Attualità - 18 ottobre 2025, 06:03

Solidarietà albese: a Buča un Centro per bambini disabili grazie alla donazione del Comitato Razom [FOTO]

L'associazione albese ha devoluto 35mila euro per la causa. Vicina l'inaugurazione del Centro

Solidarietà albese: a Buča un Centro per bambini disabili grazie alla donazione del Comitato Razom [FOTO]

Il Comitato Razom, nato nel 2022 grazie all’audacia di tre giovani albesi, due anni fa è riuscito a raccogliere 35mila euro per costruire un Centro per bambini con disabilità.

Il 14 febbraio 2024 il Comitato Razom ha stipulato un accordo di cooperazione con la città di Buča, a seguito del quale è stata fatta una donazione di 35mila euro per sostenere la costruzione del Centro. Questo è stato possibile grazie all’impegno corale e alla generosità di istituzioni, associazioni, imprese e individui che non sono rimasti indifferenti. L'iniziativa gode del patrocinio del comune di Alba, del comune di Buča, della Provincia di Cuneo, della Regione Piemonte e della Diocesi di Alba. Ringraziamo anche i media partner, tra cui TargatoCN e LaVocediAlba”, spiega Edoardo Bosio, il giovane presidente dell’associazione.

L’albese, classe 1999, durante la scorsa settimana ha fatto visita a Buča, città a cui sono stati devoluti i fondi.

Ero già andato in Ucraina due anni fa, come rappresentante del Comitato, per un dialogo con il sindaco e la sua giunta per decidere dove destinare i soldi”.

Da quel giorno ad oggi i contatti tra il comitato e Buča sono stati perenni. 

Come nel 2023, abbiamo chiesto a Edoardo di raccontarci la sua esperienza in Ucraina.

In questo periodo sono a Varsavia per frequentare un master e la scorsa settimana sono andato in Ucraina. Dalla Polonia è sicuramente più comodo arrivare a Buča, anche perché gli aeroporti, a causa del conflitto, sono chiusi. Mi sono spostato in treno. Ho deciso di andare in questo periodo, anche per una questione di sicurezza: in autunno inoltrato e durante tutto l’inverno gli attacchi alle infrastrutture energetiche e verso i civili diventano sempre più probabili.”

Lo scopo principale della visita di Edoardo a Buča è stata la supervisione sui lavori del Centro per i bambini disabili, ormai in fase di conclusione. Per l’inaugurazione, ipotizzata tra circa un mese, i rappresentanti del comune di Buča sarebbero molto felici di accogliere un rappresentante del Comitato.

Ho incontrato l'assessora all’educazione Oleg Tsymbal che mi ha fatto ispezionare il cantiere, oltre ad avermi permesso la visita all’ufficio delle relazioni internazionali di Buča."

La permanenza in zona di guerra di Edoardo è stata di pochi giorni, dal 9 al 12 ottobre.

Appena sono arrivato in città ho colto la presenza di numerose persone, tra i quali diversi soldati, con stampelle, invalidi e mutilati. Oltre a ciò, ho trovato una popolazione stanca”, racconta Edoardo, che ha notato molte differenze sul suolo ucraino rispetto alla sua precedente visita.

Durante il suo soggiorno a Kiev, nella notte tra il 9 e il 10 ottobre, Edoardo è stato testimone di un attacco russo combinato con 450 droni e 30 missili, che ha lasciato una parte della capitale senza elettricità e acqua, uccidendo un bambino e ferendo almeno 21 persone.

Quando due anni fa ero andato in Ucraina, sono stato qualche giorno a Buča d’estate e, dunque, non essendo nella zona più colpita del Paese, oltre che in una stagione in cui gli attacchi sono meno frequenti, non avevo assaporato le problematiche che ho riscontrato durante questo mio secondo soggiorno. Ero in hotel a Kiev e, al suono della sirena, ci eravamo riparati nel rifugio. Quando l’allarme è finito, sono tornato in camera, ma, ormai, era mattina. Questo clima ti fa sentire perennemente stanco, poiché, anche quando non vai nel rifugio, hai sempre la paura e lo stress che possa succedere qualunque cosa”, racconta il giovane ragazzo albese la notte da incubo vissuta.

Tuttavia, le persone sono ormai abituate a questi pericoli e Edoardo lo nota quando gli capita di parlare con i cittadini del posto: “Nonostante la guerra, la popolazione sta cercando di continuare a vivere la vita come sempre. Ho incontrato degli amici e diverse persone ucraine che mi hanno detto che il tempo passa comunque, anche quando sei in guerra, e che quindi bisogna continuare a vivere la vita per non sprecarla”.

I problemi dei conflitti per chi li vede da lontano è che sembrano sempre e solo sul fronte, ma anche all’interno del Paese non si vive nelle migliori condizioni. “Certi civili non vanno più nei bunker, perché non riesci a dormirci. Sono dei parcheggi sotterranei e, se il giorno dopo devi andare a lavorare, dopo mesi e mesi di conflitto, preferisci dormire, sperando che non ti succeda nulla.”

Seppur la pace non sembri ancora all’orizzonte, i piccoli passi si fanno sentire: grazie al Comitato Razom e a tutti quelli che hanno sostenuto la causa, Buča potrà avere il suo Centro per bambini con disabilità.

Tommaso Puggioni

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