Nell’anno del Covid una buona notizia c’è. Narzole si prepara ad accogliere l’insigne reliquia del Beato Timoteo Giaccardo, primo sacerdote della Famiglia Paolina e braccio destro del fondatore don Giacomo Alberione. Il prezioso dono sarà consegnato dal Superiore generale della Società San Paolo, don Valdir Josè De Castro, accompagnato dal postulatore generale don Domenico Soliman.
L’accoglienza dell’urna in cui è conservata la clavicola del Beato Timoteo è prevista in oratorio alle ore 10.30 di domenica 25 ottobre, giorno in cui Paolini e Paoline festeggiano la solennità di Gesù Divin Maestro. L’appuntamento sarà reso solenne con la Messa, che sarà celebrata ancora in oratorio da monsignor Marco Brunetti, vescovo di Alba, coadiuvato da don Angelo Carosso, parroco della chiesa dei Santi Bernardo, Nazario e Celso, don Filippo Rappa, superiore della Casa Madre di Alba e don Guido Colombo, delegato nazionale dei Cooperatori paolini. Al termine della liturgia, il vescovo impartirà una speciale benedizione a tutto il Paese, con l’urna della reliquia che sarà poi condotta in parrocchia per essere custodita sull’altare laterale dedicato al Beato originario di Narzole ed esposta alla devozione dei fedeli.
In preparazione all’evento, sabato 24 ottobre, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale, don Guido Colombo, animerà una veglia di preghiera con i giovani, insieme a don Maurizio Penna, viceparroco di Cortemilia, già in servizio pastorale a Narzole.
Curiosità: la preziosa teca in cui è conservata la reliquia di don Timoteo Giaccardo, beatificato il 22 ottobre 1989 da Giovanni Paolo II, è stata progettata da suor Angelica Ballan delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Dovete sapere che Giuseppe Giaccardo nacque il 13 giugno 1896 a San Giovanni Sarmassa, borgata di Narzole, primogenito di cinque figli. Accolto nel 1918 nell’opera di San Paolo, fu ordinato prete ad Alba il 19 ottobre 1919, ricevendo da don Alberione il nome del discepolo prediletto dell’apostolo Paolo: Timoteo. Nel 1926 fu inviato a Roma per aprire una nuova casa paolina. Vi rimase fino al 1936 quando fu richiamato ad Alba per assumere l’incarico di Superiore della Casa Madre. Fu il maestro che tutti precedeva con l’esempio, che tutto insegnava, che tutti consigliava. Don Giacomo Alberione disse di lui: “I lumi che riceveva dalla SS. Eucaristia di cui era devotissimo, la sua fervente pietà mariana, la meditazione, più che la lettura, dei documenti pontifici lo illuminavano su tutte le necessità della Chiesa e sopra i mezzi moderni di bene”.
Nel 1946 il sacerdote tornò a Roma per attendere al nuovo compito di Vicario Generale e nel frattempo si spese per la nascita della terza congregazione paolina, quella delle Pie Discepole del Divin Maestro, pensate e volute da don Giacomo Alberione come radice orante del grande ‘albero’ della Famiglia Paolina fondata il 20 agosto 1914.
L’offerta della vita di don Timoteo a questo scopo fu particolarmente gradita a Dio. Il decreto di approvazione delle Pie Discepole venne, infatti, firmato da papa Pio XII il giorno stesso in cui il futuro Beato celebrò la sua ultima Messa. Era il 12 gennaio 1948, proprio pochi giorni prima della morte avvenuta il 24 gennaio del 1948.
Oltre un secolo dopo, la sua lezione e il suo messaggio vivono ancora nello spirito della Congregazione e delle sue opere.
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