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FACEBOOK | 28 dicembre 2025, 07:23

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di padre Gabriele Dall'Acqua

Commento al Vangelo del 28 dicembre 2025, festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di padre Gabriele Dall'Acqua

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno» (Mt 2,13-15.19-23).

Oggi, 28 dicembre 2025, la Chiesa celebra la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno A, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è padre Gabriele Dall'Acqua, frate minore francescano del convento di Vittorio Veneto (Treviso).

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Il brano del Vangelo di Matteo che meditiamo ci svela un aspetto profondo e commovente della Santa Famiglia: non è un presepe statico e idilliaco, ma un viaggio di fede, coraggio e obbedienza.

La vita di Maria, Giuseppe e Gesù inizia con l'ombra della violenza, costringendoli all'esilio. Giuseppe riceve l'ordine di fuggire in Egitto; è la prima di una serie di notti in cui la sua vita sarà guidata dalla Parola di Dio, mentre la complessità della realtà e delle scelte umane perturbano i loro piani.

Quando il male e l'ingiustizia (Erode) sembrano prevalere, il Signore chiede ai suoi fedeli di mettersi in cammino per proteggere l'innocente. Siamo chiamati, oggi, a essere “Giuseppe”: a non avere paura di deviare dai nostri progetti quando Dio ci chiede di proteggere l'indifeso, anche a costo di grandi sacrifici.

Morto Erode, Giuseppe riceve un nuovo comando e torna in Israele. Ma l'obbedienza di Giuseppe è illuminata dalla prudenza. Saputo che Archelao (il figlio di Erode) regna in Giudea, si affida di nuovo all'obbedienza alla voce divina e va ad abitare nella regione della Galilea, nella città di Nazareth. In questo continuo “andare e venire”, in questo adattarsi alle circostanze sotto la guida dello Spirito, vediamo la fede all'opera.

Nazareth non era il luogo che ci si aspettava per la crescita del Messia. Eppure, il piano di Dio si realizza spesso non nei luoghi più in vista o rumorosi del mondo, ma nella quotidianità nascosta e semplice delle nostre vite, nelle nostre “Nazareth”.

Ogni nostra famiglia è chiamata a essere come la Santa Famiglia: coraggiosa, pronta a fuggire da ciò che è come “Erode” (l'indifferenza e l'egoismo) per proteggere i suoi membri; in ascolto, attenta alla voce di Dio che parla attraverso i consigli, gli avvenimenti e le necessità dei figli; e fedele nella semplicità, consapevole che la santità si costruisce giorno per giorno in una vita ordinaria.

Affidiamo al Signore le nostre famiglie, perché abbiano la stessa fede e il coraggio di Giuseppe e Maria per fare di ogni casa un santuario della Parola e un rifugio di salvezza.

 

Silvia Gullino

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