Oggi pomeriggio, alle 15.30, a Madonna delle Grazie saranno in tanti a dare l'ultimo saluto a Remigio Luciano, il fondatore del CRAS di Bernezzo, un nome che abbiamo scritto decine e decine di volte su Targatocn. Perché con Remigio parlavamo spesso.
Le sue storie sugli animali, i numerosi salvataggi, la restituzione in natura di tanti splendidi esemplari di selvatici, sono stati sempre articoli molto letti e apprezzati, perché erano storie di amore e rispetto per la natura, anche quella che a volte ci fa paura. Gli animali dei boschi, i rapaci, i rettili...

Remigio, con quegli occhi vivaci, la sua saggezza, la competenza e la conoscenza di ogni esemplare, era un punto di riferimento per tutti, in provincia. Della sua passione aveva fatto una ragione di vita arrivando a raccontarla in una biografia il cui titolo - "Dalla gabbia al cielo - La mia vita con gli animali" - lasciava poco spazio all’immaginazione.
Ex gestore dello zoo di Cuneo e fondatore del Centro Recupero Animali Selvatici (Cras), da lui realizzato dal 1985 e fatto funzionare lungo quarant’anni di quotidiano impegno in un’abitazione della sua famiglia a Bernezzo, è morto la scorsa domencia all'età di 87 anni.
Aveva gestito lo zoo di Cuneo e poi aveva scelto di dedicare la sua vita agli animali, ma in modo completamente diverso. Prendendosene cura per poterli rimettere in natura, mai più nelle gabbie.
Gli animali che arrivavano al CRAS venivano curati con amore, da lui e dai tanti volontari e veterinari che aveva coinvolto in questo suo progetto cresciuto di anno in anno e diventato davvero un punto di riferimento in tutta la provincia e non solo.
Remigio c'era sempre, a qualunque ora del giorno e della notte, per andare a recuperare qualunque animale selvatico fosse ferito, in difficoltà o abbandonato.
Guai ad entrare in relazione con loro: "Gli animali selvatici non devono avere nemmeno il nome. Perché se creiamo una relazione con loro, rischiamo di non poterli più far tornare in natura. Gli umani fanno tanti errori - spiegava sempre -, spesso per ignoranza, quasi mai per cattiveria. A volte ci portano delle volpi che sono state trattate come dei cani, ma non lo sono. Quando arrivano da noi, purtroppo siamo costretti a tenerli qui per sempre, in gabbia, perché non sarebbero più in grado di procacciarsi del cibo o di difendersi".
Era sempre bellissimo ascoltarlo. Soprattutto quando ci raccontava di quando un animale curato e accudito per mesi, era finalmente pronto a tornare nel bosco o a riprendere il volo.
Ci mancherà molto. E mancherà ai suoi ragazzi e collaboratori "Per noi, Remigio resterà sempre un mentore e un punto di riferimento e in questo giorno triste ci piace pensarlo libero, al galoppo nei boschi di Bernezzo, unghia di tigre al collo, in mezzo agli animali. A casa", hanno scritto nel post di saluto.
Remigio Luciano lascia le figlie Laura con Gigi, Erica con Roberto, Lia, Antonella con Dario, la sorella Liliana, i nipoti Alessandro con Valentina, Giulia con Andrea, Linda con Manuel, Alessia con Elia e la piccola Olivia. E tante persone che gli hanno voluto bene.





