La settimana scorsa è andato in onda un lungo e curato servizio su tutti i TG delle reti Mediaset che raccontava il gemellaggio turistico fra Liguria e Valle d'Aosta, e in particolare fra Portofino e Courmayeur. Nonostante le ripetute segnalazioni e insistenze, invece, nessuno servizio sui risultati turistici del Piemonte.
Eppure nel 2018 il turismo in Piemonte ha superato, per la prima volta, i 15 milioni di presenze (+1,35%), arrivando a registrare oltre 5 milioni e 200 mila arrivi (+1,86%).
Per quanto riguarda la provenienza dei visitatori, il 56% sono italiani e ai 44% esteri, soprattutto tedeschi ma risultano in crescita i flussi da Scandinavia, BeNeLux, Svizzera e Stati Uniti. Insomma, seppur fra luci e ombre, continua il trend positivo dell' appeal turistico della nostra regione. Certo ci sono ancora troppi periodi morti, il turismo è spesso mordi e fuggi, vincono gli affitti Airbnb sugli hotel, l' immagine di Torino risulta un po' appannata rispetto agli anni scorsi.... ma, nonostante tutto ciò, nel settore regna l'ottimismo.
E allora perché di turismo a Torino e in Piemonte si parla poco sui mass media nazionali e esteri? Forse perché continuiamo a essere troppo campanilisti. Valle d' Aosta e Liguria insieme hanno fatto centro. E con la velocità dei trasporti moderni si può passare una giornata sulle nevi di Courmayeur e cenare in riva al mare a Portofino. Oppure nuotare nel mar Ligure e dormire al fresco delle montagne valdostane. Noi piemontesi invece preferiamo correre sempre da soli, difficile mettere d'accordo Bardonecchia e Sestriere, Alba e Asti, Limone e Saluzzo. Figuriamoci nel raccordarci con altre regioni o altri territori.
Ma attenzione, in montagna come nelle lunghe traversate... DA SOLI ALL' INIZIO SI VA PIÙ VELOCI, MA IN CORDATA SI VA PIÙ LONTANO E SI FA MENO FATICA.
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