Politica - 18 settembre 2024, 10:47

“Tsunami Enrico Costa” nel centrodestra cuneese, la golden share ritorna nelle mani di Forza Italia

Con il suo ritorno tra le fila azzurre si ridisegna la mappa del potere. Ora gli azzurri potranno contare su due presidenti, uno di Regione, l’altro di Provincia, un assessore e un consigliere regionali. L’unica incognita il “caso Mondovì”

Da sinistra Enrico Costa, Marco Gallo, Luca Robaldo e Alberto Cirio

Da sinistra Enrico Costa, Marco Gallo, Luca Robaldo e Alberto Cirio

Se dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno sembrava che la golden share del centrodestra nel Cuneese fosse passata nelle mani di Fratelli d’Italia, alla luce di quanto successo negli ultimi giorni, la situazione va rivista e riletta.

Quali saranno le conseguenze del ritorno di Enrico Costa, per la terza volta, in Forza Italia?

Costa porta in dote agli azzurri un assessore regionale, Marco Gallo, un presidente di Provincia, Luca Robaldo e vedremo se due o tre consiglieri provinciali del Patto Civico.

In questo modo Forza Italia conta in Regione sul presidente, Alberto Cirio, un assessore, Gallo, e un vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Graglia, che è anche coordinatore provinciale del partito.

Per quanto riguarda la Provincia – le elezioni del Consiglio provinciale si svolgeranno tra dieci giorni, domenica 29 settembre - anche qui si prospetta di una maggioranza azzurra, per quanto ibrida, guidata da un presidente, Robaldo, formalmente civico ma da sempre legato a Costa e a Cirio.

Senza contare il municipio di Cuneo dove – pur se è prevedibile che il gruppo “Centro per Cuneo” mantenga la sua connotazione civica – va da sé che Franco Civallero, unico consigliere comunale forzista, un qualche riallineamento dovrà valutarlo.

Come si vede, si va progressivamente ridisegnando la mappa del potere nell’ambito del centrodestra cuneese e Forza Italia ha buon gioco ad inserirsi nel gioco con questa nuova, importante campagna acquisti, specie a fronte delle tensioni interne che perdurano in Fratelli d’Italia.

Diverso il discorso della Lega, pianeta a sé, dove il senatore e segretario provinciale Giorgio Bergesio sembra non curarsi troppo della faccenda, preoccupato semmai dei futuri assestamenti che potrebbero determinarsi nel suo partito dopo Pontida.

Forse – a voler cercare il pelo nell’uovo (ma è qualcosa di più di una quisquilia) – una complicazione viene da Mondovì, dove il Patto Civico del sindaco Robaldo, dopo la precedente esperienza di Paolo Adriano, ha nuovamente tagliato fuori dalla stanza dei bottoni alle ultime amministrative l’intero centrodestra, Forza Italia compresa.

Il “caso Mondovì” – città e territorio da sempre feudo elettorale della famiglia Costa – resta dunque l’unica vera incognita in questo percorso dove a farla da padroni saranno nei prossimi mesi i diarchi azzurri, Alberto Cirio ed Enrico Costa.    

Giampaolo Testa

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