Cronaca - 17 dicembre 2025, 15:21

Violenze e maltrattamenti tra il 2014 e il 2019: si è aperto a Cuneo il processo alla Cooperativa Per Mano

Sono dodici le persone accusate di maltrattamenti sugli ospiti della struttura. Di recente un secondo filone di indagine, che ha portato all'arresto della direttrice e della sua vice

Violenze e maltrattamenti tra il 2014 e il 2019: si è aperto a Cuneo il processo alla Cooperativa Per Mano

Ha preso avvio ieri 16 dicembre, in tribunale a Cuneo, il processo che vede coinvolta la cooperativa "Per Mano" di Via Savona. 

Un procedimento in piedi dal 2021 e che fa riferimento a fatti avvenuti tra il 2014 e il 2019, anche se di recente la struttura è nuovamente balzata ai disonori della cronaca per un'altra inchiesta, più recente, che ha portato all'arresto della direttrice e della sua vice, in carcere a Torino. Diciassette le misure cautelari di questa seconda indagine. 

Nel primo filone, invece, sono dodici gli operatori della cooperativa rinviati a giudizio. 

L'accusa è di maltrattamenti nei confronti degli ospiti del centro, persone affette da autismo e patologie psichiatriche. Delle quindici presunte vittime, sei hanno deciso di costituirsi parti civili.

Nel capo di imputazione redatto dalla Procura di Cuneo si parla di "privazioni di cibo", "ospiti umiliati e mortificati", "aumenti delle dosi di psicofarmaci tranquillanti" e botte. 

Secondo il pm, infatti, ciò che sarebbe avvenuto tra le mura di Via Savona, ancora tutto da dimostrare, si sarebbe svolto nella totale indifferenza della direttrice e della coordinatrice della struttura, finite a processo assieme a quattro infermieri, quattro operatori socio sanitari, un educatore e una psicologa. 

Degrado, umiliazioni corporali e psicologiche, punizioni: una ricostruzione inquietante che farebbe riferimento ad un periodo compreso tra il 2014 e il 2019. 

Alla direttrice e alla coordinatrice vengono imputate condotte omissive, una "deliberata indifferenza e trascuratezza verso i bisogni esistenziali e di cura degli ospiti, rimanendo inerti e tollerando un clima di sopraffazione". In particolare, si legge nell'impianto accusatorio,  gli ospiti sarebbero stati sottoposti ad una "continua situazione di sofferenza fisica e prostrazione psicologica" e "costretti ad assistere alle vessazioni realizzate ai danni di altri e, dunque, a vivere in un clima di paura". 

Alcuni di quei quindici presunti maltrattati, all'epoca dei fatti erano ancora minorenni: il più giovane è nato nel 2006. Tra quegli episodi contestati e verosimilmente violenti, ci sarebbe il lancio di una scarpa al volto di un ragazzo da parte di un infermiere e un pugno all'occhio. Inoltre, la psicologa avrebbe schiacciato ad uno di loro i genitali con il ginocchio per contenerne gli impulsi sessuali.

Anche la somministrazione di farmaci, secondo il pm, non sarebbe stata regolare. Alcuni ospiti, sarebbero stati "sedati" per "lungo tempo" nella "relax room": una stanza dove venivano accompagnati durante le periodiche crisi di agitazione psicomotoria. Ma ad essere portati lì, sostiene l'accusa, sarebbero stati anche gli ospiti "noiosi", o chi veniva lasciato nudo dopo essersi orinato e defecato addosso. 

Sono state rigettate le eccezioni preliminari sollevate dalla difesa delle imputate Cescon e Bernardis relative alla competenza del tribunale collegiale e all’acquisizione di un’annotazione di polizia giudiziaria.

L’istruttoria si aprirà il 16 aprile del 2026 con l’audizione dei primi testimoni. Già calendarizzate altre udienze: saranno il 21 maggio, il 18 giugno e il 16 luglio.

redazione

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