Edoardo Bosio, ragazzo albese classe 1999, è uno degli undici italiani che stanno frequentando il prestigioso master in Affari Europei “College of Europe di Natolin” a Varsavia. Nel campus della capitale polacca studiano 110 studenti provenienti da 30 Paesi differenti. Edoardo l’anno scorso si è laureato in Giurisprudenza ad Alessandria, nell'Università del Piemonte Orientale.
“Ho sempre sognato di frequentare questo master e sono lieto di esserci riuscito", ci racconta il giovane albese, che con il suo impegno negli anni è arrivato a studiare in Polonia, grazie anche a una borsa di studio del Ministero degli Esteri italiano. Questo corso è direttamente collegato alle istituzioni dell’Unione Europea e negli ultimi decenni a frequentarlo sono stati centinaia di giovani, alcuni dei quali sono poi diventati prestigiosi politici europei dei nostri giorni: per esempio, la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha frequentato il College. L’associazione organizzatrice del master ha tre sedi: Bruges, Tirana e Varsavia. Quest’ultima offre al proprio interno percorsi differenziati e multidisciplinari, che cercano di specializzare al massimo i propri studenti.
"Questa opportunità è molto importante per me, poiché credo che in futuro avremo necessità sempre maggiori di prendere decisioni come continente Europa, piuttosto che come singoli Stati nazionali”, ci racconta lo studente piemontese.
Edoardo, che è anche il presidente del Comitato Razom, associazione che ha donato 35 mila euro nel 2024 a Bucha, un comune ucraino, per la costruzione di un centro di riabilitazione per bambini che presentano disabilità, ci ha raccontato come sta vivendo l’esperienza a Varsavia.
“Mi trovo al College dal 9 settembre e nella mia prima settimana a Varsavia dei droni russi hanno fatto incursione sul territorio polacco, fatto che nessuno si poteva aspettare. Ho provato una preoccupazione iniziale non indifferente.”
Tuttavia, la partecipazione a questo progetto non è isolata da ciò che il ragazzo albese vuole fare nella sua vita: “Mi piacerebbe avere un’esperienza a livello europeo nei prossimi anni. Un giorno vorrei poter portare quello che ho imparato in Italia, per mettere le mie conoscenze a servizio della comunità.”

La promozione 2025/2026 del College of Europe è dedicata a Victoria Amelina, scrittrice ucraina che ha documentato i crimini di guerra nelle aree occupate, che nel luglio 2023 è morta dopo essere stata gravemente ferita in un attacco missilistico russo.
Il primo anno del corso scolastico si divide in due semestri, il primo dei quali ha la finalità di dotare tutti gli studenti di una base di conoscenza comune ed è, dunque, uguale per tutti. Le lezioni iniziano a settembre e proseguono fino a novembre, con la sessione esami a dicembre. Durante il secondo semeste, essendo un master multidisciplinare, gli studenti potranno scegliere una delle quattro specializzazioni: Istituzioni europee, Unione Europea nel mondo, Allargamento dell’Unione Europea e politiche di vicinato e, infine, Storia europea. “Io sceglierò United Europe in the world (Unione Europea nel Mondo, ndr). Vorrei specializzarmi nel settore di difesa, sicurezza e relazioni esterne.”
Questo College ha una storia longeva: infatti, è stato creato nel 1949. In particolare, il Campus Natolin di Varsavia è nato nel 1992, dopo la caduta dell’Unione Sovietica.
“Prima di approdare in Polonia, appena mi sono laureato, ho lavorato per 6 mesi in una società di consulenza internazionale a Milano. Poi, nel gennaio 2025, ho fatto domanda per il master e sono rimasto in attesa: se non mi avessero preso avrei dovuto optare per un piano B e avrei probabilmente perso fiducia nei miei sogni”.
La sua presidenza nel Comitato Razom è stata fondamentale per prendere la decisione più importante per il suo futuro: “Il Comitato mi ha fatto assumere più fiducia in me stesso. Ho compreso le mie qualità, ho capito quali erano i miei punti di forza e quali, invece, di debolezza. Essendo stato un impegno importante, mi ha dato le capacità e le conoscenze per fare ciò che faccio. Grazie al Comitato ho capito qual era la strada giusta per me”, conclude Edoardo Bosio.





