Politica - 02 dicembre 2025, 18:11

Museo del Tartufo, doppio fronte per la Giunta: costi e metodo sotto esame ad Alba

Il consigliere Bolla chiede chiarimenti sulle spese “standard” dentro la coprogettazione e sulla proposta del Centro Studi Tartufo mai resa pubblica

Museo del Tartufo, doppio fronte per la Giunta: costi e metodo sotto esame ad Alba

Il percorso di coprogettazione del MUDET è tornato al centro del Consiglio comunale con due interrogazioni presentate dal consigliere di minoranza Emanuele Bolla, che ha chiesto chiarimenti tecnici su spese, procedure e trasparenza dell’intero iter. Due quesiti distinti, entrambi affidati alla risposta dell’assessora alla Cultura e vicesindaca Caterina Pasini, che ha richiamato in modo puntuale il quadro normativo del Terzo settore.

Bolla ha chiesto perché apertura, chiusura e pulizie del museo siano state incluse nella coprogettazione, richiamando le linee guida del Ministero del Lavoro e del Ministero della Cultura che distinguono le attività “standardizzabili e ripetitive” dagli interventi di valorizzazione culturale.

L’assessora Pasini ha ricondotto la scelta al quadro normativo citato dallo stesso consigliere: “La coprogettazione non è un appalto di servizi standardizzabili. È un partenariato, ai sensi degli articoli 55-57 del Codice del Terzo Settore. Tutte le attività strumentali alla fruizione del museo – pulizia, apertura, vigilanza – rientrano nella gestione condivisa prevista dalla convenzione”.
Pasini ha inoltre richiamato il decreto 79/2005 del Ministero della Cultura e le pronunce della Corte di Giustizia europea, sottolineando che “non si configura né un corrispettivo tipico dell’appalto, né alcuno scopo economico: il Comune non acquista un servizio, ma coproduce un intervento di interesse generale”.

Nella replica, Bolla ha richiamato altri passaggi delle linee guida ministeriali: “Il capo 2 parla chiaramente di contratti senza corrispettivo economico. Il capo 5 prevede che pulizie, vigilanza e biglietteria – quando non sono attività di valorizzazione culturale – seguano il codice dei contratti. Il nostro interesse era capire l’impianto giuridico che ha portato a questa scelta, non ipotizzare aggiramenti”. Il consigliere ha poi ribadito come, sul tema dei biglietti, “i fatti abbiano dato ragione alla minoranza” rispetto a quanto proposto inizialmente dalla Giunta.

La proposta del Centro Studi Tartufo e il tema della trasparenza

Il secondo quesito riguardava la proposta di coprogettazione pervenuta al Comune dal Centro Studi del Tartufo pochi giorni prima della delibera consiliare sulle linee di indirizzo per il MUDET.
Bolla ha evidenziato che la proposta non era stata resa nota né al Consiglio né alla città, nonostante le linee guida prevedano istruttoria e pubblicazione per ogni proposta ETS non “manifestamente inammissibile”.

L’assessora Pasini ha ripercorso le date: “La delibera comunale è del 26 giugno 2025; la proposta del Centro Studi è del 18 giugno. Le due tempistiche si sono intersecate. L’amministrazione ha scelto di mantenere l’iniziativa in capo al Comune, pubblicando un avviso per garantire massima trasparenza. L’ETS non aveva attivato un procedimento ai sensi della legge 241/1990, e la proposta iniziale era incompleta sotto più profili”.
Pasini ha chiarito che, dopo la pubblicazione dell’avviso, lo stesso Centro Studi ha presentato una versione aggiornata e completa della propria proposta, poi inserita nel percorso ordinario della coprogettazione.

Nella sua replica, Bolla ha insistito sul tema procedurale: “Le linee guida dicono che ogni proposta ETS va istruita e pubblicata, insieme al verbale di valutazione. Questo non è avvenuto, e per noi rappresenta un limite di trasparenza. Non mettiamo in dubbio la legittimità dell’azione amministrativa, ma il Consiglio e la città dovevano essere informati. È un punto su cui continueremo a confrontarci”.

d.v.

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