Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana appena conclusa, pubblicato giovedì 6 novembre.
Sospetti maltrattamenti ai danni di 18 persone con gravi disabilità psichiche e disturbi dello spettro autistico hanno portato la Procura di Cuneo a sequestrare l’intera cooperativa sociale "Per Mano", con sede nella frazione cuneese di Borgo San Giuseppe.
Un fatto che ha scosso l'opinione pubblica e che è stato oggetto di una conferenza stampa tenuta oggi, 6 novembre, presso il Comando provinciale dell'Arma, alla presenza del procuratore capo Onelio Dodero, che ha voluto chiarire alcuni aspetti della vicenda e dell’indagine nata dalla segnalazione di un familiare di uno degli ospiti e poi arricchita dalle testimonianze di alcuni dipendenti.

Come da lui stesso spiegato, i tre centri gestiti dall’ente – la casa famiglia «Con Noi», il nucleo residenziale «Stella Alpina» e il centro diurno «Tetto Nuovo» – sono stati posti sotto sequestro preventivo dal Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Cuneo. Con essi sono stati sequestrati i beni aziendali annessi, i relativi beni strumentali e i conti correnti.
Tra il 24 ottobre e il 3 novembre scorsi tutti gli ospiti sono stati trasferiti in strutture ritenute sicure, grazie al coordinamento dell’Asl Cn1, che ha messo in campo un'équipe di oltre 60 professionisti per la gestione di quella che si è presentata a tutti gli effetti come un'emergenza.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, all’interno delle strutture si sarebbero registrati episodi di violenza fisica e psicologica, documentati attraverso riprese effettuate nei locali. Insulti, percosse, pazienti legati ai letti o lasciati per ore in stanze d’isolamento, cure e farmaci non somministrati e cibo dato in quantità spesso non sufficiente.
Le ipotesi di reato riguardano i delitti di maltrattamenti contro persone a loro affidate, lesioni personali, sequestro di persona e violenza privata.
Poi omissioni di atti d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e responsabilità amministrativa dell’ente. Le contestazioni di natura economica si riferiscono ai servizi fatturati tra il 2024 e il giugno 2025, con oltre 1,4 milioni di euro più Iva chiesti alle Asl convenzionate.
Ventuno le persone complessivamente indagate.
In carcere a Torino sono finite la direttrice della cooperativa Emanuela Bernardis e la coordinatrice Marilena Cescon, già coinvolte in un procedimento analogo relativo agli anni 2014-2019. Quattro operatori sono agli arresti domiciliari e altre undici persone sono sottoposte a divieto di avvicinamento e comunicazione delle persone offese.
Emesse dal Gip il 14 ottobre su richiesta della Procura a carico di altrettanti soggetti variamente ritenuti responsabili dei delitti di maltrattamenti contro persone a loro affidate, lesioni personali, sequestro di persona e violenza privata, le 17 misure cautelari sono state eseguite nelle prime ore del 23 ottobre scorso, in Cuneo e comuni limitrofi, dalla Compagnia Carabinieri di Cuneo, che ha operato con l’impiego di 70 militari, con la collaborazione nella fase esecutiva di personale del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e delle Compagnie dipendenti, del N.A.S. di Alessandria e del N.I.L. di Cuneo.
Dopo gli interrogatori, il giudice ha confermato le misure cautelari per gli indagati, fatta eccezione per due soli casi, in cui è stato revocato per uno il divieto di avvicinamento e di esercizio della professione e per un altro solo quello di avvicinamento.
La posizione di tutti gli indagati a vario titolo è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria che ne valuterà la colpevolezza o meno nel corso del successivo processo.

IL PROCURATORE DODERO: "OSPITI IN SITUAZIONI DI MARCATO DISAGIO"
"È la seconda volta – ha spiegato durante l’incontro il procuratore capo Onelio Dodero – che ci troviamo ad affrontare il tema della gestione da parte dei responsabili di questa cooperativa, già coinvolta in un precedente procedimento. Si tratta di una realtà che opera con numerose convenzioni con le Asl e che gestisce strutture adibite all’accoglienza e al supporto di persone con fragilità particolarmente gravi. L’indagine più recente, durata sei mesi e avviata nel novembre 2024, ha confermato condizioni tali da rendere indispensabile e urgente un intervento. È stato infatti accertato che le procedure di assistenza non venivano svolte secondo le modalità previste e che gli ospiti vivevano in situazioni di marcato disagio, richiedendo invece personale altamente qualificato e adeguatamente formato nella gestione di pazienti complessi".
"UTILIZZO IMPROPRIO DI FARMACI"
"Nella struttura – ha proseguito – era presente un turn over eccessivo e continuo di operatori privi delle competenze necessarie, con conseguenti difficoltà nel contenimento dei comportamenti problematici degli ospiti. Contenimento che, secondo quanto emerso, veniva esercitato attraverso atti riconducibili a maltrattamenti, oltre all’utilizzo improprio di terapie farmacologiche somministrate da personale non abilitato, con l’unico scopo di mantenere gli ospiti tranquilli durante la giornata.
Alla luce di questi elementi, si è ritenuto necessario procedere con misure cautelari incisive e con il sequestro della struttura. L’operazione è stata complessa: la priorità era garantire la tutela delle persone ospitate, evitando traumi e situazioni di ulteriore stress. In questo senso, va riconosciuta la grande professionalità dei Carabinieri nell’esecuzione del provvedimento. Un grazie all'Asl Cn1 nelle persone del direttore generale Giuseppe Guerra e dello psichiatra dottor Francesco Risso".
"PRIORITÀ TUTELARE I RAGAZZI"
"Queste condotte non sono accettabili, e chi ne è vittima deve trovare il coraggio di chiedere aiuto - ha detto in conferenza il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Marco Piras –. Episodi di questo tipo non devono accadere. Sappiamo che si tratta di situazioni delicate e difficili da gestire, ma proprio per questo è indispensabile professionalità, competenza e rispetto".
"La nostra priorità assoluta era tutelare questi ragazzi – il comandante del Radiomobile dei Carabinieri Claudio Gramaglia illustrando modalità operative e tempistiche dell’operazione –. Fino a quando non abbiamo avuto la certezza di una sistemazione adeguata e sicura per ciascuno di loro, non abbiamo proceduto. Solo nel momento in cui è stato garantito il loro trasferimento in strutture idonee siamo intervenuti".





