Con l’arrivo della stagione autunnale, che ha portato con sé i primi freddi, torna l’allarme monossido di carbonio.
Nella notte, le squadre dei Vigili del fuoco della Granda sono intervenuti su due casi di sospetta intossicazione, a Mondovì e Beinette.
Il monossido di carbonio, proprio per le sue caratteristiche (è inodore, incolore e insapore), viene definito “killer silenzioso”. L’Asl Cn1, vista proprio la pericolosità del tema, aveva promosso, qualche anno fa, una campagna informativa, realizzata dalla centrale operativa del 118 di Cuneo e dalla Maxiemergenza 118 regionale.
Con un opuscolo, realizzato in più lingue, si erano dati consigli e informazioni utili sull’“assassino silenzioso”.
Il monossido di carbonio, infatti, è responsabile del 50% di tutte le morti per intossicazione. Un terzo delle intossicazioni da monossido non viene avvertito e rimane sconosciuto.
In primis, alcuni gesti semplici per evitare l’intossicazione: far verificare l’impianto (caldaie, scaldabagni, caminetti, stufe, condotti di areazione, canne fumarie) da tecnici qualificati, aerare i locali, senza ostruire mai le prese d’aria presenti, far pulire almeno una volta l’anno le canne fumarie.
E poi ancora: stufe e caldaie vietate in bagni e camere da letto, mai utilizzare bracieri o fornelli a gas per riscaldare i locali chiusi, non lasciare veicoli a motore accesi in garage o in locali chiusi.
COS’È IL MONOSSIDO DI CARBONIO?
Il monossido di carbonio (CO) è un gas altamente tossico incolore, inodore, insapore, che ogni anno in Italia causa centinaia di morti e migliaia di intossicati
DA COSA ORIGINA?
Questo gas tossico deriva dalla incompleta combustione di combustibili fossili come il gas naturale o il gas di petrolio liquefatto, gasolio, petrolio, legno e carbone. È uno dei più antichi veleni documentati. Il CO prodotto da queste fonti, se non è correttamente evacuato, può accumularsi in spazi chiusi o semichiusi.
DA QUALI IMPIANTI?
Caldaie e scaldabagni alimentati a gas, stufe e fornelli, caminetti, apparecchi di riscaldamento a combustione, fissi o mobili, pannelli radianti a gas, convettori alimentati a combustibili, motori termici (auto, moto, camion), bracieri e barbecue.
QUALI SONO LE CAUSE DEL PERICOLO?
Cattiva combustione e insufficiente ventilazione dei locali.
È opportuno sospettare un’intossicazione da CO quando, oltre ai sintomi, si verificano una o più delle seguenti circostanze: presenza di possibili sorgenti di CO nel luogo in cui hanno soggiornato le persone indisposte, interessamento contemporaneo di più soggetti di uno stesso nucleo familiare o di uno stesso gruppo; i soggetti colpiti al di fuori del locale non manifestino più i sintomi; insorgenza precoce dei sintomi nei bambini, in coloro che trascorrono più tempo nei locali più a rischio (come la cucina) o nei piccoli animali domestici; permanenza delle persone nei locali più a rischio; stagionalità (l’intossicazione avviene prevalentemente in autunno/inverno); comparsa dei sintomi in seconde case.
COME SI RICONOSCONO I SINTOMI DELL’AVVELENAMENTO?
L'avvelenamento avviene in maniera insidiosa, nel giro di diversi minuti o anche ore, senza che l'avvelenato avverta di star male, se non quando è troppo tardi. Spesso il monossido di carbonio uccide in modo silenzioso senza segni premonitori.
I sintomi dell'avvelenamento variano sensibilmente, in rapporto alla concentrazione del tossico inalato e alla durata dell’esposizione al gas. La morte può sopraggiungere fulminea in soggetti che abbiano inspirato forti quantità di CO.
Più frequentemente l’intossicazione si manifesta con un vago senso di malessere, a cui seguono mal di testa, nausea, vomito, vertigini, respiro accelerato, cardiopalmo, debolezza, ronzii auricolari. Questi sintomi possono trarre in inganno, essendo comuni con altre patologie: le intossicazioni alimentari o l’esordio di una comune sindrome influenzale.
COSAFARE?
Nel più breve tempo possibile: aerare subito l’ambiente e allontanare la persona colpita dall’ambiente contaminato, facendo attenzione a non compromettere la propria incolumità e chiamare immediatamente l’emergenza sanitaria 118, componendo il numero unico 112.


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