Curiosità - 24 dicembre 2025, 17:04

Il Grinch lascia la cima al Monte Crumpit e arriva… a Bra

Il solitario guastafeste che odia il Natale, fatto di false luci e bontà

Udite, udite: il Grinch, il mostriciattolo tutto pelo creato nel 1957 dallo scrittore statunitense Dr. Seuss, esiste davvero! Un sogno (un incubo?) che si è materializzato, invece che in cima al Monte Crumpit, a Bra.

Sì, proprio lui, il solitario guastafeste con un cuore “di due taglie più piccolo”, che osserva la vita dei Chinonsò, bramando di rubare loro la festività e le celebrazioni del Natale. Gli Elfi, ben informati, ci hanno riferito che non è poi così perfido. Anzi, per certi aspetti somiglia molto anche a noi.

Siamo sinceri: chi non ha mai avuto un momento grinchiano? Lui incarna quella parte di noi che odia le pubblicità di panettoni a novembre, le file interminabili per i regali e le playlist natalizie infinite. È l’anti-eroe perfetto: scontroso e sarcastico, ma anche ironico e vulnerabile. Ed è proprio la sua trasformazione che ci conquista. Alla fine, il Grinch ci ricorda che, dietro ogni cinismo, c’è un cuore che aspetta solo di essere riempito.

E allora ecco il regalo nascosto in ogni gesto apparentemente “antifesta”: prendersi cura di sé, rispettare i propri ritmi, concedersi pause lontano dalla frenesia. A volte basta una passeggiata silenziosa, una chiacchierata sincera con chi capisce senza giudicare, o un pomeriggio passato a leggere davanti al camino. Piccoli atti che non hanno fiocchi rossi o lucine intermittenti, ma che valgono più di mille cene e mille regali.

Forse, alla fine, il vero spirito del Natale non sta nelle apparenze, nei sorrisi obbligati o nelle canzoni a volume troppo alto. Sta nel lasciarsi essere, anche quando il cuore non batte al ritmo delle campane. Sta nel rispetto di chi non ama le feste, senza giudizio, senza forzature. Perché anche il Grinch merita un Natale: uno autentico, senza finzioni, dove il dono più grande è sentirsi accolti, così come si è.

Silvia Gullino

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