Attualità - 06 dicembre 2025, 06:03

Lavoro in Piemonte, le imprese cercano 20.580 figure a dicembre ma una su due è introvabile

Il Bollettino Excelsior fotografa un calo delle assunzioni del 15,5% rispetto all'anno scorso. Il mismatch domanda-offerta tocca il 49%: mancano operai specializzati, tecnici e laureati in chimica e farmaceutica

Immagine di repertorio

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Il quadro nazionale

A livello nazionale i contratti di assunzione programmati dalle imprese dei settori industria, servizi e primario per dicembre 2025 sono circa 350mila, che diventano 1,3 milioni considerando il trimestre dicembre 2025 – febbraio 2026. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, emerge un rallentamento della domanda di lavoro: il fabbisogno occupazionale delle imprese diminuisce del 5,9% nel mese (-22mila posizioni) e del 6,2% nel trimestre (-86mila).

Nonostante il calo, le imprese italiane continuano a segnalare forti difficoltà nel reperimento del personale, dichiarando problemi a trovare il 46% dei profili richiesti.

A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall'Unione europea.

Sul piano territoriale, il Nord-Est con 85.420 contratti previsti si conferma l'area con le maggiori difficoltà di reperimento, con il 51,9% dei profili considerati difficili da coprire e picchi del 56% in Trentino-Alto Adige. Segue il Nord-Ovest con 96.430 contratti e il 47,2% di difficoltà, poi il Centro con 69.660 entrate e il 43,7% di criticità, e infine il Sud e le Isole con 98.320 entrate e il 41,3% di profili difficili da reperire.

Focus Piemonte

Sono circa 20.580 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per dicembre 2025, valore che sale a 81.540 considerando l'intero trimestre dicembre 2025 – febbraio 2026.

Il trend appare negativo sia a livello mensile con -3.780 entrate rispetto a dicembre 2024, per una variazione tendenziale del -15,5%, sia su base trimestrale con -11.600 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Cali diffusi nei principali comparti sono alla base della riduzione regionale delle previsioni di assunzione.

Le opportunità di lavoro in Piemonte a dicembre 2025 costituiscono il 21,4% del totale delle 96.400 assunzioni previste nel Nord Ovest. Su scala nazionale, il peso del Piemonte si conferma rilevante: le entrate previste in regione equivalgono al 5,9% delle 350.000 assunzioni stimate in tutta Italia.

Il 58,0% delle assunzioni programmate in Piemonte riguarda imprese di micro e piccola dimensione con 1-49 addetti, mentre il 17,7% interessa realtà di medie dimensioni con 50-249 addetti e il 24,4% coinvolge grandi aziende con 250 dipendenti e oltre.

L'86,0% delle entrate riguarderà personale dipendente, il 7,4% lavoratori somministrati, il 3,3% collaboratori e il restante 3,3% altri lavoratori non alle dipendenze.

Nel 27% dei casi le entrate saranno stabili, ossia con contratto a tempo indeterminato o apprendistato, mentre nel 73% saranno a termine con durata predefinita.

I servizi formano la fetta più consistente della domanda di lavoro con 14.990 entrate, pari al 72,8% del totale, registrando circa 2.130 unità in meno rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

L'industria prevede 4.890 entrate, generando il 23,4% della domanda totale e segnando un calo di circa 1.690 unità rispetto a dicembre 2024.

Il settore primario, con circa 700 assunzioni e un incremento di 50 unità rispetto all'anno precedente, pesa il 3,4%.

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante è quello del turismo, comprensivo di alloggio, ristorazione e servizi turistici, con 4.150 ingressi pari al 20,2% del totale. Segue il commercio con 3.180 assunzioni, corrispondenti al 15,5%, e i servizi alle persone con 2.860 entrate nel mese per una quota del 13,9%.

All'interno del comparto industriale si distinguono le costruzioni con una quota pari al 7,5%.

I profili e i titoli di studio più richiesti

Il 35% delle entrate previste sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, mentre un altro 26% riguarderà operai specializzati e conduttori di impianti. Il 19% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, solo l'8% sarà rappresentato da impiegati e i profili generici costituiranno il restante 12% delle assunzioni del mese.

Poco meno di un'assunzione su tre, precisamente il 29,7%, interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 22,0% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato, un dato di poco inferiore a quello medio italiano del 22,7%.

Per il 62,7% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 22,6% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, mentre il 13,4% coordinerà altre persone.

Delle 20.580 entrate previste in Piemonte nel mese di dicembre 2025, il 14% è costituito da laureati, il 25% da diplomati, mentre le qualifiche o diplomi professionali pesano per il 38% e la scuola dell'obbligo per il 21%.

Il 44% delle entrate sarà inserito nell'area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 23% nelle aree commerciali e della vendita e una quota del 13% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 12% circa delle assunzioni programmate per il mese di dicembre 2025, mentre l'area amministrativa e quella direzionale genereranno una quota del 4% ciascuna.

Il nodo critico: mismatch domanda-offerta al 49%

A dicembre 2025 sarà difficile da reperire il 49,3% delle figure professionali da inserire nelle aziende piemontesi, principalmente a causa della mancanza di candidati idonei a ricoprire le posizioni vacanti nel 31,9% dei casi, mentre nel 13,2% la ragione è da ricercare nell'inadeguata preparazione degli stessi.

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro segnalato dalle imprese a livello locale risulta superiore al dato medio nazionale del 46,0%.

Le difficoltà di reperimento appaiono superiori alla media regionale tra gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, con un tasso di difficoltà del 63,2%. All'interno di questo gruppo le criticità maggiori riguardano la ricerca di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con l'84,6% di difficoltà e i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili con il 79,5%.

Anche tra i dirigenti, professionisti con elevata specializzazione e tecnici il reperimento risulta complesso, con un tasso del 51,5%. In questo gruppo sono gli specialisti nelle scienze della vita a rappresentare i profili più difficili da trovare sul mercato con un impressionante 96,0% di difficoltà, seguiti dai tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi con l'82,3%.

Difficoltà inferiori alla media si riscontrano invece nel reperimento di impiegati, professioni commerciali e nei servizi, con un tasso del 44,9%. All'interno di questo gruppo non mancano tuttavia figure per le quali le imprese prevedono complessità superiori alla media: si tratta soprattutto delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali con il 66,8% e degli operatori della cura estetica con il 61,5%.

L'analisi delle difficoltà di reperimento per livello di studio evidenzia problematiche superiori alla media nella ricerca di profili in possesso di un titolo di istruzione tecnologica superiore ITS con il 58,9% di difficoltà, di titolo universitario con il 50,2% e di qualifica di formazione o diploma professionale, anch'essa al 50,2%.

Tra gli universitari, gli indirizzi per i quali le imprese lamentano i problemi maggiori sono quello chimico-farmaceutico con un elevatissimo 88,9% di difficoltà e quello medico e odontoiatrico con il 70,0%.

Gli indirizzi benessere con il 75,1% e impianti termoidraulici con il 74,0% saranno invece i più difficili da reperire sul mercato tra i titoli di qualifica di formazione o diploma professionale.

Per i restanti titoli di studio il mismatch tra domanda e offerta di lavoro si colloca leggermente al di sotto della media regionale. Le imprese piemontesi ritengono che la ricerca di candidati in possesso di un titolo di livello secondario sarà difficoltosa nel 47,0% dei casi, toccando picchi particolarmente elevati per gli indirizzi costruzioni, ambiente e territorio con il 69,5% e turismo, enogastronomia e ospitalità con il 67,4%.

redazione

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