte e dall’altra, di ornamenti, di un insigne pulpito, di un Crocifisso finemente decorato, di un altare dedicato al Santissimo Nome di Gesù, decorato con stucchi, ed un dipinto raffigurante Simone Mago. Questo dipinto, completamente rovinato, fu rifatto più grandioso di prima nell’anno MDCCCXXII (1822).

Un’ultima curiosità? Entrambe le iscrizioni sono state restaurate nell’anno 1969 dal maestro Gilardi, pittore di Lugano, al servizio del Cappellano don Giacomo Gandino, del Rettore il Cav. Guglielmo Bonardi e dei Vice Rettori Giovanni Pietro Brizio e Giovanni Piumatti.

Allora, siete ancora convinti di sapere tutto sui Battuti Bianchi?

Silvia Gullino

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