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Agricoltura | 30 agosto 2021, 15:04

Dalla vendemmia ai mercati: Confindustria fa il punto sul settore vini

Al Pala Alba Capitale il consueto confronto con Assoenologi e Vignaioli Piemontesi. Continua la raccolta sperando in qualche pioggia per non penalizzare le rese. L’associazione di categoria illustra i dati del suo osservatorio permanente prezzi

Un momento dell'incontro tenuto al Pala Alba Capitale

Un momento dell'incontro tenuto al Pala Alba Capitale

Un punto su una vendemmia i cui presupposti fanno ben sperare. Ma anche il consueto aggiornamento sulle variazioni normative che da sempre impegnano in modo importante le aziende vitivinicole. E infine qualche utile riflessione sull’andamento di mercato del settore non soltanto in provincia di Cuneo, ma in tutta l’area del Basso Piemonte.

Questi i temi che hanno caratterizzato l’incontro vendemmiale promosso nei giorni scorsi da Assoenologi Piemonte e Vignaioli Piemontesi, in collaborazione con Confindustria Cuneo e l’Unione Industriale della provincia di Asti. Una consuetudine che quest’anno non poteva non rientrare nell’ambito degli eventi inseriti nel calendario di "Alba Capitale della Cultura d’Impresa".

A fare le veci del padrone di casa nel padiglione di piazza San Paolo ad Alba, il produttore langarolo Paolo Sartirano, presidente del Settore Vini-Liquori-Distillerie di Confindustria Cuneo, che al nostro giornale conferma le impressioni già filtrate da colleghi e associazioni di categoria circa una vendemmia che si presenta sicuramente interessante, avviata su "buoni livelli qualitativi", anche se a livello di quantità "è ragionevole prevedere una diminuzione generale nell’ordine del 10%".

"Certamente speriamo ancora in qualche goccia d’acqua – spiega Sartirano –, dopo le piogge di fine luglio, perché la terra è molto secca e il rischio è quello di una diminuzione significativa delle rese, come già verificato nella raccolta delle uve da spumante. La qualità è comunque buona ed è importante mantenerla alta, per non perdere posizioni sul mercato, evitando al contempo un innalzamento di quotazioni che vanno mantenute 'sostenibili’ per chi produce ma anche per l’intera filiera, tanto più in un periodo come questo, nel quale specialmente con l’estero le contrattazioni sulla vendita dei nostri vini risentono dell’impossibilità di spostarsi fisicamente. Al contempo alcune aree vengono da una stagione difficile. E' il caso di alcune zone del Roero, che sempre nel luglio scorso sono state colpito da una violenta grandinata. Anche in questo caso sarà bene stare attenti per evitare tensioni sui prezzi".

Proprio l’attenzione alla dinamica dei prezzi è stata al centro dell’intervento che lo stesso responsabile di settore degli industriali cuneesi ha tenuto al Pala Alba Capitale illustrando i nuovi dati sulle vendite delle varie denominazioni, come raccolti dall’Osservatorio Permanente sui Prezzi dei Vini promosso ormai alcuni anni addietro dall’associazione di categoria come strumento di analisi a servizio delle cantine associate e non solo.

"Con l’Osservatorio – spiega a proposito Sartirano – raccogliamo e confrontiamo i dati di produzione e vendita di tutte le denominazioni del Basso Piemonte, seguendone poi il posizionamento di mercato a livello nazionale e internazionale, con rilevamenti in tutta Europa e in realtà quali gli Usa, il Brasile e la Russia. Si tratta di un lavoro di raccolta dati importante e impegnativo, che quest’anno ha consentito di evidenziare un quadro complessivamente generalmente positivo, con livelli di vendite interessanti, ma anche alcuni evidenze che vanno lette con particolare attenzione".

Il riferimento è ad esempio a quanto rappresentato dalla paradossale situazione della Barbera d’Alba, il cui recente andamento di mercato è connotato da un calo della produzione – con buona probabilità imputabile alla diffusione della Flavescenza Dorata, come anche a un mancato ricambio generazione in molte piccole aziende agricole del territorio – e da un contestuale aumento delle vendite, con conseguente erosione delle giacenze.

"Si tratta di un esempio – dice a proposito Sartirano –, che ben si presta a sottolineare la necessità che in taluni casi produttori e consorzi sappiano mettere correttamente mano a misure come le riserve vendemmiali e il ricorso alle extra produzioni. Strumenti che vengono già ampiamente utilizzati da denominazioni come il Moscato e il Gavi, e che la legislazione consente col fine di scongiurare il rischio di un andamento a sinusoide di produzione e prezzi. Una congiuntura sempre da evitare, come confermano le nostre analisi, proprio perché va a incidere in modo irrimediabile sul posizionamento di mercato delle singole denominazioni interessate".

Ezio Massucco

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