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Attualità | 14 febbraio 2022, 17:27

Formazione, cultura e amore per i territori vitivinicoli UNESCO: presentato il progetto di Coldiretti e Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato

Il corso base in partenza a marzo si comporrà di cinque lezioni di quattro ore ciascuna e sarà rivolto soprattutto ai lavoratori di origine straniera, che compongono la maggior parte degli operatori vitivinicoli

Formazione, cultura e amore per i territori vitivinicoli UNESCO: presentato il progetto di Coldiretti e Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato

Cinque lezioni di quattro ore ciascuna, un corso base che ha l'obiettivo di raccogliere i valori e le pratiche della viticoltura e veicolarle ai soggetti - in larga parte stranieri - che si trovano a operare materialmente nelle aziende agricole dei territori UNESCO. E' questo il cuore del nuovo progetto di formazione messo in campo da Coldiretti Cuneo e dall'associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato.

Il progetto è stato presentato oggi (lunedì 14 febbraio) in una conferenza stampa che ha avuto luogo nella sede provinciale di Coldiretti a Cuneo. Presenti, per Coldiretti, il direttore Fabiano Porcu e il responsabile vitivinicolo Fabrizio Rapallino, e per l'associazione il consigliere d'amministrazione Giuseppe Rossetto e il direttore Roberto Cerrato.

Il corso si prevede inizierà nel mese di marzo. Il calendario è ancora definire nello specifico, e Coldiretti deve ancora informare i soci e raccogliere le eventuali manifestazioni d'interesse, che potranno arrivare dalle aziende agricole, oppure dai singoli lavori stessi. Il corso base sarà aperto a una cinquantina d'iscritti, e si terrà con ogni probabilità nella sede Coldiretti di Alba.

"Il progetto, lanciato nel 2018 grazie al sostegno del Ministero della Cultura e poi stoppatosi a più riprese a causa della pandemia, s'inserisce nel programma di attività votato all'inclusione dei lavoratori, stranieri e italiani, dei passaggi UNESCO piemontesi. La formazione è fondamentale per gli operatori di vigna, che nella maggior parte dei casi sono di origine straniera" ha specificato Cerrato nel proprio intervento, ricordando come sui 2.500 lavoratori assunti dalle aziende agricole a livello provinciale, 1.800 siano extracomunitari, e che ormai sin dagli anni '90 il loro apporto dal punto di vista della manodopera risulta fondamentale per il settore vitivinicolo.

Un settore che, in provincia di Cuneo, coinvolge 16.800 ettari di terreno e che nell'ultimo anno, nonostante le difficoltà collegate alla pandemia, ha visto l'export assicurare un guadagno di oltre 7 miliardi di euro (valore addirittura in crescita rispetto ai precedenti).

"Nel dopoguerra il lavoro delle aziende agricole ha trasformato le 'Terre della Malora' in una vera e propria eccellenza - ha ricordato Porcu - . Serve manodopera specializzata in tutti i mesi dell'anno, però, ogni azienda ne ha una necessità imprescindibile. Un progetto come questo permette di integrare i soggetti stranieri fornendo la manodopera qualificata che permette e permetterà a questi territori di mantenere e sviluppare ancora l'appeal nei confronti del resto del mondo".

"Il corso guarda anche alla formazione di una cultura dell'appartenenza, perché chi calpesta la terra quotidianamente deve conoscerla e rispettarla, conservare, evolvere e tramandare i saperi della tradizione agricola - ha aggiunto Rapallino - . La realtà del vigneto è complessa e difficile, si raccoglie ancora l'uva con le forbici, ma la qualità deve arrivare a trascendere il prodotto in sé: il territorio sta assumendo un'importanza internazionale e serve accoppiare alla viticoltura una 'viticultura', agendo al tempo stesso su altri scenari in gioco, come il sistema di smercio e trasporto del vino. Nello specifico, vogliamo creare un hub che renda la vendita il più possibile a impatto zero, facendo sparire i tir dalle colline".

"Il patrimonio dei territori di Langhe, Roero e Monferrato è sia tangibile che culturale - ha detto Rossetto - , tant'è che molti dei progetti in corso o conclusi puntano a identificare ed esaltare i loro aspetti culturali. Che sono frutto della sedimentazione di una visione del mondo e di un'esperienza lavorativa ben specifica: chi lavora nelle nostre approcci diversi rispetto ad altre realtà, e questo è stato confermato dal riconoscimento UNESCO del 2014".

"Non si può lavorare in vigna senza l'amore per il territorio e la soddisfazione per il, durissimo, lavoro fatto - ha concluso Cerrato - . Un progetto di formazione come quello presentato oggi serve a unire la provincia intera tramite le professionalità dei soggetti che la vivono".

Simone Giraudi

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