Al Direttore - 25 dicembre 2025, 08:25

È Natale, luci e addobbi vestono le città di festa. Ma non per tutti

Nella grotta di Betlemme un esempio di umanità riscattata. Storie di sofferenza e resistenza in cui distinguere il volto di Dio

In foto il presepe allestito nel Santuario della Madonna dei fiori, a Bra

In foto il presepe allestito nel Santuario della Madonna dei fiori, a Bra

È Natale, luci e addobbi vestono le città di festa. Ma non per tutti.

Speranza, condivisione e fraternità esprimono la gioia dell'incontro con il Signore che viene in mezzo a chi non ha più niente. Fa scuola il presepe che mostra il piccolo Gesù cullato in una mangiatoia.

Nella realtà attuale, la grotta di Betlemme ha la forma di tenda per terremotati, roulotte da campo, luoghi dove vivono malati e detenuti. Gesù nasce laggiù, in mezzo ai pastori, negli spazi di solitudine di tanti anziani abbandonati e privi di consolazione, tra le file dei disoccupati, nelle carovane dei profughi che scappano dalla guerra.

E ancora persone senza dimora, costrette a passare la notte al freddo, lavoratori che rinunciano alle feste per garantire i servizi essenziali, individui che portano nel cuore ferite ancora aperte,

Storie di sofferenza e resistenza in cui distinguere il volto di Dio, riflesso nei frammenti di una vita piegata dal dolore. Sono i dimenticati di questo ed altri Natale, ai quali viene restituita dignità attraverso l'attenta lettura dei simboli della festa: un bambino che nasce nudo, spogliato di tutto, ma che salverà il mondo; un misero asinello che acquisterà gloria come cavalcatura nella domenica delle palme; un albero senza addobbi, ma con la luce che brilla negli occhi lucidi e parte dal cuore.

Dopo i pastori, il messaggio del Natale è per loro, i poveri e gli emarginati del nostro tempo. Martin Luther King diceva: «Se sogni da solo, il tuo sogno resta un semplice sogno. Se sogniamo insieme diventa realtà». Sognare insieme: questo è il messaggio del presepe, un presepe che non sta fuori di noi, ma che è dentro di noi. Solo insieme si possono vincere le sfide più difficili ed impossibili, perché non ci sono scuse alla felicità di fronte al lieto annuncio degli angeli: «Gloria a Dio e pace in terra agli uomini amati dal Signore».

Oggi, le anime celesti della notte santa hanno il nome di tutte le associazioni fatte di uomini e volontari, che sono più di volontari. Tutti all'opera affinché il 25 dicembre, anche per gli amici meno fortunati, non sia un giorno come gli altri.

A partire dalla tavola di una mensa che tanto si avvicina alla mangiatoia, la culla del Verbo fatto carne. Il dono di un pasto in cui risuona la voce dell'amore più grande: «Prendete e mangiatene tutti».

Ecco la vera lezione del Natale: fare dell'amore un dono gratuito per tutti, nessuno escluso.


 

Silvia Gullino

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU