Se la colpa è del reddito di cittadinanza, non si può sapere con certezza, certo è che trovare personale, soprattutto nel settore di bar e ristorazione, è diventato sempre più difficile. Se già prima il fatto di lavorare anche dopo le 19 o nei fine settimana - come è normale in bar, alberghi e ristoranti - rendeva più complicato trovare dipendenti, ora è diventato quasi impossibile, almeno a sentire i titolari dei locali della laboriosa provincia Granda.
“Ho appena aperto un locale nel monregalese - spiega Claudia - e per ora devo chiudere prima la sera, perché dopo mesi di ricerca, ancora non riesco a trovare altri due dipendenti. Lo stipendio è buono e anche se sabato e domenica non piace lavorare, soprattutto ai giovani, ora c’è un motivo in più per non accettare una occupazione in regola”.
Perché i commercianti sono certi di aver individuato questo motivo in più nel reddito di cittadinanza. “Non siamo noi a dirlo - precisa il titolare di un noto bar della città di Cuneo - ma le persone che chiedono un colloquio per il lavoro. Hanno il reddito di cittadinanza e non vogliono perderlo, per questo sono anche disposti a lavorare in nero. Prassi impensabile per noi”.
A confermare questa situazione è Ettore Grosso, titolare del locale Cit ma Bel e responsabile del Settore Somministrazione di Confesercenti: “Trovare personale è diventato lo scoglio più difficile da superare per noi - spiega - da mesi io cerco qualcuno al quale propongo uno stipendio giusto e la messa in regola. Quando capiscono che si lavora nei fine settimana già storcono il naso e poi non voglio perdere i privilegi che hanno come disoccupati”.
I privilegi sono il reddito di cittadinanza, ma anche la disoccupazione. “Spesso mi sento chiedere di segnare in regola solo poche ore - precisa Grosso della Confesercenti - per non perdere il sussidio di disoccupazione. Una prassi che nella mia azienda non esiste”.
Sono finiti i tempi in cui il sabato e la domenica si cercava lavoro per pagarsi le tasse universitarie, in un mondo del lavoro capovolto, dove la persona che potrebbe essere assunta con tanto di contratto regolare, preferisce l’irregolarità. Sostenuta, però, dall’aiutino statale.