Se ne parla ogni primavera, ma la meraviglia resta intatta. La colza, o brassica napus, illumina intere pianure al punto da sembrare la tavolozza di un quadro.
Lo spettacolo alla vista è suggestivo e affascinante, ma questo particolare tipo di fiore presenta caratteristiche che lo rendono utilizzabile anche in cucina e in ambito industriale, grazie all’estrazione dell’olio dalla pianta.
Da secoli il fiore giallo viene coltivato e lavorato per creare biocombustibile che alimenta mezzi agricoli e per i motori diesel. L’uso dell’olio derivato dai semi di colza ha origini piuttosto antiche: già nel Duecento era usato per l’illuminazione delle strade in Nord Europa.
Con il tempo, poi, si è sviluppato anche un uso alimentare, che ha reso la colza la terza coltura di olio di semi dopo soia e girasole. Anche la pianta in sé sarebbe commestibile, seppur ancora poco utilizzata nel nostro Paese.
Ma non finisce qui: la colza possiede anche proprietà officinali, grazie ai principi attivi presenti al suo interno. L’olio è ricco di grassi polinsaturi, omega 6 e omega 3, ottimi per la riduzione e la prevenzione di rischi cardiovascolari.
L’olio di colza, infine, è usato nella cura della persona. Infatti, è un grande alleato del cuoio capelluto: aiuta a combattere la forfora, a prevenire la caduta dei capelli e ad evitare che le punte si spezzino. Impiegato con una certa regolarità, l’olio di colza può fare veramente la differenza sui capelli, rendendoli più forti, idratati e lucenti. Da provare per credere.