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Attualità | 24 dicembre 2025, 16:36

«Caro Babbo Natale, portaci la pace», migliaia le lettere raccolte da Poste Italiane

Dai bambini piccoli e grandi, letterine piene di speranza. C’è anche quella del Caffè letterario di Bra

«Caro Babbo Natale, portaci la pace», migliaia le lettere raccolte da Poste Italiane

«Caro Babbo Natale…». È questo l’incipit delle letterine indirizzate a Santa Claus, scritte con garbo e gentilezza dai bambini di tutto il mondo.

Riescono a essere generosi e altruisti con parole semplici. Senza che nessuno gliele detti. Le lettere sono arrotondate, tra un punto e l’altro c’è qualche disegno: un cuore o una stellina. In tutte c’è un desiderio per sé, ma anche una richiesta per i meno fortunati.

La tenerezza che si mischia all’ingenuità propria dei bambini. Gli unici a poter credere che le guerre finiscano, solo perché il bene vince sul male come nei cartoni animati. Gli unici ancora convinti che le speranze, in fondo, non hanno mai il sapore delle illusioni. Del resto, quella certezza non si può cancellare, almeno tra la fantasia dei più piccoli: quell’uomo che ogni Natale viene dal Nord carico di doni, sicuramente riuscirà ad ascoltare tutti i desideri e non potrà far torti a nessuno.

Migliaia sono le letterine finora raccolte da Poste Italiane, che ha provveduto a recapitarle direttamente all’illustre Santa Claus. Tra esse c’è pure quella del Caffè letterario di Bra, un gruppo di amici per la penna, che ha già preparato tazza di latte e biscotti per un’accoglienza in grande stile.

«Caro Babbo Natale, sono già passati 12 mesi ed eccoci di nuovo qui. Un altro anno, un altro giro di giostra, l’ennesima letterina. Sarà che nelle feste siamo tutti più buoni, ma per Natale desidererei spacchettare un pacco di gentilezza. Potrei anche chiederti le cose che ti scrivevo quando ero piccola: basta con le guerre, la fame, le malattie, vogliamoci tutti bene. Fai in modo che si smetta di valutare le persone in base al numero di follower, like, interazioni. Contino invece le amicizie della vita reale. E poi sorrisi ovunque, mi raccomando. Già, forse ho domandato troppo, ma ora come allora vorrei semplicemente continuare a sognare, con gli occhi di una bambina. Caro Babbo Natale, ci vediamo il 25!».

Silvia Gullino

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