"Chiediamo alla società di sedersi di nuovo a un tavolo per cercare di ridiscutere questa decisione. Ieri dalle nostre segretarie nazionali unitarie è partita la richiesta di un incontro al Ministero del Lavoro per cercare di ridiscutere questa problematica. Nel 2019 l’azienda ha fatto registrare utili per 11 milioni di euro: vuol dire che è un’azienda sana, che si è ripresa dopo il concordato del 2014. Parliamo di un’azienda che sul territorio è presente da decenni, che può dare ancora tanto a tutte quelle persone che tanto hanno dato a lei. Noi non ci stiamo, noi vogliamo che il lavoro torni al Gallo".
Così la rappresentante della Filctem Cgil Mariagrazia Lusetti ha aperto la serie degli interventi – proseguita poi da Vito Montanaro per la Uiltec Uil e da Angelo Vero per la Femca Cisl - che i sindacalisti impegnati nella nuova vertenza riguardante la Mondo hanno tenuto questa mattina (venerdì 12 febbraio) di fronte al quartiere generale della multinazionale del Gallo.
Una protesta che si è accompagnata alle 8 ore di sciopero indette dalle tre sigle in tutte le sedi del gruppo per protestare contro la decisione dell’azienda di concentrare nei soli impianti di una controllata spagnola l’intera produzione dei palloni che la storica realtà albese della gomma e plastica realizzava prima nei due impianti.
Una decisione determinata – avevano confermato i vertici aziendali al nostro giornale nei giorni scorsi – dal drastico calo di vendite col quale si è chiuso l’anno nero della pandemia. Quasi un dimezzamento, rispetto a volumi compresi tra i 17 e 19 milioni di pezzi l’anno, che avrebbe convinto a una scelta a loro dire obbligata, per non mettere in pericolo l’intera azienda e forza lavoro.
Argomenti che la quarantina di lavoratori presenti questa mattina nella frazione albese – alcuni provenienti anche dalla divisione pavimenti – ha respinto al mittente, mentre Angelo Vero bollava come "errori strategici" dell’azienda scelte quali quella di affrontare la pandemia limitando la distribuzione dei palloni alla sola Gdo, "tagliando così fuori tantissimi piccoli rivenditori, quelli alla fine rimasti aperti durante i vari lockdown". Oppure di "prevedere una produzione 2021 ancora in calo di un ulteriore 6%". "A noi – ha proseguito – sembra un passo più orientato a dismettere gradualmente questa produzione, come riprova anche il fatto che qui ormai da molto tempo non si mette mano ai macchinari. E allora, se è vero che si tratta di una scelta reversibile, ce lo mettano per iscritto e prevedano nuovi investimenti sugli impianti".
Il timore che serpeggia tra le maestranze è invece quello che, superata la crisi che col concordato del 2014-2015 comportò l’uscita dall’azienda di un centinaio di lavoratori, perlopiù nella divisione pavimenti, l’azienda voglia ora rivedere l’organizzazione della divisione giocattolo, privilegiando la meno impegnativa via del commercializzato rispetto a una produzione che, tra fissi e stagionali, impegnava ancora un’ottantina di persone.
"Il pallone Mondo è nato qui, e quest’azienda è nata con lui. Qui è presente uno stabilimento che come capacità produttiva non è secondo a nessuno", ha detto Vito Montanaro, ricordando non solo i fasti di marchi come Super Tele, Super Santos e Tango, entrati nella storia di questo prodotto, ma anche quando, alla vigilia di Italia ’90, "al Gallo se ne produssero 20 milioni di pezzi in tre mesi".
"Ancora nel 2019 questa divisione superò e bene i parametri di budget fissati per il premio azienda, il che dimostra che non parliamo di una produzione decotta. La verità è che lo scorso anno si è volutamente deciso di produrre meno, e che questo trend continuerà ancora – hanno proseguito Vero, Montanaro e Lusetti –. Anche per questo abbiamo voluto portare la vertenza sul tavolo del Ministero del Lavoro: non possono lavarsi le mani in questo modo di persone che lavorano qui da trent'anni".




