Attualità - 29 dicembre 2025, 12:54

Asti-Cuneo, il PD diserta l'inaugurazione: "Opera incompleta e 14 anni di ritardo"

Isnardi e Calderoni attaccano Cirio: "Solo propaganda, manca il nodo di Alba e i cittadini pagheranno caro i pedaggi"

Da sinistra: i consiglieri Mauro Calderoni e Fabio Isnardi

Da sinistra: i consiglieri Mauro Calderoni e Fabio Isnardi

Oggi, lunedì 29 dicembre, è stata inaugurato il tratto finale dell'autostrada Asti-Cuneo dal presidente della Regione Alberto Cirio. Assenti i rappresentanti del Partito Democratico: una scelta polemica che i consiglieri regionali Mauro Calderoni e Daniele Valle Isnardi motivano con parole durissime.

«Oggi non sarò presente all'ennesima inaugurazione della Asti-Cuneo e mi sembra corretto spiegarne le ragioni», dichiara Fabio Isnardi.

«Sono ovviamente soddisfatto che quest'opera interminabile si avvii finalmente verso una conclusione, ma da festeggiare c'è ben poco: i lavori, come previsto dal contratto iniziale, avrebbero dovuto concludersi nel 2011. A distanza di quattordici anni, una parte dell'autostrada continuerà ancora per mesi a funzionare a una sola corsia.

Un'infrastruttura lunga poco più di 90 chilometri che rappresenta plasticamente il fallimento dello Stato nella gestione delle concessioni: forte con i cittadini che pagano, debole con i concessionari quando si tratta di pretendere investimenti e rispetto dei tempi.

Sarà un'autostrada costosa, pagata dagli utenti attraverso il sistema del free flow. Per completarla, limitando l'esborso di chi incassa i pedaggi dal 2007, si è fatto ricorso a meccanismi finanziari discutibili e a operazioni di cross-financing con la Torino-Milano. Scelte che hanno spostato il peso dell'inefficienza pubblica sulle spalle di chi utilizzerà quotidianamente questa infrastruttura.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: hanno perso i territori, hanno perso i cittadini, ha perso il Piemonte. Non è un caso se la nostra regione è stata declassata dall'Europa da area 'più sviluppata' ad area 'in transizione': questa autostrada incompiuta, inaugurata più volte, ne è un simbolo amaro», conclude Isnardi.

Così, invece, Mauro Calderoni: «Alla propaganda delle inaugurazioni si deve contrapporre la verità. L'Asti-Cuneo non è un'infrastruttura conclusa: mancano ancora le opere complementari, a partire dal nodo di Alba, senza le quali l'autostrada resta funzionalmente incompleta e incapace di dare risposte adeguate ai territori che attraversa.

Il presidente Cirio è molto abile nel rappresentarsi come colui che "sblocca" le grandi opere, ma in questo caso – come in molti altri – si limita a tagliare nastri su problemi irrisolti. La responsabilità dei ritardi e delle scelte sbagliate va distribuita lungo una storia che parte dal 1991 e attraversa governi nazionali, regionali e gestioni concessionarie. Chi governa oggi, però, ha il dovere di assumersi la responsabilità del presente e di completare davvero le opere, non di usarle come strumento di autocelebrazione.

Resta infine il ringraziamento agli operai che negli ultimi due anni hanno lavorato senza sosta, sacrificando fine settimana e festività per rendere possibile questa apertura parziale, e ai cittadini che ogni giorno percorreranno l'Asti-Cuneo pagando, ancora una volta, il prezzo degli errori della politica».

cs

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