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Attualità | 10 febbraio 2022, 20:06

“Playlist”: il programma di Davide Cestari che unisce il racconto alla musica su Radio Alba

L’attore teatrale della compagnia “Coincidenze”, conosciuto dagli ascoltatori come “Davidello”, racconta la sua trasmissione in onda ogni martedì dalle 18 alle 20

Davide Cestari durante la trasmissione "Playlist"

Davide Cestari durante la trasmissione "Playlist"

Cos’hanno in comune uno speaker radiofonico e un attore di teatro? Ce lo racconta Davide Cestari, della compagnia “Coincidenze”, che proprio grazie al teatro ha conosciuto Radio Alba, passando da ospite a voce della storica radio.

Dal palcoscenico al microfono di Radio Alba. Quanto teatro porti nella tua trasmissione?

Sicuramente l’impostazione tecnica della voce. Nel fare radio ormai si sta procedendo verso uno sdoganamento di dialetti e di sfumature locali, l’ingessatura è passata di moda, l’impostazione della voce anche. Non si ricerca più una dizione perfetta, o meglio, non sempre. Chi mi conosce al di fuori della radio sa che è come se recitassi una parte, ma quell’inclinazione recitativa è il mio bagaglio e non posso farne a meno, è la mia versione attoriale che prende il sopravvento.

Parliamo di Playlist: come raccontano le loro storie i tuoi ospiti?

Più che “ospiti”, preferisco chiamarli “protagonisti”. In quelle due ore loro sono al centro, raccontano qualcosa di loro stessi, si mettono a nudo. È curioso come le loro storie spesso sembrino incontrare quelle dell’ascoltatore, compresa la mia, soprattutto tra età vicine.
Ascoltiamo dieci canzoni alle quali si accompagnano altrettanti episodi. Può capitare che, nel corso della chiacchierata, emergano anche cose delicate o molto intime, come se ci si dimenticasse di essere davanti a un microfono. È uno scambio. In quelle due ore si assiste a una chiacchierata tra amici, ci si rilassa, il protagonista si mostra e il risultato è sempre incredibile. Sono molto soddisfatto.

Nella tua bio si legge “capitato per caso in una puntata domenicale di Andrea Chi?”. Come andò?

Andrea Vico
invitò al suo programma la presidente della compagnia teatrale “Coincidenze”. Andrea Chi? non dà solo spazio ai musicisti, ma a tutte le arti, pittori, attori, presunti tali... insomma, è vario. Ci invitò in trasmissione per alcune letture di sketch. Io diedi ovviamente il meglio di me dicendo qualche cavolata, ci divertimmo. A cose finite, pare che Antonio De Gruttola, autore di Andrea Chi?, disse ad Andrea di tenermi d’occhio, ché potevo essere interessante. Abbiamo iniziato a collaborare in maniera un po’ informale, Andrea mi chiamò chiedendomi se mi interessasse l’idea di dargli una mano in studio, ogni tanto parlavo al microfono. Poi ci fu un raduno di harleysti al motoclub. Radio Alba avrebbe dovuto raccontare i due giorni di festa. Andrea mi chiese se mi andasse, in qualità di motociclista, di incontrare quei 10mila biker con lui. Accettai. Ho iniziato così. Con Andrea ho fatto due stagioni. Lui è bravissimo, come speaker, ma soprattutto come persona.

Il mio programma è arrivato dopo due anni di affiancamento. E lì capisci che un conto è essere una spalla, un conto è gestire la parte tecnica e il protagonista che hai davanti tutto da solo. Playlist è nato da un mezzo format che Andrea aveva in mente. Cambiammo diversi nomi, alla fine la nostra “queen” Antonella Levi disse che ci voleva qualcosa di più immediato: Playlist.
Partimmo così, con un paio di amici nella puntata zero. La mandai a Claudio Rosso e Antonella, ne ascoltarono dieci minuti e dissero “Vai, ci piace, parti.”
Chiesi ad Andrea di iniziare con me. L’emozione era tantissima, al momento di alzare i cursori e parlare le mie dita tremavano, ero vistosamente in affanno.
E poi è andata. Come dico sempre ai miei ospiti, Playlist è come fare l’amore. Agli inizi puoi apparire un po’ impacciato, ma poi il processo è talmente naturale che non puoi fare altro che lasciarti andare, divertirti e stare bene.

E dopo quattro stagioni di Playlist quest’ansia iniziale è sparita?

In realtà – altra cosa che mi porto dietro dal teatro – se prima di un’esibizione non hai ansia, vuol dire che non stai dando il meglio di te. La tensione, l’agitazione, se sfruttate nel modo giusto sono positive. A teatro hai il pubblico davanti. E gli occhi del pubblico si sentono tutti. Se perdi il brivido iniziale non riesci a trasmettere quello che c’è da trasmettere. Io sono felice di quell’ansia, la custodisco gelosamente.

Come è cambiato il programma in queste quattro stagioni?

Ho in mente di proseguire il progetto di “Playlist Combo”, la playlist condivisa da più persone che hanno una parte di vita in comune, penso a gruppi di amici, squadre di pallavolo, motociclisti, compagni di tennis… Queste persone vivono alcuni momenti insieme e questi momenti hanno le loro canzoni. È anche molto bello vedere come gli stessi brani scatenino reazioni differenti pur agendo nello stesso spazio. Di nuovo, scambio.

Maria Pane

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