Servono maggior attenzione e nuove risorse per sostenere l’agricoltura cuneese e di tutto il Piemonte. Il Complemento per lo Sviluppo Rurale (CSR) del Piemonte è uno strumento fondamentale per promuovere la crescita del settore e renderlo volano di economia diretta ed indiretta. Questo avviene solo se, stante la situazione venutasi a determinare, vengono integrati i fondi e adeguatamente distribuite le risorse. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo che ha già, nelle ultime settimane, sollecitato la Regione su specifiche questioni a tutela delle imprese agricole del territorio.
“Rispetto al Piano regionale di Qualità dell’Aria, prendiamo atto dell’impegno profuso dal Consiglio regionale e dalle Commissioni competenti, in particolare da Claudio Sacchetto, presidente della terza Commissione. Restano, però, da chiarire le modalità e le tempistiche delle operazioni di adeguamento – dichiara Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo -. Oltre a ciò, resta la necessità di individuare nuove risorse affinché gli interventi strutturali per far fronte agli obblighi del Piano non gravino sul bilancio aziendale con spese ed investimenti non aventi alcuna valenza in termini produttivi. Ribadiamo che gli interventi infrastrutturali richiesti vanno a beneficio dell’intera collettività e che la zootecnia, nell’ambito del tessuto economico regionale, assume un ruolo strategico”.
Il settore agricolo, anche per effetto dei cambiamenti climatici, sta affrontando una delicata fase di cambiamento, in relazione alla quale, rispetto all'attuale situazione di immobilismo, si rendono necessari interventi su più fronti.
Sul piano dello sviluppo rurale, l'inadeguata dotazione finanziaria del Complemento per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 sta assumendo una connotazione di elevata criticità, per cui è necessario uno stanziamento di risorse aggiuntive. Rispetto agli interventi agro-climatico-ambientali, in particolare circa quello sull'allevamento di razze locali a rischio di abbandono, è stato registrato un deficit di carattere finanziario che non consente ad un numero rilevante di imprese la possibilità di sviluppare e migliorare metodologie gestionali eco-sostenibili.
Sul fronte della semplificazione amministrativa, serve scegliere la strada della riduzione degli obblighi burocratici che affossano gli imprenditori senza portare valore aggiunto. Parallelamente, in tema di gestione irrigua, è necessario un piano che permetta di incrementare la capacità di conservazione dell'acqua a livello regionale e, al contempo, ridurre la percentuale di dispersione attraverso interventi strutturali diffusi sul territorio.
Per quanto riguarda la fauna selvatica e il sistema venatorio, occorre agire attivando un piano straordinario di contenimento, soprattutto in riferimento agli ungulati, stanziando le adeguate risorse per consentire, su base annuale, il risarcimento integrale del valore periziato rispetto al danno subito, oltre a prevedere un processo di riorganizzazione del sistema venatorio regionale.
È inoltre necessario dare attenzione a diverse filiere fondamentali per il tessuto economico regionale: da quella frutticola, che presenta criticità su remunerazione e tempi di pagamento, a quella vitivinicola, che vive una situazione delicata di mercato; da quella corilicola, colpita da uno stato di calamità naturale, a quella risicola, penalizzata da bassa remunerazione e importazioni selvagge, fino a quella zootecnica, sia da carne sia da latte, anch'essa in una fase di mercato particolarmente complessa.
In merito al governo del suolo, mancando una regolamentazione regionale, per l'installazione dei pannelli fotovoltaici va privilegiato l'utilizzo di siti dismessi o non utilizzabili per altri scopi, salvaguardando in modo categorico le aree agricole. Il suolo è una risorsa naturale, un bene comune di particolare importanza, essenziale per il soddisfacimento del fabbisogno alimentare, che non può essere piegato alle esclusive esigenze dell'urbanistica o per scopi speculativi.
Infine, sul contrasto alle fitopatie, soprattutto per la Flavescenza Dorata e la Popillia japonica, occorre rafforzare l'azione investendo sul potenziamento dell'attività di ricerca, così da ridurre l'incidenza dei danni e le conseguenti ripercussioni sulla redditività aziendale.
“Punti e necessità concrete che la Regione deve prendere in considerazione fin da subito perché serve un impegno diverso da quello che abbiamo visto fino ad ora per la nostra agricoltura e per garantire risposte tangibili alle imprese. La nostra agricoltura ha dimostrato di essere un motore insostituibile di crescita, capace di generare valore, occupazione e identità e, ancora più in questo momento di conflitti e guerre commerciali, va valorizzata poiché rappresenta un comparto strategico per la produzione di cibo”, aggiunge Francesco Goffredo, direttore di Coldiretti Cuneo.





