La riunione tra Regione Piemonte, Trenitalia, Rfi e i comitati dei pendolari ha confermato un quadro in chiaroscuro sulla SFM4 Alba–Torino. Le tabelle della puntualità mostrano un servizio più regolare rispetto allo scorso inverno, grazie anche ai nuovi convogli Rock, ma secondo i comitati i problemi più rilevanti continuano a concentrarsi nella fascia del mattino: studenti e lavoratori subiscono ritardi che, pur non intaccando le statistiche ufficiali, incidono sulla vita quotidiana.
Dal Comitato pendolari Alba emerge una lettura che distingue tra dati e realtà: “Gli indici regionali parlano di puntualità superiore al 90%, ma le corse tra le 6.20 e le 8 restano fragili. Chi va a Torino deve arrivare entro le otto, non alle otto e dieci. Servono aggiustamenti nelle precedenze, negli incroci e nelle tracce orarie, senza allungare i tempi di percorrenza”.
Il gruppo Alba–Germagnano condivide la stessa analisi, chiedendo maggiore attenzione alle fasce sensibili: “Non chiediamo miracoli, ma un servizio che rispecchi la domanda reale di chi viaggia nelle ore di punta”.
Sul fronte Asti–Alba, il Comis ha segnalato interventi infrastrutturali che hanno stabilizzato la linea. Il problema tecnico verificatosi a Motta di Costigliole, che aveva causato ritardi anche di 15–18 minuti, è stato risolto, mentre il limite sul viadotto tra Motta e Castagnole è stato innalzato da 40 a 60 km/h. Sono inoltre allo studio eventuali adeguamenti orari coordinati con il nuovo collegamento diretto Asti–Milano Centrale, operativo dal 14 dicembre.
La prospettiva dei pendolari resta però orientata a ristabilire una corrispondenza tra dati ufficiali e puntualità percepita. Dalla riunione non è ancora arrivata risposta alla richiesta di mettere a disposizione le rilevazioni intermedie degli arrivi a Torino, fondamentali per misurare la qualità reale del servizio: “I treni recuperano tra Torino e Germagnano, risultando ufficialmente puntuali. Ma chi viaggia fa Alba–Torino: è su quel tratto che va misurata la performance”.
Il clima tra i comitati è di collaborazione, ma anche di attesa concreta. “Gli investimenti ci sono e li riconosciamo – osservano – ma senza una cura maggiore della puntualità nelle ore in cui viaggiano centinaia di persone, la modernizzazione rimane un titolo. Il servizio deve funzionare innanzitutto per chi lo usa ogni giorno”.





