Un battito d’ali e poi ancora un altro, almeno fino a 200 volte al secondo, tutto accompagnato da un ronzio ritmato: è in questi piccoli movimenti che si cela la sopravvivenza del nostro pianeta.
Lo ricordiamo durante la Giornata mondiale delle api, istituita dalle Nazioni Unite e celebrata ogni 20 maggio, data in cui fu battezzato lo sloveno Anton Janša (20 maggio 1734 - 13 settembre 1773), pioniere dell’apicoltura moderna e professore di questa disciplina presso la settecentesca corte di Maria Teresa d’Asburgo.
Centoquindici nazioni si uniscono per riconoscere quanto l’estinzione delle api, soprattutto quelle solitarie, diverse dalle mellifere che vivono in colonie e producono miele, ridurrebbe drasticamente la biodiversità della Terra: dalla loro impollinazione dipende infatti il 90% delle specie vegetali selvatiche e quasi il 75% di quelle coltivate.
Le api sono tasselli indispensabili del complesso mosaico terrestre, guardiane della salute degli ecosistemi con i quali vivono in simbiosi. Come ha dimostrato una ricerca condotta dall’Università di Bologna, la loro presenza ha un impatto del tutto positivo sull’ambiente grazie alla capacità di rinnovare rapidamente la vegetazione in zone degradate come quelle prossime alla desertificazione o devastate dagli incendi.
Perché le api sono in pericolo
Da anni si registra un declino delle popolazioni di api a livello mondiale a causa del cambiamento climatico che porta a un anticipo delle fioriture, dell’agricoltura intensiva, dell’uso sempre più diffuso di pesticidi, ma anche dell’inquinamento atmosferico e delle attività antropiche che caratterizzano tanto i contesti urbani quanto quelli naturali.
«Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita». È la teoria di Albert Einstein in cui è racchiusa l’utilità di questi piccoli insetti dotati di un potere straordinario. L’importanza delle api nell’ecosistema è indiscussa: sono indicatori della qualità dell’ambiente e hanno un ruolo fondamentale per la continuità delle risorse alimentari della Terra (71 delle 100 colture più note per la nutrizione umana sono impollinate dalle api, dai pomodori alle mele e le fragole).
Quindi, dobbiamo avere cura delle api e della loro sopravvivenza perché, come ci ricorda il World Bee Day, le api sono sempre meno e sono in pericolo estinzione.
Qual è l’obiettivo?
L’obiettivo di questa giornata è portare l’attenzione di tutti i cittadini, ma anche politici e istituzioni, verso l’importanza delle api e di tutti gli insetti impollinatori, come vespe e farfalle, perché la loro vita e il loro lavoro garantiscono la sicurezza alimentare, la sussistenza di centinaia di milioni di persone e il funzionamento degli ecosistemi, nonché degli habitat naturali. In concomitanza con il World Bee Day, non mancano iniziative che vogliono accrescere la consapevolezza sulla tematica, riportare all’attenzione dei cittadini il dramma che si sta consumando e porvi un freno, perché avere rispetto per questi speciali insetti significa avere cura del nostro futuro.
Come festeggiare
In cucina non manca nemmeno un altro frutto dell’operosità di questi piccoli animali: il miele, dolcificante naturale conosciuto anche come “nettare degli dei” per la sua bontà e le infinite sue proprietà. Lo sa bene Tonino Strumia, uno degli storici fautori di Amél’ Amèl a Sommariva del Bosco e autentico portabandiera del nettare delle api. Classe 1945, la sua storia è da sempre legata a questi insetti impollinatori, tanto da essere definito “Il cacciatore di mieli rari”. Non a caso si occupa di un’accurata selezione dei mieli preziosi del Roero e del mondo.
Lo ha fatto dapprima attraverso la sua mieloteca e oggi continua a cercare cose buone, grazie alla “Comunità Slow Food delle botteghe dei mieli di Sommariva del Bosco”. In un raggio di pochi metri queste botteghe, identificate da un’arnia colorata esposta fuori dal locale, offrono tipologie di mieli quasi introvabili. Goduria estrema.