L’iniziativa solidale in corso da settimane, da tante realtà della Diocesi di Mondovì, per un sostegno al Patriarcato latino di Gerusalemme ha portato ai primi passi concreti. Nel corso del viaggio in Terra Santa, dove si è recato con i vescovi lombardi, il vescovo Egidio Miragoli ha incontrato il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, facendogli pervenire quanto raccolto nella Diocesi attraverso la colletta “Pro Gaza”.
Le offerte, per un totale di 100.000 euro, sono state destinate dal Patriarca per la costruzione di una scuola. «Grazie a tutti coloro (singole persone, enti e associazioni, parrocchie e comunità religiose) che hanno aderito all’iniziativa “Pro Gaza”. I ragazzi, i giovani, da tre anni non vanno a scuola, non hanno possibilità di studiare – ha evidenziato mons. Miragoli –, e sarà quindi importante riattivare l’attività formativa che permetta loro di avere gli strumenti di comunicazione, di dialogo, e quindi possibilità di lavoro. Le scuole sono fondamentali per il futuro delle nuove generazioni».
Il dettaglio della raccolta
- Bonifici effettuati da singoli o famiglie sul c/c: € 9.110
- Da congregazioni religiose: € 3.945
- Da comunità parrocchiali: € 25.650
- Da offerte su canale Satispay: € 1.071,81
- Da colletta durante la novena e la festa del Santuario: € 6.800
- Offerte in occasione della Quaresima di fraternità: € 26.684
- Offerta della Diocesi: € 27.000
La raccolta comunque prosegue perché alcune comunità hanno comunicato di non aver ancora versato o che intendono proseguire la raccolta: il conto corrente bancario e l’applicativo Satispay – QUI il link diretto – saranno attivi fino a Natale 2025, così da permettere eventuali iniziative di carità del periodo di Avvento.
Ecco il numero del conto a cui ci si può indirizzare: Diocesi di Mondovì – Emergenza Gaza. Coordinate IBAN (Banca Alpi Marittime) dedicato alla raccolta fondi: IT 55 E 08450 46480 000000037063.
«Tornare in Terra Santa»
Sulla difficile situazione in Terra Santa «il cardinal Pizzaballa, con grande delicatezza e schiettezza insieme, non ci ha nascosto il suo pensiero – ha ricordato mons. Egidio –. Certamente la guerra finirà, ci ha detto, ma non finirà il conflitto. Ciò che è avvenuto negli anni passati e particolarmente dopo il 7 ottobre ha segnato un solco profondo nella società, nelle famiglie, nei cuori… anche nella Chiesa di Gerusalemme, perfino nel presbiterio diocesano, composto da sacerdoti israeliani e palestinesi, da famiglie di entrambi i popoli tutte ferite da lutti tremendi. Ci vorrà molto, molto tempo. In tale situazione non è possibile né opportuno restare neutrali: occorre dire la verità, annunciare il Vangelo della riconciliazione e del perdono, credere alla forza della parola del Vangelo. Quanto alla speranza, ha detto, in maniera molto efficace che “occorre dare concretezza alla speranza”. Non bastano le parole. Indubbiamente ogni intervento caritativo, per essere veramente efficace, richiede continuità. In accordo con il Patriarcato vedremo di trovare la modalità più opportuna e di individuare le priorità. Inoltre, torno a dire, è importante ritornare in Terra Santa, specie con i pellegrinaggi, non solo per la carica spirituale che i luoghi santi trasmettono, ma anche perché la visita diventa incoraggiamento per le comunità cristiane, permette ai pochi cristiani ora rimasti di non sentirsi soli, e di poter vivere. La presenza cristiana in quei luoghi è fondamentale, perché continui a risuonare la Parola del Vangelo, parola indispensabile per additare pace, perdono, riconciliazione».





