Un piano di spaccio ad hoc quello messo a punto nel 2020 da M.V., uomo residente a Casalgrasso, nel saluzzese, che conosciutosi su Telegram con un minore di Trento, aveva iniziato a spedirgli sostanze stupefacenti tramite pacchi postali. I reati per cui è M.V. è stato chiamato a rispondere è detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e cessione a minori. L’uomo è attualmente sottoposto agli arresti domiciliari.
Dalla ricostruzione della vicenda è emerso che l’indirizzo di consegna indicato dal mittente M.V., preventivamente accordato con il destinatario trentino, fosse quello di una signora deceduta tre anni prima, collocato nelle vicinanze dell’abitazione dell’acquirente. Un pacco era stato spedito a maggio del 2020. L’altro, il 28 novembre dello stesso anno e recapitato il giorno successivo. Il pagamento veniva effettuato tramite ricarica postpay. Ad insospettirsi, una cugina dell’anziana deceduta, che aveva notato il ragazzo insieme ad altri amici attendere il postino sul luogo disabitato.
Presente all’udienza svoltasi mercoledì 16 giugno, in tribunale a Cuneo, un comandante della stazione dei carabinieri che ha effettuato le indagini. “Abbiamo sequestrato il pacco, al cui interno c’erano vari articoli -ha riferito il militare- Un bilancino a cui era allegato un bigliettino con scritto ‘questo te lo regalo. Ne ha pesata di polvere’, due pacchetti contenenti hashish di cui uno da 25grammi, uno spinello, due bustine di semi di marijuana e tre involucri di cellophane contenenti anch’essi marijuana. I Carabinieri di Murello sono risaliti all’utenza telefonica utilizzata dal minore.”
Nella sua requisitoria, il p.m. Francesca Lombardi ha evidenziato come gli accordi tra venditore e compratore, avessero ad oggetto un ingente quantitativo di sostanza stupefacente, ritenendo provati tutti i capi d’accusa e chiedendone la condanna. “Le contestazioni prendono le mosse dall’arresto in flagranza di reato di M.V. l’ottobre del 2020 -ha sostenuto l’accusa-. Sorpreso al parco Miraflores di Nichelino insieme ad altri soggetti, sulla sua persona erano stati rinvenuti circa 6,8grammi di sostanza stupefacente e 1500euro in contanti, provente dell’attività di spaccio. La perquisizione domiciliare aveva dato altresì esito positivo: erano stati sequestrati hashish e marijuana essiccata, per un totale di 574grammi. Una volta convalidato l’arresto, l’uomo è stato scarcerato e sottoposto all’obbligo di dimora. In due distinte occasioni, successivamente all’applicazione della misura cautelare, M.V. non veniva trovato dopo le 19 all’interno abitazione: questo ha portato agli arresti domiciliari, tuttora in corso. Vi è prova che dopo essere stato sottoposto all’ obbligo di dimora l’imputato abbia continuato ad intrattenere conversazioni che avevano per oggetto l’acquisto di stupefacenti: espressione questa di una personalità indifferente alla comprensione di qualsiasi precetto. Dai tabulati telefonici è altresì emerso che l’imputato si accordasse con il minore per le spedizioni. Vi sono molteplici messaggi con più interlocutori, supportati da fotografie, che toccavano il tema della sostanza stupefacenti: si parlava di ‘zio’ per l’hashish e ‘zia’ per la marijuana. Durante la successiva perquisizione i militari avevano accertato che sul cellulare di M.V. stavano arrivando messaggi con impostato un timer di distruzione (operazione questa consentita dall'applicazione Telegram ndr): non sarebbero più stati leggibili in un secondo tempo”.
L’uomo è stato condannato dal collegio giudicante a 4 anni e 2 mesi di reclusione.