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Solidarietà | 19 marzo 2020, 18:31

Dalla Cri albese un appello a privati e aziende: "Mancano le mascherine per proseguire i nostri servizi"

Il presidente Aloi: "Volontari dimezzati e cifre folli spese per procurarci i dispositivi di protezione indispensabili per il trasporto dei malati". Prime donazioni dalle aziende. Attivata una raccolta fondi

Volontari dimezzati e spese alle stelle, nell’affannoso tentativo di reperire dispositivi di protezione individuale quali mascherine, tute, calzari e occhiali, indispensabili per proseguire l’attività in questo momento.  

E’ un’emergenza nell’emergenza quella che anche la Croce Rossa di Alba sta vivendo nel dare risposta alla richiesta di assistenza che arriva dai cittadini e da un sistema sanitario a sua volta in forte sofferenza.

La conferma dal presidente Luigi Aloi, dal febbraio scorso confermato alla guida del Comitato cittadino e delle sue diverse sedi distaccate (Albaretto della Torre, Neive, Monforte d’Alba, Montà d’Alba e Monticello d’Alba), che ora lancia un appello affinché questa importante realtà del nostro terzo settore possa continuare a operare a servizio del territorio di Langhe e Roero

"Oltre all’emergenza generale ne viviamo una tutta nostra – spiega l’ingegner Aloi – fondata su due problematiche. Da una parte ci troviamo a fronteggiare un accresciuto carico di lavoro con la metà dei volontari. Questo perché ovviamente abbiamo ritenuto di lasciare a casa i nostri soci più anziani, quelli che hanno una situazione di salute personale non ottimale, chi ha bambini in famiglia e chi è più vulnerabile, oltre a qualcuno che per precauzione ha ritenuto di rimanere a casa anche non rientrando in queste categorie. In soldoni stiamo lavorando con la metà dei nostri volontari, circa un centinaio, dovendo comunque garantire non solo i turni e le numerose diverse esigenze di servizio presso le nostre diverse sedi, ma anche ai numerosi trasporti in ambulanza verso il Covid Hospital di Cuneo, servizi che impegnano più persone per almeno tre ore. Fortunatamente i nostri sei dipendenti sono tutti operativi, come anche i ragazzi del Servizio Civile Volontario, che avrebbero dovuto andare in congedo straordinario e che invece hanno firmato per rimanere, perché è adesso abbiamo bisogno. Con Verduno poi qualcosa dovrebbe cambiare in meglio, ma indubbiamente stiamo soffrendo".

L’altro fronte, altrettanto critico, è quello della gestione dei servizi, e in particolare dell’approvvigionamento delle dotazioni di sicurezza di cui gli operatori devono essere necessariamente dotati per poter continuare a effettuare i loro servizi.  

"Purtroppo è un problema non solo nostro, ma dell’Italia, che si è fatta trovare impreparata di fronte a questa emergenza, o di qualcuno che preso dalla paura ne ha fatto incetta. Ma noi non possiamo farne a meno, ovviamente. Ne stiamo cercando ovunque. Abbiamo acquistato mascherine nelle farmacie, nelle ferramenta, negli empori agrari, ma da tempo non si trovano più. Le stiamo cercando all’estero e le stiamo strapagando. Stiamo aspettando carichi bloccati alle dogane, chissà dove. E quindi, cosa non prevista, stiamo spendendo fiumi di soldi. Una mascherina da 2 euro la si paga 6, a trovarla. Attendiamo una consegna dalla Turchia: una spesa di 4mila euro, solo per tirare avanti qualche giorno".  

Intanto in soccorso della Cri albese sono intervenute alcune aziende. Due particolare – la Ferrero e la Dm Service, ditta che opera nei distributori automatici di bevande – hanno donato al Comitato altrettante provviste di mascherine, mentre una terza, la Giesse Logistica di Castellinaldo, ha installato gratuitamente presso la sede di Alba un tunnel mobile che verrà utilizzato per la disinfezione delle ambulanze.    

"Ringraziamo queste aziende per la loro generosità – riprende Aloi –, ma ne approfittiamo per lanciare un appello ad altre attività, magari chiuse per l’emergenza, che possano avere in casa e inutilizzati questi dispositivi, affinché ce li donino o ce li prestino. E’ davvero importante".

L’altra richiesta, estesa a tutti, è quella di sostenere economicamente il Comitato, alle prese con spese che, a questi ritmi, in poche settimane potrebbero arrivare a sommare diverse decine di migliaia di euro.

"Chiediamo a tutti una mano per continuare una guerra lontana dall’essere risolta e che prosciugherà le nostre risorse", si legge sul volantino con cui la Cri albese ha lanciato la propria raccolta fondi, istituendo anche un Iban dedicato (IT 87 X 03111 22501 000000035515). Chi volesse informazioni a riguardo può telefonare alla sede di Alba, allo 0173/441744.

Ezio Massucco

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