"Il sindaco di Verduno Marta Giovannini ha revocato l’incarico al suo vice Andrea Demagistris solo perché difende con convinzione la soluzione del tunnel al posto dell’insanabile sfregio che il territorio subirebbe col tracciato esterno, che include il viadotto di Verduno, largo 30 metri, alto 12 metri dal suolo e lungo circa 600 metri".
E’ la denuncia che arriva dall’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero, da tempo in campo contro la soluzione di tracciato fuori terra adottata dal concessionario e avallata dal Governo per completare finalmente l’autostrada Asti-Cuneo e che ora stigmatizza la scelta che il primo cittadino del piccolo centro langarolo avrebbe intrapreso con la sfiducia al suo vice.
L’Odp ricorda «che il 29 dicembre 2020 il Consiglio comunale di Verduno deliberava all’unanimità dei presenti: “…per quanto attiene lotto II 6 tronco A (tratto Roddi-Diga Enel), sia completato in galleria come previsto dall’ultimo progetto approvato, al fine di garantire il minor impatto ambientale, visivo ed acustico, atteso anche il sopra ricordato riconoscimento Unesco di tutta la zona interessata dal passaggio autostradale, la vocazione turistica dei territori agricoli circostanti, la presenza del centro abitato di Borgata Molino con strutture turistico-ricettive e residenziali della zona, attesa anche la vicinanza con la storica tenuta di Pollenzo».
Dopodiché il 16 dicembre scorso il sindaco di Verduno avrebbe «cambiato radicalmente la posizione inviando alla Regione Piemonte una lettera da allegare al parere che la stessa stava predisponendo sul lotto II 6 tronco A, in esame al MiTE». «Con quel testo – dice l’Odp – approva, di intesa con la Regione, la soluzione esterna col viadotto di Verduno». «Una posizione, quella formalmente assunta dal sindaco, che non viene preventivamente discussa in Consiglio comunale, in totale contrasto con la delibera comunale dell’anno precedente».
Ancora l’Osservatorio: «Il 5 gennaio 2022 la Regione invia al MiTE il proprio parere favorevole al progetto con viadotto, formulando alcune osservazioni e allegando la lettera del sindaco del Comune di Verduno, significandone l’assenso al progetto. Il 24 gennaio il vicesindaco Andrea Demagistris invia, con e-mail personale, una lettera alla direzione Unesco di Parigi in cui segnala la gravità della decisione in corso di approvazione e chiede un immediato intervento per la tutela del territorio Unesco, in particolare per evitare il danno ambientale che avrebbe subito il Comune di Verduno».
Da qui il successivo passo intrapreso dal sindaco, che il 4 febbraio pubblica sull’Albo pretorio comunale il decreto di revoca della nomina a vicesindaco e assessore di Andrea Demagistris, con la seguente motivazione: “Il vicesindaco infatti, al di fuori di ogni mandato e senza informare né il Sindaco, né la Giunta, né la maggioranza consiliare, ha sottoscritto un documento in cui esprimeva convinzioni e valutazioni personali, firmandosi però quale "vice sindaco", così spendendo, del tutto impropriamente, la carica e la funzione…».
Una querelle istituzionale che secondo l’Osservatorio sta a indicare «le incrinature che cominciano a manifestarsi sul delicato problema», al punto che «occorrono addirittura provvedimenti autoritari per soffocare il dissenso».
Di parere diverso lo stesso primo cittadino. «Ho letto con stupore la comunicazione dell'Osservatorio Paesaggio», spiega Giovannini in una nota parlando di strumentalizzazione della vicenda. «Al signor Demagistris – spiega – è stata revocata la carica di vicesindaco non per le proprie opinioni personali, ma poiché ha sottoscritto, firmandosi "Vice-Sindaco di Verduno", senza alcuna delega e senza neppure informare il sindaco, un documento inviato ai vertici Unesco e alla Direzione Generale Archeologica delle Arti e Paesaggio, in cui sostiene che il tracciato esterno dell'autostrada "implica (...) , anche la violazione, da parte dell'Italia di tutti gli impegni assunti con la sottoscrizione della Convenzione del Patrimonio mondiale dal 1972"e invita "a sollecitare il rispetto da parte dell'Italia della predetta convenzione", chiedendo all'Unesco di "adottare all'uopo tutti i necessari provvedimenti"».
«Nella lettera – prosegue Giovannini – si fa espresso riferimento, oltre che ai Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, anche alla Tenuta Reale di Pollenzo (sito Unesco Residenze Sabaude) e al recente riconoscimento Unesco "La cerca e cavatura del tartufo". Il documento è stato ritenuto espressione della volontà del Comune di Verduno, tanto che lo stesso Ministero della Cultura ha trasmesso la comunicazione del vicesindaco ad altri enti (Segretariato Generale del Ministero Cultura – Ufficio Unesco al Segretariato regionale del Mic, alla Sopraintendenza Archeologica del Piemonte) qualificandola espressamente come"nota trasmessa dal Comune di Verduno". Informata dell’accaduto dal Ministero, dopo una riunione cui era presente il signor Demagistris e in cui si è discusso della gravità del fatto, ho quindi deciso, con la maggioranza, di prendere anche formalmente le distanze da tale fatto, revocando l’incarico al signor Demagistris e notificandogli prontamente l’atto relativo».
«Per evitare ulteriori conseguenze ho anche informato il Ministero dell'estraneità del Comune alla comunicazione del vicesindaco», prosegue Giovannini, che in merito parla di «comportamento ancora più incomprensibile se si considera che l'attuale Amministrazione Comunale ha sempre avuto, proprio con riferimento all'autostrada, un atteggiamento estremamente rispettoso dell'ambiente e del paesaggio. Il Comune ha infatti sostenuto il tracciato in galleria e poi, quando lo Stato ha definitivamente accantonato tale ipotesi, si è espresso, a proposito del tracciato esterno, chiedendo cautele e garanzie per la tutela del proprio territorio e del sito Unesco».
«Nella Conferenza di Servizi indetta dallo Stato per la valutazione di impatto ambientale – aggiunge ancora – si è poi discusso del tracciato attuale dell’opera e non più di soluzioni progettuali accantonate; in tale sede il Comune ha espresso considerazioni tecnico-amministrative ampiamente condivise con la maggioranza e in linea con quanto sempre sostenuto; non ha quindi affatto approvato "di intesa con la Regione la soluzione esterna con il Viadotto di Verduno". Ferme le misure di salvaguardia a tutela dell’ambiente suggerite e le mitigazioni richieste, ho ottenuto che il viadotto venisse rinominato “viadotto SP7” in quanto insistente, per larghissima parte, sul territorio di un altro Comune. Infine, sempre come sindaco di Verduno, mi sono adoperata per la gratuità del pedaggio per chi si reca all’Ospedale.
Come ci ricorda il Presidente Mattarella – conclude Giovannini –, chi esercita funzioni pubbliche deve, prima di tutto, avere e mostrare in ogni sua uscita pubblica senso di responsabilità».
In Breve
giovedì 12 settembre