Energie rinnovabili sì, ma con buon senso. Potrebbe riassumersi così il confronto avvenuto ieri, lunedì 5 maggio, a Cuneo in occasione del consiglio provinciale, convocato in forma aperta, per dare modo ai sindaci e alle associazioni di categoria di intervenire sul tema del fotovoltaico a terra.
Un'iniziativa che sembra stia sfuggendo di mano un po' in tutta Italia: è sufficiente guardarsi attorno per vedere ampie distese di prati e campi che, anziché alle coltivazioni, vengono destinate ad ospitare lunghe file di pannelli solari.
Un tema su cui poco o niente possono fare gli enti locali: "Abbiamo mani legate, - aveva evidenziato il sindaco di Mondovì e presidente della Provincia, Luca Robaldo, alcune settimane fa in consiglio - ma farò di tutto per arginare l'installazione sul territorio comunale. Non abbiamo nulla contro il fotovoltaico se realizzato in maniera adeguata, il Governo mette spalle al muro gli enti locali che nulla possono contro la realizzazione di questi progetti, salvo poi doverci mettere la faccia di fronte ai cittadini".
In tale ambito la Provincia svolge un ruolo attivo come soggetto competente per l'autorizzazione degli impianti in regime di Autorizzazione Unica (ex DLGS 387/2003 e s.m.i) ed entro il prossimo 28 giugno dovrà adeguare la propria normativa al nuovo testo unico sulle Fonti Energetiche Rinnovabili, approvato dal Governo con il Decreto Legislativo 190/2024 ed entrato in vigore il 30 dicembre 2024.
"Ad oggi - aveva anticipato il presidente provinciale -, il nostro Ente ha rilasciato autorizzazioni per 35 impianti, per un totale di 52.780,24 kWe e una superficie totale occupata pari a 129,02 ettari. Sono, inoltre, in fase di istruttoria le richieste per ulteriori 9 impianti, per un complessivo di 16.470 kWe e una superficie interessata di 49,41 ettari. Immagino che anche in molti Comuni ci sia stato un incremento delle comunicazioni di installazioni".
Numerosi gli interventi sul tema che è stato affrontato con la presenza di tecnici esperi della Regione Piemonte, quali l'avvocato Patrizia Gugliermero e l’ingegner Eleonora Ferrari, oltre al dottor Luciano Fantino, Dirigente provinciale del settore Tutela del territorio che hanno dialogato con amministratori e referenti delle associazioni di categoria.
Tra le maggiori criticità riscontrare dai sindaci la difficoltà mettere in atto normative nazionali e regionali, a fronte delle sempre più crescenti richieste di installazioni di pannelli che, inevitabilmente, causano un deterioramento del paesaggio agricolo, sia dal punto di vista economico-lavorativo che turistico.
Un esempio è il caso di Ceva dove, da diversi mesi, maggioranza e opposizione discutono sulla realizzazione di un impianto che avrebbe le dimensioni di 24 campi da calcio (leggi qui).
“È necessario ragionare sul fatto che i sindaci devono avere la possibilità e gli strumenti per decidere se fare un impianto o no - commenta il sindaco di Ceva, Fabio Mottinelli -. Perché una volta che il nostro territorio viene ‘stuprato’, i cittadini vengono da noi a chiedere perché le pianure dove cresceva il granturco siano coperte di fotovoltaico”. Senza contare che, per un territorio che ambisce a diventare a vocazione turistica, il detuparmento del paesaggio è un danno senza eguali. Noi Comuni dobbiamo avere la possibilità di plasmare i territori”.
Gli interventi e le richieste sono state raccolte nel testo di una mozione, approvata all'unanimità dai consiglieri provinciali, che sarà inviata all'attenzione della Regione Piemonte. Una richiesta similare era già stata presentata per la Provincia di Alessandria: l'obiettivo è quello di chiedere alla Regione dei 'limiti' per regolamentare l'installazione del fotovoltaico a terra nella zone agricole riconosciute come aree di pregio.
***articolo in aggiornamento****





