Altro episodio di Figlie della Granda e altra storia di un talento cuneese che spicca nei campionati nazionali di tutta Italia. Oggi infatti ci spostiamo nel Monregalese per raccontare la storia di Irene Bovolo, classe 2002, 1.82 cm di altezza, originaria di Villanova Mondovì.
Cresciuta pallavolisticamente in una città simbolo del volley piemontese, Mondovì, oggi Irene gira l’Italia giocando nei campionati di A2 e B1, con alle spalle un percorso fatto di passione, coraggio e qualche colpo di scena.
Irene compie i suoi primi passi nel mondo della pallavolo con il Villanova, ma il suo incontro con questo sport nasce in realtà da un errore, un inizio tutt’altro che programmato.
“È una storia buffa”, racconta con un sorriso. “Non volevo fare pallavolo. Guardavo High School Musical, mi piaceva il basket, ma non sapevo bene come si chiamasse quello sport... così ho detto per sbaglio ‘pallavolo’ e mi sono ritrovata in palestra. Pensavo di iscrivermi a basket e invece eccomi qui”.
Quello che è nato come un equivoco si è poi trasformato rapidamente in una passione. A 14 anni arriva la chiamata di Mondovì e Irene entra così nel settore giovanile della LPM Pallavolo Mondovì, oggi Mondovì Volley. “La chiamata di Mondovì è stata una bella opportunità. Ho avuto la fortuna di incontrare bravi allenatori e ottime compagne di squadra. Eravamo molto unite e insieme siamo arrivate fino alle finali regionali under 16”.

Al primo anno di under 18, ecco la svolta: oltre che giocare nelle giovanili e in Serie C, dalla società arriva la proposta di allenarsi assieme alla prima squadra, che militava in A2.
“Ero spaventata, non sapevo se ce l’avrei fatta. Ma è andata bene. Ho potuto allenarmi per tutta la stagione con giocatrici professioniste come Elisa Zanette. Vedere da vicino il mondo del professionismo mi ha aperto gli occhi. Non pensavo di poterne fare parte, ma ero felicissima di potermi misurare con quel livello”.
Archiviata l’esperienza in A2, Irene prosegue il suo percorso spostandosi all’Alba Volley per l’ultimo anno delle giovanili per giocare in B2 e mettere a frutto l’esperienza maturata a Mondovì. La stagione viene però interrotta dal Covid.

Si riparte nel 2020-2021 e Irene fa una scelta importante: lasciare il Piemonte e trasferirsi a Venezia per vestire i colori della Fusion Team Volley. Ha 18 anni e frequenta ancora il quarto anno di superiori, ma non ha dubbi.
“Con la maglia della Fusion ho disputato le finali nazionali under 19, un’esperienza pazzesca. È durante quella stagione che ho capito che volevo davvero trasformare la mia passione per la pallavolo in un lavoro”.
Il suo percorso continua con un anno a Udine in B1, poi il passaggio al Clementina 2020 di Castelbellino, sempre in B1. È qui che arriva un nuovo punto di svolta, un anno partito in sordina e poi giocato da protagonista.
“All’inizio dell’anno ero demotivata, non andava niente per il verso giusto. Abbiamo perso tutto il girone d’andata. Ma poi abbiamo vinto tutto il ritorno. Lì mi sono fatta vedere, ho fatto un grande campionato. Quel momento ha segnato una svolta, è lì che sono ripartita e al termine della stagione sono arrivate le chiamate dalla A2”.
Merito anche di un gruppo squadra compatto e solido: “A Castelbellino c’era un gruppo molto unito, fatto di ragazze che mi hanno aiutato tanto, mi hanno fatto ritrovare fiducia nei miei mezzi, mi hanno aiutato a uscire da un periodo difficile e a esprimere il meglio che potevo dare. È stato un anno fondamentale per me”.

Dopo Clementina 2020, Irene approda in A2 e gioca a Bologna, in Abruzzo e a Casalmaggiore, spostandosi per tutta Italia, portando sempre con sé la stessa determinazione di quando ha lasciato casa per inseguire il suo sogno.
“Non ho mai sofferto la lontananza da casa, sono sempre stata abbastanza indipendente. Forse è una cosa un po’ atipica, ma fin da piccola amo cambiare, spostarmi, mi piace l’idea di visitare ogni stagione un posto nuovo, incontrare nuove persone. In questo i miei genitori mi hanno sempre supportata: sono venuti a vedermi ovunque, si sono fatti in quattro per starmi accanto”.
Anno dopo anno Irene costruisce infatti la propria routine: “All’inizio è sempre un po’ difficile, ma poi trovi il tuo spazio. Cerco di godermi i posti in cui vivo e gioco. Mi piace esplorare, scoprire, sentirmi a casa anche lontano da casa”.
Le difficoltà, semmai, ci sono quando manca un gruppo squadra unito. “Mi sono pesati di più gli anni in cui il gruppo non era solido, tutto diventa più complicato. Quelle così sono stagioni non semplici”.
Per Irene, infatti, il gruppo è il cuore di tutto. Non solo in campo, ma anche nella vita. “Le persone che incontri fanno la differenza. Ogni anno cambiano, ma sono loro che ti aiutano a superare le difficoltà. Le amicizie vere restano, anche se spesso mi capita di doverle vivere a distanza. Le mie amicizie stabili le ho mantenute, i miei amici sono abituati al mio stile di vita. Certo, alcuni rapporti li ho persi, ma in compenso ho creato legami fortissimi in giro per l’Italia”.

Tornando alla pallavolo, Irene è una banda, ruolo in cui unisce tecnica e potenza: “Il mio punto forte è l’attacco: ho una rincorsa veloce, sono esplosiva. Ma sto lavorando tanto sulla ricezione. Voglio diventare una giocatrice completa il più possibile. La banda deve essere brava a gestire le palle difficili, essere costante in attacco e aggressiva in difesa”.
Un ruolo quindi tra i più versatili, in cui la parte mentale è fondamentale: “A Casalmaggiore ho avuto l’opportunità di lavorare con un mental coach. Mi ha aiutato a trovare equilibrio, serenità, la mia 'zona di funzionamento ottimale' per affrontare le partite”.
E se potesse scegliere un altro ruolo, Irene non avrebbe dubbi: “Mi piacerebbe fare una partita da palleggiatrice. Nessuno mi ha mai dato questa possibilità, ma io mi sento pronta!” dice ridendo.

(Foto di Gabriele Sturaro - L3 Photo Studio)
Fuori dal campo, Irene è una studentessa di Scienze Motorie, ormai prossima alla laurea e con la passione del bricolage: “Mi piace guardare tutorial su TikTok e provare a costruire oggetti. Anche fuori dal campo, tutta la vita personale tende alla pallavolo”.
E per il futuro, Irene ha due sogni. Uno dentro il campo, l’altro fuori. “Mi piacerebbe tornare a giocare a Mondovì. Quando torno a casa d’estate i tifosi me lo chiedono sempre, e io dico che prima o poi succederà. Ora non è il momento, ma arriverà. E poi, vorrei provare a entrare a Fisioterapia. È un sogno che ho da tempo, e spero di riuscire a realizzarlo”.





