È per lo meno singolare, in una provincia fortemente connotata a destra, che i posti di potere della gestione di una delle risorse naturali più importanti, l’acqua pubblica, siano in larga parte in mano alla sinistra.
Mentre si avvia (faticosamente) a conclusione la vertenza sul cosiddetto “valore residuo” che il consorzio Cogesi – il gestore unico del servizio idrico integrato - deve corrispondere ad Egea Acque, è interessante registrare al riguardo un inedito (e anomalo) asse politico venutosi a creare tra il Partito Democratico e la Lega.
La guida del Cogesi, dopo alcune fibrillazioni, è comunque rimasta in capo all’avvocato braidese Emanuele “Momo” Di Caro, già segretario provinciale Pd prima di Flavio Manavella e Mauro Calderoni.

[Emanuele "Momo" Di Caro]
L’Acda, l’azienda cuneese dell’acqua che di Cogesi è il braccio operativo e si occupa di oltre 100 Comuni della Granda, continua ad essere presieduta dal quasi ottuagenario Livio Quaranta, già presidente della Comunità montana Valle Stura, colui che viene considerato (non a torto) il più longevo “signore delle acque”.

[Livio Quaranta]
Circola ancora in proposito una icastica battuta, attribuita ad un notabile democristiano ora scomparso: “Quaranta era signore delle acque ben prima che il titolo gli venisse usurpato da Mosè con la divisione del Mar Rosso”.
Qualche settimana fa si è aggiunto alla pattuglia l’albese Gianni Arbocco, anch’egli dirigente provinciale di tutte le sigle, Pci, Pds, Ds, che hanno preceduto la nascita del Partito Democratico, già assessore negli anni ’90 quando sindaco di Alba era Enzo Demaria.

[Gianni Arbocco]
Arbocco è stato designato alla presidenza della Sisi, società intercomunale dei servizi idrici, realtà cardine nella tradizione consortile albese e braidese.
Sin qui per quanto riguarda la sinistra, ma c’è un altro capitolo di questa storia che va raccontato e vede protagonista un “pezzo da novanta” della Lega con cui i vertici provinciali del Pd hanno giocato di sponda in questi mesi e che ha avuto (ed ha tuttora) un ruolo cruciale.
Si tratta di Simone Mauro, presidente di Alpi Acque Spa, la società consortile che per anni ha gestito i servizi idrici in oltre 50 Comuni nella pianura fossanese, saviglianese e saluzzese.

[Simone Mauro]
Mauro, uomo che in fatto di potere nella Lega provinciale è secondo solo al senatore e segretario provinciale Giorgio Maria Bergesio, si è sempre tenuto lontano dai riflettori attribuendosi sempre e soltanto un ruolo tecnico.
Per concentrarsi sul mondo acqua ha lasciato la presidenza del cda di Amos, l’azienda che supporta l’attività sanitaria, ospedaliera e territoriale, fornendo beni e servizi.
La sua funzione è stata ritenuta cruciale nei difficile passaggi di questi ultimi mesi: non per nulla qualcuno, simpaticamente, gli ha appioppato la definizione di “Giorgetti della Granda”.

[Giorgio Maria Bergesio]
Un asse – quello tra Pd e Lega – assolutamente anomalo che ha visto politicamente protagonisti il senatore e segretario provinciale della Lega Bergesio e Mauro Calderoni, già segretario provinciale Pd, sindaco di Saluzzo e attuale consigliere regionale di opposizione a Palazzo Lascaris.

[Mauro Calderoni]
I due, per raggiungere il loro obiettivo, hanno scelto uomini di consolidata esperienza politica e comprovata competenza.
La partita è stata giocata in gran segreto, visto che i rispettivi partiti mai avrebbero potuto “benedire” tale ibrido connubio, ma l’operazione faceva comodo ad entrambi nel contesto politico cuneese.
Alla Lega perché si sentiva tagliata fuori dalle nomine nella spartingaia tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lista Cirio e aveva quindi necessità di far pesare il suo ruolo di fronte agli alleati.
Al Pd per mantenere posizioni consolidate nel tempo e ritenute strategiche e, al contempo, sotto un profilo più strettamente politico, per contenere un sempre più insidioso Patto Civico.
L’acqua essendo pubblica è diventata dunque anche “politica”, sperimentando anomale “convergenze parallele” in salsa cuneese.





